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Un Erede Per Il Miliardario
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Un Erede Per Il Miliardario

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About this ebook

Katrina sta aspettando il suo principe azzurro...

La vita insulsa di Katrina Alexander la spinge a chiedersi se troverà mai il vero amore che tanto spera di incontrare. Senza alcuna prospettiva in vista e un lavoro noioso, si sta davvero per arrendere. Imbattersi nella riunione scolastica per l'anniversario decennale del diploma e in un vecchio amore dei tempi le permette di cambiare la visione della vita. Se solo l'avesse incontrato qualche anno fa...

Lui si trova faccia a faccia con la morte e nel mezzo di una corsa contro il tempo....

Damon Garratt è un miliardario, ma oltre a un'ingente fortuna economica ha ben poco per cui gioire per quanto riguarda gli ultimi anni. Senza un amore e una famiglia, si sente vuoto. Rivedere Katrina rievoca delle emozioni del passato e, all'improvviso, riesce a capire chiaramente il futuro. Lottando contro il tempo, riuscirà a convincere Katrina a dargli l'unica cosa che desidera disperatamente, ovvero un erede?

LanguageItaliano
Release dateJul 29, 2014
ISBN9781501485657
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    Un Erede Per Il Miliardario - Terry Towers

    Un Erede Per Il Miliardario

    Copyright 2014 di Terry Towers

    Copertina di: Terry Towers

    Tutti i diritti riservati. Ad eccezione di brevi citazioni utilizzate in critiche, recensioni o articoli, nessuna parte di questo libro può essere usata o riprodotta senza il permesso scritto dell'autore Terry Towers. Saint John, New Brunswick, Canada. Terry Towers può essere contattata tramite il suo sito web all'indirizzo www.elixaeverett.com

    Attenzione: la riproduzione o la distribuzione di questo lavoro protetto da copyright è illegale. Nessuna parte di questo libro può essere scannerizzata, caricata o distribuita in rete o tramite altri mezzi, elettronici o di stampa, senza il consenso dell'autore. La violazione penale del copyright, anche senza scopo di lucro, è un reato perseguito dall'ABI ed è perseguibile con un massimo di 5 anni di detenzione e un'ammenda di $250,000. Si prega pertanto di acquistare unicamente edizioni elettroniche o cartacee autorizzate e di non favorire in alcun modo la pirateria di materiale protetto da diritto d'autore.

    Questo libro è un'opera di fantasia. Ogni riferimento a persone, viventi o defunte, luoghi, eventi o locali è puramente casuale. I personaggi sono frutto dell'immaginazione dell'autore e sono usati in maniera fittizia.

    Capitolo 1

    ––––––––

    Ohhhh no, no. Non posso. Fissando la scheda dei turni di lavoro, Katrina Alexander scosse leggermente la testa. La sua bionda coda di cavallo ondulò avanti e indietro sulla nuca, come una frusta sferzante a mezz'aria.

    Perché? Hai qualcosa da fare quella sera?

    Katrina sospirò, stiracchiandosi la cravatta nera, allentandola. Ci fu un breve momento di silenzio, mentre cercava di radunare i pensieri prima di riportare l'attenzione sulla sua più cara amica e collega, Farrah Glover. No, non posso. Intendo... Posso. Ma non voglio.

    Perché? È una riunione delle superiori, uno dei lavori più semplici. La gente solitamente lascia mance più generose del normale solo per impressionare gli altri e c'è un buffet, poco da ripulire, quindi. E lavoreremo insieme. Siamo fortunate, bella.

    Sollevò la cravatta allentata e se la sfilò, facendola passare dalla testa. Stropicciandola tra le mani, la mise poi nella tasca anteriore dell'abito nero. "Sì, ma è della mia scuola superiore."

    Oh, quindi parteciperai?

    No. Afferrando il tessuto dell'elastico nero che le tratteneva i lunghi riccioli biondi sulla nuca, gli diede uno strattone, liberando i boccoli setosi. Mettendosi a testa in giù, liberò le ciocche. Rialzandosi, le ricoprirono le spalle e la schiena.

    Perché?

    Katrina fece un passo indietro e indicò la sua uniforme da lavoro. Farrah, ho ventotto anni, sono single e sono una cameriera di banchetti in un hotel. Oltretutto, non sono mai stata tra le più popolari della scuola. Si strinse nelle spalle. L'unica ragione per cui ci andrei, tanto per cominciare, sarebbe per vantarmi di quanto sia meravigliosa la mia vita e, beh, come vedi, lascia piuttosto a desiderare.

