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Adoro le donne e le racconto
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Ebook74 pages40 minutes

Adoro le donne e le racconto

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About this ebook

L'amore è unione o illusione o inganno? sesso soltanto o in parte? sogno-traguardo? Dodici piccoli episodi che non pretendono di dare una risposta ma si accontentano di raccontare. E dodici "lei" protagoniste che si possono condividere o detestare. Ma a cui l'autore, in quanto donne, non può non riservare un sorriso.
È un ebook «I Mini-Minimissimi» per arrivare alla parola "fine" prima di annoiarvi

LanguageItaliano
Release dateApr 4, 2015
ISBN9781310884603
Adoro le donne e le racconto
Author

Guido Sperandio

Guido Sperandio was born and lives in Milan. A freelance writer for some thirty national newspapers and magazines, he later became a creative-copywriter in advertising.A writer for adults, he has also published for children and young people with major national publishers and in the USA.He has also written comics, including the legendary Topo Gigio and Tiramolla.After a life spent practising the most unbelievable genres of writing, he has recently replaced the cult of the Word with a passion for the Image. He has been seduced by Pop Art, starting with Andy Warhol & Co and is now working on and publishing a whole series of albums under the 'Guisp Collages' label.Any special notes?He has no mobile phone, no car or microwave oven, but he does have a very affectionate and intelligent cat called Tatablu.Guido Sperandio è nato e vive a Milano. Free-lance per una trentina di giornali e periodici nazionali, diventa in seguito creativo-copywriter in pubblicità.Scrittore per adulti, ha pubblicato anche per bambini e ragazzi con le principali case editrici nazionali e negli USA.Ha scritto anche fumetti, tra cui i mitici Topo Gigio e Tiramolla.Dopo una vita trascorsa a praticare i generi più improbabili di scrittura, ha recentemente sostituito il culto della Parola con la passione per l'Immagine. A sedurlo, la Pop Art, a cominciare da Andy Warhol & Co e così ora ha in corso l'elaborazione e la pubblicazione di tutta una serie di album con l'etichetta "Guisp Collages".Note particolari?Non ha cellulare, nè automobile o forno a microonde, ma ha una affettuosissima e intelligentissima gatta di nome Tatablu.

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    Adoro le donne e le racconto - Guido Sperandio

    Suonò il cellulare, era Abigail.

    Lui non se l'aspettava.

    Abigail l'aveva lasciato da tempo, anzi scacciato, dopo l'ennesima scenata con sbattuta d'uscio.

    Abigail, la Tigre.

    Mari, al confronto, la sua donna del momento, era una ingenua predicatrice, candida colomba, il cui sesso si esauriva in teorie sognanti. Mentre Abigail ne era la pratica, all'ultimo respiro.

    Il vissuto di Abigail era una collezione di convivenze e matrimoni, divorzi e separazioni, e spensierate alcove volanti.

    L'Abigail-filosofia: in fin dei conti è solo sesso, e si vive una volta sola.

    Lui, a suo tempo, era stato ingaggiato da uno degli amanti di turno per fotografare Abigail, e l'aveva fotografata troppo per non apprezzarne le forme di una maturità in pieno fiore.

    Aveva esaurito l'incarico secondo scienza e coscienza, ma, in seguito, complici gli eventi, gli era capitato di frequentare la signora. E ne era nata una storia. Una serie di stop and go. Di interruzioni e riprese, ardori e risse.

    Adesso, la voce di Abigail usciva dal cellulare, pacata e affettuosa come di una vecchia cara sposa.

    «Ok, dammi il tempo di arrivare» lui le disse.

    ***

    La raggiunse, con la Panda, l'unica autovettura di cui disponeva e che usava solitamente per lavoro.

    Trovò Abigail davanti alla Stazione. L'agendina tra i denti e le mani dentro un borsone, stava cercando qualcosa che come sempre non trovava.

    Come i pirati di Salgari pronti all'arrembaggio, col kriss tra i denti, il loro coltello micidiale - lui a vederla s'era detto: Abigail è una pirata costantemente all'arrembaggio della vita, di uomini e sesso... sesso senza tabù, pietà né preclusioni.

    L'aveva guardata, e subito aveva notato che la legge di gravità aveva incominciato a produrre i suoi effetti: seno, palpebre e collo. E l'occhio gli era scivolato sulla mise di Abigail: minigonna che le arrivava all'inguine e una camicetta con una scollatura che pure arrivava all'inguine.

    «Ti sei addobbata per fare marchette in treno, giusto per ingannare il tempo?» le disse.

    «Vedi di non essere villano, una volta tanto» lei, di ghiaccio.

    «Dove ti porto?»

    «Da te... Sono triste, non mi va di stare sola.»

    Lui pensò che non c'è donna al mondo che una volta messo piede dentro la tua vita, non pretenda poi di prenderne il possesso. E con Abigail, adesso, specialmente, non aveva intenzione di tornare a impasticciarsi.

    Prese il discorso alla lontana, non voleva ferirla, intendeva soltanto salvare il proprio spazio, le disse: «Arrivi in un momento difficile, non contare su di me... Ho un lavoro importante e potrebbero chiamarmi da un momento all'altro... Devo guadagnarmi la pagnotta...».

    «Ho capito» lei troncò. «Non mi vuoi avere tra le palle. Avrai qualche puttanella per le mani.»

    Ci siamo, lui pensò.

    Non gli andava di tornare a litigare come un tempo, ricordava bene come con Abigail parole e soprammobili volassero in fretta.

    ***

    L'ultima volta, lei l'aveva chiamato: «Ho una gran voglia... Facciamo a casa mia?».

    L'aveva trovata ardente e pronta. Sussurravano nell'aria gli amorini, lui la strinse: «Sai, dovremmo vivere insieme, è assurdo continuare in questo modo...».

    «Abbiamo già affrontato l'argomento», lei, gelida di colpo. E occhi negli occhi: «La prima volta che ne abbiamo parlato, io ero a disposta a stare a casa tua, ma tu... tu... tu non mi hai voluto.»

    «Non potevo, lo ricordi... Ero sotto sfratto, il padrone di casa voleva fare un atelier alla figlia.»

    «Palle,

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