Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Tracce
Tracce
Tracce
Ebook191 pages2 hours

Tracce

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Questa raccolta di racconti nasce da un gruppo di scrittura.
In questo gruppo, ogni mese, viene scelto un tema, una frase, una parola, da quello spunto ogni autore scrive un breve racconto.
Questi trenta racconti sono il frutto della mia partecipazione a questo gruppo.
Un grazie a tutti i partecipanti al gruppo che hanno dato vita e vitalità a questa esperienza.

LanguageItaliano
Release dateDec 26, 2010
ISBN9781458016676
Tracce
Author

Massimo Bolognino

Massimo Bolognino, classe '63. Nato a Novara, vive a Canneto Pavese in provincia di Pavia. Appassionato di lettura fin da piccolo. Dai fumetti ai romanzi, dalla fantascienza ai saggi. Ha pubblicato una raccolta di Poesie e alcuni libri di fotografie. Ha collaborato a diverse Antologie tra cui "Vite deragliate" e "Amori (s)cacciati". Contatti: http://www.maxbolo.com

Read more from Massimo Bolognino

Related to Tracce

Titles in the series (5)

View More

Related ebooks

Short Stories For You

View More

Related articles

Reviews for Tracce

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Tracce - Massimo Bolognino

    Tracce

    Raccolta di racconti

    By

    Massimo Bolognino

    SMASHWORDS EDITION

    * * * * *

    PUBLISHED BY:

    Massimo Bolognino on Smashwords

    Tracce

    Copyright © 2010 by Massimo Bolognino

    All rights reserved. Without limiting the rights under copyright reserved above, no part of this publication may be reproduced, stored in or introduced into a retrieval system, or transmitted, in any form, or by any means (electronic, mechanical, photocopying, recording, or otherwise) without the prior written permission of both the copyright owner and the above publisher of this book.

    This is a work of fiction. Names, characters, places, brands, media, and incidents are either the product of the author's imagination or are used fictitiously. The author acknowledges the trademarked status and trademark owners of various products referenced in this work of fiction, which have been used without permission. The publication/use of these trademarks is not authorized, associated with, or sponsored by the trademark owners.

    Smashwords Edition License Notes

    This ebook is licensed for your personal enjoyment only. This ebook may not be re-sold or given away to other people. If you would like to share this book with another person, please purchase an additional copy for each person you share it with. If you're reading this book and did not purchase it, or it was not purchased for your use only, then you should return to Smashwords.com and purchase your own copy. Thank you for respecting the author's work.

    * * * * *

    Questo libro è un’opera di fantasia.

    Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione.

    Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è assolutamente casuale.

    © 2010 Massimo Bolognino

    Prefazione

    Questa raccolta di racconti nasce da un gruppo di scrittura.

    In questo gruppo, ogni mese, viene scelto un tema, una frase, una parola, da quello spunto ogni autore scrive un breve racconto.

    Questi trenta racconti sono il frutto dei miei quindici mesi di partecipazione a questo gruppo.

    Un grazie a tutti i partecipanti al gruppo che hanno dato vita e vitalità a questa esperienza con i loro consigli e le loro critiche.

    Prigione

    Pioggia

    La pioggia non è mai piaciuta a nessuno, almeno questo è quello che penso io, non ho nemmeno un ombrello, non so nemmeno cosa sia un ombrello... figuriamoci che faccia ho fatto questa mattina quando con gli occhi ancora appiccicati dal sonno ho scostato la tenda.

    Fuori pioveva.

    Ancora.

    Mi sono stropicciato per bene gli occhi anche se lo so che non si deve fare... ho messo gli occhiali, malgrado tutto questo, fuori continuava a piovere.

    Una giornata di pioggia mi va per traverso, ma questa è... non mi ricordo nemmeno più bene da quanti giorni sta piovendo!

    Ogni mattina mi sveglio, già di umore storto, guardo fuori... immancabilmente piove.

    E ogni mattina il mio umore diventa sempre più nero.

    Quanto nero può diventare un umore già nero?

    Beh il mio questa mattina ha trovato una nuova tonalità di nero più nero del nero.

    Non avendo un ombrello e non sapendo nemmeno cos’è un ombrello, come ogni mattina, da giorni, da mesi, forse da anni, non ho fatto nulla.