    Oh, andiamo. Ci deve pur essere qualcuno che ti piacerebbe rivedere.

    Katrina si girò e cominciò a percorrere il corridoio verso il parcheggio, con Farrah alle spalle. Santo cielo, non lo so.

    Che mi dici di quel ragazzo che frequentavi?

    Damon?

    Già. Non vuoi sapere cosa ha combinato nella vita?

    Katrina si fermò per un istante mentre veniva trasportata dalla memoria al giorno in cui lui le aveva detto che avrebbe lasciato Bangor, nel Maine, per studiare in California: il giorno in cui le aveva spezzato il cuore. Aveva sostenuto che si sarebbero tenuti in contatto e che avrebbero trovato un modo affinché lei potesse raggiungerlo una volta sistemato, ma non c'era mai abbastanza denaro e lui era sempre più assorto dagli studi. Le chiamate quotidiane si ridussero fino a una a settimana. Dopo un anno trascorso a cercare di far funzionare una relazione a distanza, avevano entrambi gettato la spugna.

    Si chiedeva spesso che fine avesse fatto. Aveva sentito che possedeva un'azienda e che si era trasferito a New York, ma non aveva idea se fosse vero o meno. Tuttavia non poteva fare a meno di chiedersi se fosse diventato una sorta di pezzo grosso mentre lei era rimasta a Bangor, senza combinare nulla. Sarebbe stato umiliante. L'ultima cosa che voleva era che lui scoprisse il disastro che era diventata la sua vita.

    Arrivata alla porta sul retro dell'hotel, la aprì aspettando che Farrah la raggiungesse. "Mi sarebbe davvero piaciuto andarci, ma la verità è che mi vergogno, Farrah. Cosa ne sarebbe di me se tutti avessero avuto successo nella vita, sai dottori, avvocati, professionisti. Katrina piegò la testa prima di sputare le ultime parole. Cioè, se tutti ce l'avessero fatta?"

    Farrah si avvicinò, dandole dei leggeri colpetti sulla schiena per confortarla. "Avere un buon lavoro non ti rende necessariamente una persona di successo o felice."

    Lo so, ma non si tratta solo della carriera... Sono certa che la maggior parte di loro è sposata probabilmente con figli meravigliosi e case in periferia; sai, quelle con la tipica staccionata bianca. Il classico sogno americano.

    Nessuno vive il sogno americano, Farrah ribatté.

    Mi vergognerei a dire loro che sono solo una cameriera, che arriva a malapena a fine mese che ho perfino paura di rispondere al telefono, temendo di dover avere a che fare con l'ennesimo addetto al recupero crediti.

    Farrah la zittì dolcemente. Oh, andiamo Katrina, prenditi qualche merito. Lavori sodo, conduci un'esistenza onesta. Sei bellissima. E, anche se non te ne rendi conto, hai un futuro meraviglioso davanti a te.

    Katrina roteò gli occhi in tutta risposta.

    Sono seria. Abbiamo una vita onesta e non c'é nulla di male nell'essere delle cameriere. Ascolta, tesoro, solo perché ora sei una specie di serva, non significa che lo sarai per il resto della tua vita.

    Katrina scosse la testa. "Sai, solo la scorsa settimana ho dovuto servire qualcuno della mia scuola superiore in occasione di un evento. Lei ora è un avvocato. Mi ha guardata con compassione, come se fossi la cosa più patetica della terra, e mi ha detto che forse un giorno sarebbe arrivata la mia occasione. Poi ha cominciato a vantarsi di quanto fosse meraviglioso il suo fidanzato, sventolandomi davanti agli occhi una gigantesca pietra all'anulare. E lei era stata una mia amica alle superiori. Mi sarei aspettata quel tipo di comportamento da qualcuno con cui non sono mai andata d'accordo, ma da un'amica..."

    Sono sicura che le persone del genere sono poche e difficili da scovare. Parecchi sono senza lavoro ai giorni d'oggi. Siamo perfino fortunate ad avere un lavoro che ci permetta di pagare le bollette.

    "Che ci permette di pagare a malapena le bollette, intendi. Giuro che sono più le volte in cui chiedo una dilazione di pagamento per l'affitto di quelle in cui riesco a pagare in tempo. Sono solo stanca di tutta questa merda, capisci?"

