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Tentando Ben
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Ebook92 pages1 hour

Tentando Ben

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Dopo aver abbandonato il suo vecchio branco in Alaska, Benjamin si ritrova a cercare un uomo che possa chiamare suo. I suoi vecchi compagni non sapevano che farsene di un mezzo lupo gay. L’uomo a cui sperava di unirsi non si è presentato alla cerimonia di accoppiamento e questo, più di ogni discorso, ha fatto capire a Ben che era ora di cambiare vita.

Purtroppo, subito dopo che Ben ha trovato Thomas, il suo vecchio amore torna a reclamarlo per sé. Cosa farà Ben di fronte a due splendidi licantropi che lo desiderano entrambi come compagno? Riuscirà a insegnare a due alfa che, a volte, è meglio condividere? O sarà costretto a scegliere fra un nuovo amore e una vecchia fiamma?

LanguageItaliano
PublisherAmber Kell
Release dateMay 25, 2015
ISBN9781311054500
Tentando Ben
Author

Amber Kell

Amber Kell is a dreamer who has been writing stories in her head for as long as she could remember.She lives in Seattle with her husband, two sons, three cats and one very stupid dog. To learn more about her current books or works in progress, check out her blog at http://amberkell.wordpress.com.Her fans can also reach her at amberkellwrites@gmail.com.

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    Tentando Ben - Amber Kell

    Benjamin Sallen entrò nel club con gli occhi sbarrati e il cuore speranzoso. Difficile dire cosa lo stupisse di più: le luci stroboscopiche, la marea di corpi seminudi che ballavano in pista, o i camerieri poco vestiti che camminavano impettiti portando vassoi di cibo. Dopo aver compilato una quantità mostruosa di moduli per vedere riconosciuto il suo stato di mannaro, Ben aveva finalmente potuto oltrepassare la soglia del club.

    I suoi sensi acuti di licantropo assimilarono gli odori di sudore, desiderio e sesso. Non aveva mai avuto un’erezione così rapida, ma i feromoni che aleggiavano nell’aria avrebbero fatto venire voglia di sesso a chiunque. Ben era venuto in cerca di un compagno, ma in quel momento avrebbe fatto sesso selvaggio con un estraneo qualsiasi, pur di sfogarsi. Aveva la sensazione che il suo membro stesse per fargli saltare la cerniera dei suoi jeans preferiti. Si chiese se quello fosse il genere di discoteca che aveva una stanza sul retro a disposizione degli associati.

    Ben sobbalzò quando un leopardo mannaro sbatté il suo compagno di danze al muro e cominciò a strusciarglisi addosso. Forse la coppia non sentiva il bisogno di appartarsi. Scuotendo la testa, Ben attraversò la pista da ballo, diretto verso il bancone. Aveva la gola secca e l’indomani non sarebbe dovuto andare a lavorare. Essere un commercialista, quindi un libero professionista, gli consentiva di gestire da sé i propri orari e gli evitava di dover rispondere a domande imbarazzanti del tipo: Perché non puoi lavorare nei giorni immediatamente precedenti e successivi alla luna piena?

    Dopo aver trascorso dei mesi per inserirsi nel suo nuovo ambiente e per abituarsi alla vita al di fuori del branco, bramava il contatto con un altro mannaro. Persino lo sfiorarsi con i mutaforma che ballavano attorno a lui era un sollievo per l’animale nascosto sotto la sua pelle. Si era staccato dal suo branco in Alaska solo sei mesi prima, ma aveva un bisogno disperato della compagnia dei suoi simili. Cacciare sotto i raggi della luna piena era un’esperienza diversa senza un branco: la soddisfazione era poca e, da solo, era più probabile che catturasse conigli piuttosto che cervi adulti.

    Diventare membro del club significava avere la possibilità di iniziare una nuova vita. Se avesse conosciuto un mannaro locale e ne avesse fatto il suo compagno, avrebbe potuto essere accettato da un branco. E nel caso in cui si fosse messo con un altro lupo solitario, perlomeno sarebbero stati una coppia. Nella cultura dei mannari, qualunque cosa era meglio della solitudine. Chi non aveva un compagno non sopravviveva a lungo, soprattutto se deficitario di prestanza fisica. Con il suo metro e settantacinque, Ben era basso per essere un licantropo. Credeva dipendesse dal fatto di avere una madre umana. Perlomeno era in grado di cambiare forma. Aveva saputo dell’esistenza di certi mezzosangue che non possedevano quel potere, ma che sentivano comunque il richiamo della luna piena. Doveva essere un inferno, dal quale per fortuna Ben si era salvato.

    Sfruttando la bassa statura per svicolare tra la gente, Ben raggiunse il lungo bancone di legno che si allungava su buona parte della parete posteriore. Il barista si muoveva con una fluidità che ne tradiva la natura felina.

    Cosa posso servirti? Il barista sbatté le lunghe ciglia che ornavano un paio di occhi verde acqua dallo sguardo penetrante. A parte me stesso.

    Ben ridacchiò. Un Rum e Coca, per favore.

    Ma tu guarda, una personcina per bene. Le mani del barista si mossero così in fretta che Ben non riuscì a seguirne il movimento. Un istante dopo l’uomo porse a Ben il suo drink, con tanto di riverenza e occhiolino seducente. Altro?

    Dopo aver lasciato una mancia per il bel mutaforma nel vaso di vetro messo sul bancone a tale scopo, Ben gli sorrise a sua volta. Non in questo momento, ma ti farò sapere nel caso la situazione cambiasse.

    Non sarebbe accaduto. Ben era alla ricerca di un membro della sua specie. In tempi migliori il barista sarebbe stato la sua prima scelta, ma ora cercava un legame più duraturo. Voleva un compagno, e non avrebbe potuto trovarlo se fosse rimasto nella sua vecchia dimora. Nel corso della Cerimonia di Rivendicazione, nessuno si era fatto avanti per sceglierlo. Magari, se Dillon fosse stato a casa, le cose sarebbero andate diversamente.

    Magari.

    Nella sua mente si materializzò l’immagine di un licantropo alto, dai capelli scuri, con gli occhi verde foresta. Ben scacciò la visione assieme al rimpianto. Lasciare il branco gli aveva fatto male, soprattutto perché sapeva che non avrebbe più visto il bell’uomo, ma Dillon faceva parte del passato ormai. Quella serata era dedicata a porre le basi per il futuro.

    Ehi, bellezza, disse una voce da dietro le sue spalle. Ben si voltò e vide un gigante dai freddi occhi scuri che lo guardava come se fosse stato un pezzo di carne di qualità.

    Ehm. Salve. Sorrise cordialmente e fece un passo avanti per poterlo squadrare meglio. Una rapida annusata dimostrò che il tizio era un mannaro, ma che non aveva il minimo potenziale per diventare il suo compagno. L’odore non era quello giusto.

    Con enorme stupore di Ben, il tizio gli circondò le spalle con un braccio robusto. Che ne diresti se approfondissimo la nostra conoscenza? Io sono Ned. Tu come ti chiami? La proposta somigliava più a un ordine, sensazione accentuata dal fatto che l’altro uomo lo aveva già sollevato dallo sgabello del bar e lo stava trascinando verso l’uscita.

    B-Ben, rispose lui, mentre il panico si faceva strada nel suo petto. Grandioso. La sua prima volta in quel club e già era nei casini. Perché dovevano capitare tutte a lui? Voleva solo conoscere il licantropo dei suoi sogni e metter su famiglia. Farsi rapire da

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