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Suoni e Fantasmi
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Ebook134 pages1 hour

Suoni e Fantasmi

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About this ebook

Edgar Allan Poe, inserito in un contesto culturale che non sempre è stato disposto a comprenderlo, ha mostrato di essere dotato di una peculiare versatilità nella sua arte scrittoria,
ma anche di un’inventiva potente e coinvolgente che gli ha permesso di superare la fissità di schemi che ormai da tempo irrigidivano stilemi e contenuti della americana, invecchiata ancor prima di trovare una sua autonoma fisionomia rispetto alle tradizioni che aveva importato dall’Inghilterra e dal mondo dei classici.

LanguageItaliano
Release dateMay 3, 2013
ISBN9781301317622
Suoni e Fantasmi
Author

Giuseppina Brandonisio

Giuseppina Brandonisio è giornalista e critico musicale. Esordisce come autrice di testi per la radio e prosegue la sua carriera redigendo articoli e recensioni musicali per riviste specializzate e per diverse testate.

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    Suoni e Fantasmi - Giuseppina Brandonisio


    Giuseppina Brandonisio

    Suoni e Fantasmi

    Scenari e dimensioni 

    dell’opera di Edgar Allan Poe

    Cover Design by:

    Gabriele Ciufo

    DELIRIUM EDIZIONI © 2011

    ISBN  9788866070382

    1

    Ossessioni

    1.1 Introduzione: scenario storico-culturale 

    La musicalità del verso e la visione spettrale sono stati due argomenti fondamentali sui quali Edgar Allan Poe ha costruito la sua produzione letteraria. Se il secondo aspetto è un motivo di fondo che ossessivamente ritorna nei suoi scritti, sotto varie forme e declinazioni –  legando l'autore sia alla tradizione gotica che a quella romantica –  il primo rappresenta la sua più grande innovazione: esso fa riferimento essenzialmente alla struttura compositiva che soggiace al corpus delle opere ed è inquadrabile nell’ambito delle ricerche da lui svolte in qualità di saggista e critico. Si tratta dei due temi portanti: di quelli che hanno scatenato il rifiuto degli intellettuali anglo-americani e l’ammirazione dei francesi, ma che sono anche la ragione del successo delle sue opere. Il pubblico si è legato al thriller psicologico e al romanzo poliziesco (i generi letterari neonati), mentre la critica ha sottolineato l'importanza del contributo culturale fortemente innovativo che Poe ha apportato, nonostante problemi esegetici e pregiudizi molto forti. Le critiche più dure gli giunsero perfino da Rufus Grinswold, il curatore delle sue opere, appena pochi giorni dopo la sua morte.

    D’altro canto, tanta letteratura, Simbolismo e Decadentismo soprattutto, vantano una discendenza culturale da Edgar Allan Poe. Allo stesso modo, i movimenti letterari europei di fine Settecento ed inizio Ottocento (dalla poesia neoclassica inglese, al movimento tedesco preromantico dello Sturm und drang, al Romanticismo) rivendicano con Poe una linea di continuità tematica e stilistica.

    In questo capitolo illustreremo tale scenario culturale fatto di contrasti ed esaltazioni, dando rilevanza a quegli aspetti che, tra tradizione e innovazione, dipingono la personalità artistica dello scrittore.

    1.2 L’ostracismo della critica americana: tra incomprensione e pregiudizio

     «devo infatti scrivere la storia di uno di quegli illustri sventurati, troppo ricco di poesia e di passioni, che è venuto, dopo tanti altri, a fare in questo basso mondo il duro apprendistato del genio tra anime inferiori. Che tragedia penosa la vita di Edgar Poe! La sua morte, un’orribile conclusione in cui l’orrore è accresciuto dalla trivialità! (...) gli Stati Uniti – nient’altro che una grande barbarie illuminata a gas – furono per Poe soltanto una vasta prigione ch’egli percorreva con la febbrile agitazione di un essere fatto per respirare in un mondo meno moralistico, (...). Dittatura spietata quella dell’opinione pubblica nelle società democratiche: non implorate da lei carità, né indulgenza, né una qualsiasi elasticità nell’applicazione delle sue leggi ai molteplici e complessi casi della vita morale. (...) Un biografo ci dirà serio – è in buona fede, questo brav’uomo – che Poe, se avesse voluto regolarizzare il suo genio e applicare le sue facoltà creative in un modo più appropriato al terreno americano, sarebbe potuto diventare un autore di cassetta, a money making author1;» 

    (Charles Baudelaire) 

    Su Edgar Allan Poe la critica letteraria è da sempre impegnata in un lavoro di interpretazione incessante e ambivalente: quasi sempre tende ad elogiarlo e a riconoscerne sia il talento che la portata innovativa dei suoi scritti. Altre volte invece, già nell’America dell’Ottocento che lo ha visto nascere, esordire e infine morire – lo scrittore ha subito un aspro atteggiamento di condanna. Le resistenze degli accademici di cui scrive Baudelaire si manifestarono sotto forma di processo alle intenzioni e furono supportate anche da buona parte dell’opinione pubblica della prima metà del XIX secolo. Poe era accusato di un’eccessiva faciloneria: di inseguire il sogno di un’immediata popolarità attraverso delle trovate compositive sbalorditive, spesso banali o perfino macabre e necrofile, così da far scalpore e attirare l’attenzione su di sé. 