    Farrah si strinse nelle spalle, mentre raggiungevano la vecchia VW gialla di Katrina. Andrà meglio. Devi avere un po' di fiducia, tesoro.

    Già. Aprendo la portiera dell'auto, Katrina entrò, si sporse oltre il sedile e levò la sicura per Farrah al lato del passeggero.

    Quando furono entrambe in auto, con la cintura di sicurezza allacciata, Katrina inserì le chiavi nel pannello d'accensione.

    Click.

    Accigliandosi e cominciando a provare una brutta sensazione allo stomaco, Katrina cercò di mettere in moto una seconda volta.

    Click.

    Oh, deve essere uno scherzo! Sbatté le mani con violenza sul volante, scaricando tutta la sua frustrazione.

    *****

    Damon allungò la mano al suo amico di lunga data e dottore, Gary Van Buren. Grazie per essere venuto in ufficio con i risultati Gary, lo apprezzo. Sono stato sommerso dal lavoro. Fece un cenno verso la sedia posizionata di fronte alla scrivania. Prego, siediti.

    Non ti preoccupare, Damon. Sedendosi, il dottor Van Buren estrasse un fascicolo dalla valigetta e utilizzandola come ripiano, aprì il tutto.

    Allora... Dimmi. Quali sono i risultati?

    Beh, lasciami intanto dire che l'operazione è servita a qualcosa...

    Damon si lasciò sfuggire un sospiro mentre si metteva più comodo sulla poltrona. La parte destra cominciò improvvisamente a dolergli, proprio nel punto dell'incisione per effettuare la lobectomia inferiore. Anche se l'incisione era ormai guarita, continuava a provare una sensazione di disagio.

    Quindi, presumo di averlo ancora.

    Sì. Non abbiamo rimosso tutto. Mi dispiace, Damon. Vediamo ancora dei residui nei linfonodi e nel petto.

    Damon spinse la sedia all'indietro, si alzò e si diresse verso il bar che aveva fatto allestire nell'angolo dell'ufficio. Aprendo una bottiglia di scotch, ne versò un paio di dita in un bicchiere e lo bevve tutto d'un fiato. Il liquore gli bruciò sulla lingua e in gola. Fece un cenno verso la bottiglia. Vuoi farmi compagnia, dottore?

    No, grazie, Damon. Gary fece una pausa come se stesse riflettendo su qualcosa. Non dovresti bere, Damon.

    Dottore, non ho mai fumato una sigaretta. Non ho mai fatto uso di alcun tipo di droga. Mangio sano e faccio esercizio fisico cinque volte a settimana, tuttavia ho un cancro al polmone all'età di ventinove anni. Sono abbastanza fottuto, per la precisione. Penso che un paio di bicchieri di scotch siano l'ultimo dei miei problemi, ormai. Non credi? Damon si versò un altro sorso di liquore e lo trangugiò in attesa di una risposta. Allora, cosa abbiamo intenzione di fare ora?.

    Gary osservò la cartella clinica, la studiò per un istante, poi incrociò lo sguardo di Damon. Suggerisco di cominciare con la chemioterapia tra un paio di settimane, seguita da un trattamento a base di radiazioni. E poi ripartiremo da quel punto.

    Quante possibilità ho?

    Gary si dimenò a disagio sulla sedia.

    È così grave, eh?

    Vedi, quando ti abbiamo aperto per effettuare la lobectomia, pensavamo che si trattasse di un tipo diverso di tumore. Uno meno aggressivo. Non avevamo capito che coinvolgesse delle minuscole cellule...

    Quanto tempo, Gary? Nel caso in cui le cure non funzionassero. Quanto? Damon tornò alla sua poltrona. La sua mente era annebbiata. Si era fatto forza nell'attesa delle novità, ma sentire la verità era dura. Ventinove anni e si trovava faccia a faccia con la morte, probabilmente in un futuro più prossimo che mai.

    Beh, senza cure, probabilmente qualche mese.

    Cazzo! Damon affondò una mano tra i capelli scuri e si rimise a sedere sulla poltrona di pelle nera. E con le cure?

    Con le cure, potremmo anche essere in grado di guarirti. O forse no. È imprevedibile, per essere onesto, ma sarebbe decisamente peggio se non ti sottoponessi ai trattamenti.

    E con i trattamenti, quante sono le probabilità?

