Pensare Yin Essere Yang: ovvero come avere uno spirito dolce un corpo forte
Pensare Yin Essere Yang: ovvero come avere uno spirito dolce un corpo forte
Descrizione
Questo è un manuale, che presenta il TaoYoga, il TaoFit e le varie tecniche di respirazione attraverso lo studio delle due forze contrarie, ma complementari del mondo taoista (Yin e Yang), delle Cinque Stagioni, dei canali energetici della Medicina Cinese e di una attenta analisi dei muscoli. Da una parte il TaoYoga ci permette di rilassare la mente e dall’altra parte il Taofit permette un’immediata tonificazione dei muscoli. Tutti gli esercizi sono accompagnati da una respirazione rilassata.
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Anteprima del libro
Pensare Yin Essere Yang - Patricia Müller
pensare Yin
essere Yang
ovvero come avere
uno spirito dolce
e un corpo forte
Manuale
del TaoYoga, del TaoFit
e della Respirazione
Patricia Müller
pensare Yin essere Yang
Patricia Müller
Copyright Patricia Müller 2009
Published by Enrico Massetti at Smashwords
Collana ShenBooks di Patricia Müller
libri per il corpo, lo spirito e l’anima, la sottile linea che li divide e li unisce
Tutti i disegni o foto, non altrimenti indicati, sono di Patricia Müller
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© copyright 2009 Patricia Müller
All rights reserved
Prima edizione con ilmiolibro
Prima edizione ebook con Enrico Massetti Publisher
ISBN 978-1-304-87082-7
Il termine insegnare deriva dal verbo latino insignare, cioè segnare, tracciare dei segni, delle indicazioni, quasi un mettere dei contrassegni nella mente degli allievi. Questo è quello che fa Patricia: lascia una traccia, un segno della via del Tao e delle tecniche per ritrovarla e identificarla nella vita di tutti i giorni.
Un insegnamento attraverso il dialogo che si ritrova non solo nella cultura antica cinese, ma anche in quella occidentale, creando un sottile legame tra tutte le diverse culture.
Ed è proprio attraverso il dialogo che si sviluppa il suo metodo di insegnamento.
Il dialogo che vive di pazienza e attesa. Una temporalità che non si risolve nella programmabilità e costruttività, ma lascia uno spazio alla fragilità e all'incertezza.
Quel dialogo che ha bisogno di soggetti che si fanno domande e si rispondono. Quel dialogo denso di ritmo, intervallo, avvicendamento.
Il dialogo che mette in relazione soggettività diverse, in cui ciascuno sperimenta di essere soggetto ma anche oggetto possibile di conoscenza, rivelandosi attraverso la percezione che l'uno ha dell'altro. Creando così questa duplice certezza come un'apertura attraverso la quale passa l'approccio empatico.
Se dialogo riconosco l'altro, avendo potuto scorgere il volto della persona fra la massa anonima.
Laura Berni, dott.ssa conservazione materiale librario
Negli anni ottanta, quando ero studente all’Università mi capitò di dovere realizzare un circuito e scoprire che non riuscivo proprio a tenere fermo il saldatore. Mio zio mi suggerì di provare a visualizzare il punto in cui immaginavo che dovessero incontrarsi le parti. Il dottore mi suggerì di considerare lo Yoga. Di entrambi avevo grande stima, ma all’epoca non mi sentii per niente attratto da alcuna delle due idee. Accettai che le saldature non mi venissero un gran che bene e continuai a dedicarmi a matematica e tecnologia, fiducioso di sorti progressive per me e per quello che mi cresceva attorno.
Molti anni dopo mi è capitato di riconoscere il bisogno di ascoltare e controllare attitudini trascurate. Per mestiere e anche per passione studio e insegno l’informatica. E’ una disciplina fatta di logica, ragionamento, astrazione. Che mi piace moltissimo. Ma che spesso porta a fissare per molto tempo l’attenzione su concetti che non hanno controparte nella fisica delle cose e delle sensazioni.
