Le figure del risorgimento senza risorgimentitori ovvero i personaggi del risorgimento visti dai loro contemporanei
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Quanto cianciare si è fatto sul risorgimento! Chi scrive persino la parola con la “R” maiuscola, chi maledice Garibaldi. Per non parlare del fenomeno neoborbonico. Ma chi erano davvero questi personaggi che hanno in qualche modo segnato due secoli?
Questo libro apre una interessante (e per certi versi divertente) finestra sul risorgimento italiano come non l’avete mai studiato.
Duilio Chiarle
Duilio Chiarle, writer and guitarist of "The Wimshurst's Machine".Duilio Chiarle, scrittore e chitarrista dei "The Wimshurst's Machine".Ha ricevuto il premio "Cesare Pavese" nel 1999. Gli sono stati attribuiti i premi internazionali "Jean Monnet" (patrocinato dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dall’Università di Genova e dalle Ambasciate di Francia e Germania) e "Carrara - Hallstahammar" (quest'ultimo per due volte consecutive).Con il gruppo musicale "The Wimshurst's Machine" ha ricevuto tre nomination hollywoodiane consecutive: sono suoi i racconti dei "concept" musicali.Ha ricevuto l'onorificenza di "Ufficiale" dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
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Le figure del risorgimento senza risorgimentitori ovvero i personaggi del risorgimento visti dai loro contemporanei - Duilio Chiarle
Le figure del risorgimento senza risorgimentitori ovvero i personaggi del risorgimento visti dai loro contemporanei
di Duilio Chiarle
Copyright 2014 Duilio Chiarle
Tutti i diritti riservati
Prima edizione
Smashwords Edition,
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Grazie per il rispetto al duro lavoro di questo autore.
Elenco dei capitoli dell’opera:
-RISORGIMENTO E RISORGIMENTITORI: RISTABILIRE LA VERITA’ SENZA RETORICA
-AURELIO SAFFI VISTO DA OLINDO GUERRINI
-UN BACIO DI GARIBALDI NARRATO DA OLINDO GUERRINI
-GLI ULTIMI ANNI DI GIACOMO LEOPARDI
-I CARBONARI VISTI DA MASTRO TITTA
-CAVOUR VISTO DA FERDINANDO PETRUCCELLI DELLA GATTINA
-GIUDIZI SULLA POLITICA CON UN ACCENNO ALLA VITA DI NINO BIXIO DATI DA CESARE LOMBROSO
-GARIBALDI E CAVOUR VISTI DA GIUSEPPE CESARE ABBA
-FELICE ORSINI VISTO DA PELLEGRINO ARTUSI
-BIXIO, NIEVO E CAIROLI NARRATI DA GIUSEPPE CESARE ABBA
-INNO DEGLI ITALIANI DI GOFFREDO MAMELI
-CARLO ALBERTO VISTO DA DOMENICO CARBONE (RE TENTENNA
)
-IL RE TRAVICELLO DI GIUSEPPE GIUSTI OVVERO GLI ITALIANI CI CASCANO SEMPRE
.
RISORGIMENTO E RISORGIMENTITORI:
RISTABILIRE LA VERITA’ SENZA RETORICA
Quanto cianciare si è fatto sul risorgimento! Chi scrive persino la parola con la R
maiuscola, chi maledice Garibaldi. Per non parlare del fenomeno neoborbonico. Ma chi erano davvero questi personaggi che hanno in qualche modo segnato due secoli? Pochi si rendono davvero conto di cosa è stato l’ottocento italiano e oggi questi personaggi sono così intrisi dal mito patriottico che non riusciamo più a distinguere il vero dal falso e la retorica ha coperto con un velo di immacolata innocenza tutto il periodo risorgimentale.
Oggi dobbiamo rivedere alcune di quelle figure. Certe devono essere rivalutate, altre vanno reincasellate con il giudizio sereno che la storia deve necessariamente dare.
Alla morte di Vittorio Emanuele II, il figlio e futuro re Umberto I entrò per la prima volta della stanza del padre e scoprì con raccapriccio cosa vi era contenuto: la gigantografia di una fotografia della Contessa di Castiglione nuda in posa sguaiata, un cofanetto con le regalie
ricevute da vari personaggi equivoci (incluse le tangenti dello scandalo della Banca Romana
, che per la cronaca fu il peggior scandalo del XIX secolo) per un totale di parecchi milioni di lire in contanti, una cifra immensa, ed un certo numero di altre amenità. Umberto mandò all’erario la somma e fece distruggere l’immagine pornografica. In fondo le sfrenate abitudini sessuali di questo bizzarro padre della patria hanno gettato non poche ombre sulla sua figura, la più ingombrante delle quali fu proiettata nientemeno che da Massimo D’Azeglio, patriota, nobile, artista, politico (fu Presidente del Consiglio) il quale pare abbia affermato come il vero erede di Casa Savoia fosse morto in un incendio e che il re era in realtà figlio di un macellaio di Porta Romana a Firenze
, macellaio che riceveva una cospicua remunerazione dall’erario, di cui il D’Azeglio specificava anche il nome. Oggi il libro con questa informazione è introvabile, impubblicabile e persino il successivo Un fiorentino sul trono dei Savoia
di Otello Pagliai è stato fatto sparire: niente che possa inficiare le versioni ufficiali deve sopravvivere. Il risorgimento non può mai mostrare lati negativi.
Che dire poi dell’impressionante massacro che fu la lotta al brigantaggio? Il mezzogiorno fu messo a ferro e fuoco dall’intero neonato esercito italiano il quale trattò patriotticamente quelle terre in modo simile se non peggiore di quanto farà poi nelle colonie d’africa e da quel giorno la politica militare di un intero secolo consistè nello spostare i settentrionali al sud e i meridionali al nord: dopo aver subito il sacco decennale della lotta al brigantaggio, i soldati del mezzogiorno non si fecero scrupoli nello sparare sugli operai del nord in sciopero, addirittura con i cannoni come ordinò il Generale Bava Beccaris. Il risorgimento produsse interessanti fenomeni militari come Cadorna, stratega a dir poco incapace nonchè sublime responsabile della disfatta di Caporetto, rimosso e poi sostituito con Diaz. Cadorna (il cui unico merito era quello di appartenere ad una famiglia di generali), era l’inventore della tecnica del cosiddetto attacco brillante
, ovvero mandare all’attacco frontale più soldati di quelli che le mitragliatrici erano in grado di uccidere: lascio a voi il giudizio su un tale genio militare... D’altro canto pochi sanno che la prima guerra mondiale rappresenta il compimento del risorgimento, con la conquista del Friuli e dell’Alto Adige (una regione germanofona che di italiano non ha nemmeno il nome, si chiama infatti sud Tirolo
). Varrebbe qui la pena di ricordare che l’Italia entrò in guerra contro Austria e Germania, Paesi con i quali aveva concluso una alleanza militare: naturalmente gli austriaci tentarono di comprare la neutralità italiana offrendo quasi le stesse cose che l’Italia avrebbe ottenuto al prezzo di seicentomila morti (un terzo dei quali fucilati) e un milione di mutilati. Vogliamo parlare poi del genio strategico dell’Ammiraglio Persano, quello che fece uscire a Lissa le navi dal porto in fila indiana dando l’incredibile opportunità agli austriaci di fare un imperdibile il tiro al bersaglio affondandole tutte? Ma vi sono anche le strepitose imprese coloniali: la sconfitta di Adua e Dogali che obbligarono gli inglesi ad impegolarsi nella