    Quando piove così, quando diluvia, non resta altra soluzione che non fare nulla e basta.

    Quando spioverà, allora uscirò, e qualcosa da fare, tutte le cose che ho da fare, le farò.

    Quando e se, se e quando spioverà.

    Per ora continua a piovere, senza mai fermarsi, il tamburellare della pioggia ormai mi è entrato nella testa e neppure lo sento più: è un rumore di fondo e come tale è diventato un silenzio.

    Ma non è grave, prendo il libro, cerco lo stecchino che fa da segnalibro.

    Ecco dove ero arrivato, stavo proprio per dire che non può piovere per tutta la vita

    Mi chiamo Aureliano e sono di umore nero, ora ricordo: ormai ho alle spalle quattro anni, undici mesi e due giorni di pioggia!

    Oggi forse spioverà, ma già lo so: da qui dentro io non riuscirò mai più ad uscire.

    Un’estate incredibile

    Pioggia

    Nemmeno io ci voglio credere. Per essere precisi io, prima di ieri, non ci avevo proprio mai pensato. Sono un tipo preciso, metodico, pratico. Ho sempre riposto molta fiducia nella scienza e nella tecnica, non ho mai creduto ai fantasmi, a dio, alle cose sovrannaturali, al malocchio e roba del genere.

    Ventiquattro giorni, ventiquattro giorni di fila, cioè non di fila, insomma... ora sto facendo confusione.

    Partiamo dall’inizio, è sempre un ottimo metodo per mettere ordine, anche nei pensieri.

    All’inizio della primavera io, che mi chiamo Paolo, e il mio amico Luca ci siamo ripromessi di fare delle gite in montagna, una passione che abbiamo in comune.

    L’idea era quella di sfruttare tutti i sabati o le domeniche di bel tempo per farci un bel po’ di passeggiate.

    Io ho cominciato a pianificare gli itinerari, alcuni anche di due giorni; Val d’Aosta, Piemonte, Svizzera erano le nostre mete.

    Le prime passeggiate con dislivelli minimi, cinquecento-seicento metri, per arrivare poi ad affrontare anche duemila metri di salita.

    Avevo preparato una decina di itinerari, a Luca stava bene qualunque cosa, bastava camminare e non dover pensare agli itinerari, quindi l’organizzazione era tutta mia, cosa che mi divertiva quasi quanto fare trekking.

    Io sono un tipo preciso, quando parto per una salita mi porto tutto l’occorrente: due cambi di calze, due magliette pulite, la crema protettiva per il sole, gli occhiali da ghiacciaio, il burrocacao, le ciabatte aperte per far riposare i piedi una volta arrivato al rifugio, il coltellino svizzero, la moka, il fornelletto a gas, un uovo sodo, il sale, il pepe, una boccettina per l’olio, una per l’aceto, gli stuzzicadenti, le cartine militari con tutti i sentieri, insomma eravamo, cioè ero, molto organizzato.

    Luca, insomma... a Luca piaceva più che altro camminare, tutte queste cose le lasciava a me, anche se poi si beveva volentieri il caffè bollente della mia moka da due tazze.

    Luca si portava poche cose, più che altro a lui piaceva fare fotografie e camminare e bere il mio caffè.

    Eravamo entrambi soli, io mi ero appena separato e lui era rimasto improvvisamente vedovo qualche anno prima, quindi potevamo fare tutto quello che più ci piaceva: camminare.

    Cominciammo così, alla prima domenica di maggio, con una passeggiata poco impegnativa in Val d’Aosta.

    Il tempo era splendido, l’aria tersa, il sentiero era quasi in falsopiano, la strada era abbastanza lunga perché ci portava lentamente al rifugio dove avremmo pranzato, una cosa veramente facile, tanto per iniziare la stagione.

    Inevitabilmente cominciammo a parlare.

    Oggi dobbiamo stare attenti, qui siamo a quota troppo bassa, anche se vedi una bella ragazza devi stare tranquillo, è inutile cercare di parlarci, non vanno bene per noi. Con questo discorso Luca mi aveva stupito e incuriosito, era sicuramente una delle sue teorie strampalate, valeva sicuramente la pena di sentirla per farsi quattro risate.