Mi è allora tornata in mente l’idea del dottore, che poi mi accorgo era in ultimo non lontana da quella dello zio, e dopo averci girato intorno per del tempo ho cominciato a frequentare le lezioni di Patricia. Immagino che non sarei lo stesso in grado di tenere fermo un saldatore, ma ho recuperato il senso di dove comincio e dove finisco, di come reagisco alla forza del peso e di quanto posso estendere un braccio, di come respiro e avverto la luce e il calore, di quanto mi muovo se faccio un passo e quanto tempo passa mentre mi muovo in una stanza o ascolto musica. Ho il senso di un’esperienza più complessa e articolata, che mi fa stare meglio con me stesso, con gli altri e con l’ambiente.
Capisco che in qualche modo ha a che fare con la storia dei complementari, ma io ci vedo soprattutto un esercizio di agilità. Dicono che uno dei problemi del lavoro con il computer è che per tempi lunghi mantieni il fuoco della visione a distanza costante. Ogni tanto devi avere la capacità di alzare la testa e guardare altro.
Enrico Vicario
Professore Ordinario Dipartimento Sistemi e Informatica
Università di Firenze
Introduzione
Lessi(¹) tanti anni fa in un antichissimo libro cinese(2) intitolato I Ging, una frase misteriosa che suona più o meno così: ‘Il cielo rinchiuso nel monte ci fa pensare a tesori sepolti’, così nelle parole e nelle gesta del passato sta nascosto un tesoro, che può essere usato per rinsaldare e migliorare il proprio carattere. In seguito fu veramente importante per la mia vita apprendere che il giusto modo di studiare è di non limitarsi a memorizzare nozioni storiche, ma tenere sempre presente la storia applicandola continuamente al nuovo.
Perciò questo libro vi presenterà insieme agli antichi Canali Energetici(³) della Cina anche gli studi occidentali sui nostri muscoli e sulla loro funzione.
Scrivere è magia. I pensieri possono così durare nel tempo e giungere a persone sconosciute, sparse per il mondo. Se non ci fosse il problema della lingua diversa, sarebbe veramente un mondo fantastico.
Meno male che Moira Ambrosi si é presa cura del testo e lo ha controllato e ricontrollato. Mille volte più facile mi sembrava occuparmi dei disegni, usando anche le foto degli esercizi, che Rita Romanelli ha scattato tanto tempo fa. Inoltre vorrei ringraziare Alice Ruglioni, che mi ha regalato delle foto da lei scattate. Lo scritto fu risvegliato dal suo lungo sonno dagli allievi che vollero leggerlo, da Laura Cumbat, Lino Bisenzi e Ilaria Mazzi, che hanno curato l’ultima stesura, insomma… grazie a tutti!
Scrivere un libro impone lo studio formale della struttura, dello stile e scriverne uno taoista(4) comporta, già in partenza, la conoscenza di ciò che vuol dire ‘taoista’. Così, oltre a farvi conoscere le varie pratiche qui presentate, il libro nasconde anche la teoria di base:
la prima parte tratta di teoria ed è strutturata in cinque (numero assai caro al mondo taoista) capitoli. I primi due capitoli parlano del sistema YinYang(⁵) (⁶) (⁷) e dei Cinque Elementi(8).
Segue nella parte centrale (il T’ai Chi(9)), perché mediatore tra teoria e pratica, lo studio dei Canali Energetici e infine parleremo degli esercizi degli ‘Otto Pezzi di Broccato’ e le varie combinazioni secondo i Cinque Elementi.
La seconda parte, opportunamente strutturata in quattro capitoli (mi sono ispirata alle Quattro Stagioni(¹⁰)) presenta la respirazione e gli esercizi del TaoYoga e del TaoFit(11).
A quest’ultimo ho dato maggiore importanza perché è finora sconosciuto nelle Pratiche Taoiste(12), in quanto rivisitazione moderna di esercizi antichi. Purtroppo, nell’ambito delle palestre, le pratiche spirituali vengono spesso disprezzate come, d’altro canto,