    L’atteggiamento tendenzialmente autoreferenziale che egli assumeva, i suoi problemi con l’alcool - che per due volte gli costarono, per esempio, l’allontanamento dal "Southern Literary Messenger –  le sue origini familiari, giudicate discutibili per i costumi del tempo, la sua relazione amorosa e poi il matrimonio con sua cugina, quando questa era ancora troppo giovane contribuirono in larga parte a formare tale pregiudizio e furono uno dei tanti pretesti utilizzati per screditarlo quando Edgar, scoraggiato e deluso dal contesto sociale che lo circondava, assunse il ruolo di dissenziente rispetto alla maggioranza dei letterati americani che continuavano a proporre stilemi stagnanti e contenuti inattuali allo scopo – pensava Poe – di coprire sotto un finto velo progressista tutti i mali e le contraddizioni della democrazia americana che, secondo lui era malata"2. Del resto, l'ex reverendo Rufus Wilmot Griswold, due giorni dopo la sua scomparsa (avvenuta il 7 ottobre del 1849), pubblicò, con lo pseudonimo di Ludwig, sul New York Tribune, un memoriale sensazionalistico e dai toni dispregiativi che esordiva dicendo: «Edgar Allan Poe is dead. (...) This announcement will startle many, but few will be grieved by it3», descrivendo lo scrittore come una vittima dell'alcool e della droga, come un uomo strano, monomaniaco e satanico4. 

    A quel commento ne seguirono molti altri simili5. Ma oltre i pregiudizi e le illazioni emersi a posteriori, anche le biografie riportano dati che confermano il fatto che Poe fosse gravemente alcolizzato6. In ogni caso però, già il solo memoriale di Griswold ci offre un'idea di quanto fosse alta la cifra del disprezzo che il nostro ambizioso scrittore dovette pagare ai suoi connazionali. Ma nonostante ciò, riuscì a lasciare loro i suoi studi sulla musicalità del verso e i nuovi luoghi letterari, sui quali oggi si fonda la tradizione delle detective stories.

    1.3 Il recupero

    Soltanto con gli studi di T.S. Eliot e, qualche decennio più tardi, di A.Tate, l’opera di Poe sarà ricollocata al centro della tradizione letteraria americana. Ma anche di fronte al successo di pubblico quasi immediato, le critiche negative dei suoi colleghi americani e inglesi furono tantissime. Henry James7 scrisse che «un entusiasmo per Poe è il segno di uno stadio di riflessione decisamente primitivo»8. 

    Qualche anno più tardi anche Thomas Stearns Eliot9 dirà che: «l'intelletto di Poe sembrerà quello di una persona dotatissima che resti però alle soglie della pubertà10». Ai letterati americani, suoi contemporanei, insomma, Edgar Allan Poe appariva come un alieno, eppure la tradizione nera e gotica inaugurata dai romanzi di Charles Brockden Brown11, con quel «genuino orrore di una sensibilità torturata12»  e con le sue anticipazioni del romanzo psicologico (del quale però fu Poe il vero maestro) avevano sicuramente influenzato anche il bostoniano. E proprio per queste ragioni, Pisanti può affermare che «Poe veniva ancor più a entrare, infine, in una configurazione perfettamente americana: non come vittima (della famosa «barbarie illuminata a gas» di cui parlò suggestivamente Baudelaire), ma come partecipe, come si vede, a pieno titolo13». 

    Ma il gotico di Edgar Allan Poe, come vedremo, prenderà strade diverse e assolutamente nuove, addentrandosi «negli umani oscuri meandri psicologici, negli orrori inquietanti di una condizione lacerata, contraddittoria, enigmatica14». 

    Per la sua ricerca di assolutezze, di una Bellezza ideale, coi suoi versi d'amore e di morte, per i suoi accenti classici, Poe è stato anche allineato al classicismo romantico di poeti come Byron, Coleridge, Keats, Foscolo e Hölderlin, – e poi ancora – è stato letto da Lacan, Derrida e perfino psicanalizzato, attraverso la somiglianza tra il carattere dei personaggi e la sua personalità, da Marie Bonaparte, nota allieva di Sigmund Freud. A Byron, come più volte la critica ha sottolineato, Poe si è ispirato per la composizione del Tamerlano. Sia nella struttura che nella versificazione l'opera, pubblicata in forma anonima nella raccolta Tamerlane and Other Poems by a Bostonian, ricorda le liriche del noto lord inglese. Ed è stato proprio Poe a indicarlo come modello preferenziale per questa composizione, che intanto compiva già un primo passo verso l'innovazione: infatti «è il primo e unico Tamerlano della letteratura americana: si situa dunque entro delle coordinate culturali diverse» per «il fatto di non essere un lavoro teatrale, ma un poemetto15». Poe ha un ruolo da pioniere anche per quanto riguarda la narrativa scientifico-meravigliosa16. Da un autore come Coleridge ed il suo Kubla Khan17, Poe avrebbe preso l'ispirazione per scrivere Al Aaraaf18, (Baltimora, 1829): quest'opera, dal nome tratto da una surah del Corano, ha dato l'avvio al poema cosmogonico americano.

    Sempre inserito in un'ottica

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