    Sentiamo, quale sarebbe la teoria? Essendo la quota bassa, l’aria è ancora inquinata o comunque spessa e quindi se vedo una ragazza, mi sembra strafiga e invece è un cesso? Mi ero buttato nella speranza di indovinare l’argomentazione che stava dietro alla sua boutade.

    Che cazzata! No, no, è una questione di Selezione Altimetrica.

    Selezione Altimetrica, definire prego. Luca stava per iniziare una delle sue assurde tesi pseudoscientifiche, c’era di che passare il tempo fino al rifugio.

    Veda esimio Dottor Paolo, caro collega, le spiego subito le premesse, la tesi e i relativi esperimenti scientifici di controllo a doppio cieco che andremo a fare questa estate. Per la verità non eravamo dottori, non eravamo colleghi, non eravamo nemmeno esimi e nemmeno scienziati: cominciavamo decisamente bene!

    Premesso che un esemplare di homo sapiens di sesso femminile che si confaccia alle nostre esigenze deve obbligatoriamente essere appassionata di trekking, lei converrà con me che il luogo più adatto per scovare un esemplare di bell’aspetto di questo tipo è sicuramente la montagna; in particolare presso rifugi, bivacchi, alpeggi, baite, vette, cime, rupi... ne conviene?

    Ne convengo, ne convengo Ne convenni, anche se ancora non avevo ben capito la tesi di Luca.

    Stanti le suddette premesse ne discende, sine ullo dubio, la mia tesi.

    Che sarebbe?

    Esiste una funzione ben precisa che permette di determinare la compatibilità nonché l’appetibilità, mi scusi il termine, del soggetto ed è...

    Luca fece una pausa troppo lunga.

    Senti, mi sto per addormentare, ho capito, è l’altitudine ma che vuol dire?

    Eccellentissima intuizione, dotto collega, anche se l’avevo già detto prima...

    Mi sta venendo fame, vedi se ce la puoi fare a partorire questa teoria, ancora una decina di minuti e siamo arrivati

    Che brutta cosa l’invidia, in special modo in campo accademico... ahi Gli avevo assestato un calcio e questo stimolò Luca a concludere.

    Ehm... dicevo, glielo spiegherò in modo semplice, in modo che anche lei possa comprenderla. A quota bassa, diciamo entro i mille metri di altitudine, può arrivare chiunque, cinquecento metri più in alto abbiamo una prima selezione, a duemila metri si ha una ulteriore scrematura.

    Propongo quindi, a scopo di verifica della tesi, vale a dire il legame tra la compatibilità e la quota altimetrica, di attaccare bottone con ragazze carine a partire dai millecinquecento metri di quota fino ad oltre tremila e determinare se un parametro è funzione dell’altro.

    Mi sembra un’ottima teoria e mi propongo di aiutare la ricerca scientifica in oggetto come doppio cieco Accettai subito la proposta di Luca e passammo un paio d’ore di sosta per il pranzo a pianificare i dettagli.

    L’idea era di conoscere ragazze carine nei tre range, da millecinquecento metri a duemila, tra duemila e duemilacinquecento e sopra i duemilacinquecento. Ognuno dei due avrebbe valutato per conto proprio un indice di compatibilità, tarato tra due estremi dati da Maria e Anna, la peggio e la meglio che conoscevamo entrambi, diviso con una scala in decimi, essendo uno, nessuna compatibilità pari a Maria e dieci, perfetta compatibilità, come Anna.

    Ci stavamo già divertendo, era solo maggio, e ancora non avevamo fatto nulla!

    Quel clima, quel nostro modo di affrontare i problemi che, ognuno dei due a modo suo, aveva incontrato sul sentiero della propria vita, ci fece compagnia per tutta l’estate.

    A volte di sabato, a volte di domenica, a volte l’intero fine settimana, partivamo immancabilmente per una di queste uscite.

    Di ragazze con cui attaccare bottone ne trovammo ben poche, sopra i tremila ci andammo anche noi solo un paio di volte e la teoria della prima uscita non poté essere provata in modo scientifico, secondo Luca dovevamo effettuare almeno un migliaio di rilevazioni, mentre a fine settembre avevamo parlato sì e no con una decina di ragazze e nemmeno molto carine.