    Gray fece una smorfia. Il venti per cento circa, Damon. Sei giovane e in buona salute, quindi hai una fibra combattiva. Sono certo di poterti dare un anno abbondante se non riesco a guarirti, ma è pur sempre meglio di qualche mese.

    Un anno da vivere. Gli sembrava surreale, come se fosse vittima di una sorta di incubo e si potesse svegliare in qualsiasi momento per accorgersi che era finita e che poteva tranquillamente tornare alla sua vita. Anche se, quando pensava più intensamente alla realtà dei fatti, realizzava che la sua vita era piuttosto piatta. Consisteva di lavoro, per costruire un impero che valeva miliardi e nient'altro.

    Nessuna moglie. Niente figli. Nessuna famiglia. Nemmeno uno straccio di relazione personale. Non aveva nessuno a cui lasciare quell'impero quando sarebbe morto. Se si fosse lasciato coinvolgere da quei pensieri, sarebbe stato troppo depresso perfino per riflettere. Ma cercava sempre di rilegare quelle cose in un angolo della mente.

    Lo sguardo di Damon ricadde su una lettera proveniente dalla sua scuola superiore. Era un invito a una riunione a dieci anni dal diploma. Un leggero sorriso gli sfiorò le labbra e ripensò ai giorni del liceo. La vita era molto più semplice allora. Diavolo, se solo  avesse saputo quello che sapeva ora, magari avrebbe preso parecchie decisioni diverse rispetto a quelle che aveva preso in gioventù.

    Damon?

    Damon alzò lo sguardo e incrociò quello di Gary. Va bene. Procedi pure.

    Gary prese un paio di appunti e rimise la cartella nella valigetta. Il cipiglio di Gary si intensificò quando notò l'invito alla riunione. Hai un evento in programma vedo.

    Già. Ma non ci andrò.

    Quando sarebbe?

    Questo fine settimana, a Bangor. Ho una riunione venerdì pomeriggio a Los Angeles e, per essere sincero, non sono certo di voler rivedere le persone del mio passato.

    Gary si sporse in avanti e catturò l'attenzione di Damon. "Se ti interessa il mio parere, credo che dovresti andarci, Damon. Sono fiducioso di potercela fare con te, nonostante le difficoltà, ma ti suggerirei di rimetterti in contatto con le persone e di cominciare a vivere la vita invece di continuare a ucciderti di lavoro. Parlandoti da amico e non da medico – fanculo il lavoro. Fece un cenno al lussuoso ufficio. Non potrai portarlo con te, Damon."

    Il lavoro è l'unica cosa che mi tiene lucido, Gary.

    Ti dico solo di non sprecare il tempo che ti rimane, in questo caso.

    Ci penserò.

    *****

    Non me lo posso davvero permettere, Farrah.

    Pagherò io.

    Non te lo puoi permettere nemmeno tu. Katrina esaminò l'aderente abito di velluto nero da ogni prospettiva nello specchio della boutique. La scollatura profonda affondava sul suo ampio petto e la gonna attillata le arrivava a metà coscia. Era semplice, ma aveva un'aria molto elegante.

    Farrah si posizionò alle spalle di Katrina e catturò il suo sguardo nello specchio.

    Guarda come mette in risalto i tuoi occhi blu. Aggiungici un po' di trucco scuro e un paio di tacchi sexy e sarai da sballo. Non importerà cosa fai nella vita o il fatto che sei così al verde da non poterti nemmeno permettere di riparare l'auto. Avrai ogni uomo che ti sbaverà dietro e tutte le donne saranno verdi per l'invidia.

    Esattamente. Non posso nemmeno far riparare la mia auto, Farrah, quindi ha senso che io spenda cento dollari per un vestito?

    Come ho detto, ti presterò io i soldi per l'abito e per far riparare l'auto. Non ho ancora raggiunto il limite massimo mensile della mia Visa.

    Ma Damon non ci sarà nemmeno e lui è l'unica persona che, remotamente, vorrei rivedere.

    Come sai che non ci sarà?

    Katrina arrossì, un'espressione colpevole le comparve sul volto. Diciamo che sono sgattaiolata nell'ufficio di Winnie e ho controllato la lista delle prenotazioni.

    "Beh, può sempre confermare all'ultimo minuto. Oltretutto, Winnie ti ha già concesso la serata libera, quindi ci devi andare o si incazzerà per averle fatto cambiare i turni

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