    Una sola era venuta a fare qualche camminata con noi.

    Troppo scarsi i dati raccolti per avallare la teoria fondamentale della quota altimetrica da me intuita. Sentenziò Luca in birreria per la bevuta che chiudeva la stagione del trekking.

    Complice la terza pinta di Guinness, di colpo, mi venne la folgorazione.

    Luca, non ti sembra che questa estate, insomma le nostre gite, che sia capitato qualcosa di strano, di assolutamente improbabile, anzi di incredibile se non addirittura impossibile?

    Luca mi guardava con le palpebre a mezz’asta, non eravamo certo due che sarebbero entrati nel loro libro per il numero di pinte bevute, alla terza la nostra lucidità mentale era già compromessa.

    Adesso che mi ci fai pensare, ammetto che prima non avevo proprio considerato la cosa... No, effettivamente non ho notato nessun fatto strano, improbabile o degno di nota.

    Luca, abbiamo fatto ventidue uscite, per un totale di ventiquattro giorni, nell’arco di cinque mesi, siamo usciti TUTTI i fine settimana.

    Sì, è vero, ci siamo divertiti, non ci siamo fatti mancare nulla. Se vuoi aggiungere un altro fatto... ecco Cristina, quella che abbiamo conosciuto al Vittorio Emanuele secondo, mi ha chiesto se usciamo una sera per una cena, ehm... cioè l’ha chiesto a me capisci, cioè non a noi due, insomma... comunque è un evento eccezionale, improbabile, forse incredibile, ma non impossibile.

    Lo sapevo, l’ha chiesto a me se era il caso di fare lei il primo passo con te; non intendevo quello comunque. Luca ti sei reso conto che non abbiamo mai preso una goccia d’acqua?

    Sì, sì, ora che mi ci fai pensare è vero, sempre belle giornate, sole, cieli azzurri, vero, vero. Beh ma, in cinque mesi, ventiquattro giorni di bel tempo non sono nulla di incredibile, non ti pare? Abbiamo avuto un gran culo!

    Ok. Ma non è sempre stato bello in questi cinque mesi. Non ha mai piovuto quando e dove eravamo noi. Se ricordi, dopo quattro o cinque uscite abbiamo anche smesso di guardare le previsioni del tempo. Quando siamo andati di sabato era sereno al sabato, ma poi magari ha piovuto la domenica e viceversa. Non solo, a volte non pioveva SOLO dove eravamo noi, a pochi chilometri di distanza diluviava. Non ti ricordi di cosa ci raccontò Stefano ad Agosto, lui e la moglie erano nella valle di fianco alla nostra, hanno preso secchiate d’acqua.

    Paolo, cosa vorresti dimostrare, che dove andiamo noi portiamo il sereno? Che la pioggia si sposta sulla montagna di fianco per non darci fastidio? Sei più ubriaco di me questa volta!

    Ascolta! Ti sembra possibile, dal punto di vista delle probabilità, che per cinque mesi, per ventiquattro giorni, sempre in zone montuose e quindi, per loro natura, piovose, noi non abbiamo mai preso una goccia d’acqua, anzi, abbiamo fatto fatica a vedere delle nuvole? A me sembra una cosa impossibile!

    Quindi? Abbiamo fatto forse una qualche danza del sole? Non capisco quale sarebbe la tua teoria Paolo. Sei diventato mistico? animista? scintoista? anabattista? Io penso che sei ubriaco.

    Luca mi disse che ero ubriaco come solo un ubriaco sa dire ad un altro ubriaco.

    Questa mattina sono sobrio, ho un gran mal di testa, ma sono perfettamente sobrio.

    Ho controllato le gite, spesso siamo andati dove avrebbe dovuto piovere, anzi, dove quel giorno ha effettivamente piovuto, ma non dove eravamo noi, forse poco distante, ma non esattamente lì, perché noi eravamo lì... dove eravamo e lì non pioveva, non pioveva mai.

    Forse ho preso troppo sole in montagna è mi si è fuso il cervello, fatto sta che questa mattina ho cominciato a studiare le teorie di Ighina e mi sto convincendo che

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1