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Il Labirinto Psicofarmaci
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Il Labirinto Psicofarmaci

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Da più parti è stato sostenuto che gli enormi sviluppi della ricerca scientifica sui processi neuro-chimici che sono alla base dei processi psichici, ed in particolar modo dei processi in senso lato “patologici”, abbia come scopo principale, se non unico, quello di creare nuovi psicofarmaci da piazzare sul mercato, spesso solo apparentemente più efficaci. Si tratta di una linea di pensiero sulla quale occorre riflettere, ma che deve essere riportata nelle sue giuste proporzioni, per impedire fondamentalismi che portano a demonizzare indistintamente i farmaci in uso nella psichiatria. In effetti, non è il farmaco a essere buono o cattivo, ma l'uso che se ne fa. Un uso razionale degli psicofarmaci, con la debita attenzione gli innegabili e numerosi effetti collaterali che la maggior parte di essi comporta, consiste nella ricerca della posologia minima efficace e nella somministrazione per periodi possibilmente brevi, evitando, se consentito dal decorso della malattia, l'utilizzo cronico a dosaggi elevati.

LanguageItaliano
Release dateSep 29, 2012
ISBN9781301524037
Il Labirinto Psicofarmaci

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    Il Labirinto Psicofarmaci - Elisabetta Ferrari

    Quello degli psicofarmaci è un argomento complesso e molto controverso, dove regna molta confusione incrementata da miti e pregiudizi. Di recente ha preso piede una tendenza culturale a considerare l’uso degli psicofarmaci come il frutto di una speculazione farmaceutica. Da più parti è stato sostenuto, con diversi argomenti, che gli enormi sviluppi della ricerca scientifica sui processi neuro-chimici che sarebbero alla base dei processi psichici, ed in particolar modo dei processi in senso lato patologici, invero fortemente sponsorizzata dall’industria farmaceutica, abbia come scopo principale, se non unico, quello di creare nuovi psicofarmaci da piazzare sul mercato, spesso solo apparentemente più efficaci. Si tratta di una linea di pensiero sulla quale occorre riflettere, ma che deve essere riportata nelle sue giuste proporzioni, per impedire fondamentalismi che portano a demonizzare indistintamente i farmaci in uso nella psichiatria. In effetti, non è il farmaco a essere buono o cattivo, ma l'uso che se ne fa. Un uso razionale degli psicofarmaci, con la debita attenzione gli innegabili e numerosi effetti collaterali che la maggior parte di essi comporta, consiste nella ricerca della posologia minima efficace e nella somministrazione per periodi possibilmente brevi, evitando, se consentito dal decorso della malattia, l'utilizzo cronico a dosaggi elevati.

    Avvertenza

    Nel presente testo prenderemo in considerazione i vari tipi di psicofarmaci, con intento meramente descrittivo ed illustrativo, senza alcuna finalità medica o terapeutica che, come è giusto che sia, devono rimanere, sempre e comunque, riservate al personale medico competente ed autorizzato. Peraltro, sconsigliamo vivamente al lettore l’uso di qualsivoglia farmaco, anche se consentito in automedicazione dalla legislazione vigente, in assenza di opportuna consultazione medica.

    I FARMACI ANTIPSICOTICI

    A partire dalla sintesi, nel 1952, della Clorpromazina (Largactil, Prozin), la terapia delle Psicosi ha potuto avvalersi di strumenti farmacologici sempre più efficaci. Essi hanno radicalmente cambiato la prognosi di tali disturbi consentendo, tra l'altro, il progressivo abbandono di strutture di tipo manicomiale, essenzialmente coercitive, e l'avvento di un approccio terapeutico-riabilitativo con risultati spesso assai soddisfacenti (nel corso di crisi acute). I neurolettici, altrimenti definiti farmaci antipsicotici, influenzano l'attività dei sistemi neurotrasmettitoriali dopaminergico, noradrenergico, serotoninergico, colinergico, Gabaergico ed istaminergico. In particolare, l'efficacia antipsicotica di tali composti è legata essenzialmente all'azione esplicata a livello del sistema dopaminergico (DA).

    I Neurolettici piu' utilizzati sono:

    la clorpromazina (Largactil, Prozin), la levomepromazina (Nozinam), la promazina (Talofen), la Clotiapina (Entumin), l'aloperidolo (Serenase, Haldol), la pimozide (Orap), la sulpiride (Championyl, Dobren, Equilid), la levosulpiride (Levopraid) e l'amisulpiride (Sulamid, Deniban, Soliad). I Neurolettici depot (es. Moditen depot) sono rappresentati da aloperidolo decanoato, flufenazina decanoato e perfenazina enantato. Sono composti che, grazie ad un meccanismo di cessione prolungata della molecola attiva, garantiscono un'azione prolungata del principio attivo che viene somministrato per via intramuscolare mediante iniezioni praticate ogni 2, 3, 4 settimane. Gli effetti collaterali in corso di terapia con neurolettici sono relativamente frequenti. E' necessario che il paziente conosca alcuni degli effetti collaterali più importanti sia per il disagio soggettivo che questi arrecano al paziente, sia per l'effettiva necessità di intervento medico.

    Schematicamente tra gli effetti collaterali ricordiamo:

    - parkinsonismo;

    - distonia acuta o crisi neurodislettica;

    - discinesia tardiva;

    - rabbit syndrome: caratterizzata da tremore periorale;

    - acatisia: rende difficile o impossibile il mantenimento di una posizione di riposo;

    - stipsi;

    - ritenzione urinaria;

    - eiaculazione ritardata;

    - aumento della pressione intraoculare;

    - amenorrea, galattorrea, ginecomastia;

    - riduzione della libido;

    - aumento di peso;

    - turbe del ritmo cardiaco;

    - ipotensione ortostatica.

    Oggi si usano molto i cosiddetti antipsicotici atipici (es. Risperdal, Zyprexa, Belivon, Seroquel, Leponex, Levopraid, ecc.). Gli antipsicotici classici sono poco costosi, sono molto efficaci sui sintomi positivi (deliri, allucinazioni e disturbi formali del pensiero), ma inutili su quelli negativi (appiattimento affettivo, rallentamento psico-motorio, ecc.), spesso necessitano inoltre di un'associazione con gli anticolinergici per bloccare gli effetti collaterali extrapiramidali. Sono disponibili in forma deposito (per via intramuscolare, a lento assorbimento). Gli antipsicotici atipici sono costosi, agiscono sia sui sintomi positivi che su quelli negativi, causano minori effetti collaterali e non danno effetti extrapiramidali. Non sono disponibili in forma deposito.

    Classificazione e generalità.

    Il precursore di questi farmaci è la clorpromazina [Largactil, Prozin], sintetizzata nel 1951. In questa classe ritroviamo numerosi composti che presentano un'indicazione elettiva nel trattamento dei sintomi psicotici della schizofrenia e dello stato di eccitamento maniacale. Per tale motivo sono anche chiamati antipsicotici. Le ricerche biochimiche dimostrano che alla base di questi disturbi è presente un aumento della secrezione di monoamine e prevalentemente della dopamina a livello cerebrale. L'azione dei neurolettici consiste appunto nel ridurre l'azione della dopamina bloccando i recettori dopaminergici post-sinaptici. In base agli effetti clinici, i neurolettici vengono distinti in sedativi e incisivi (Lambert e Revol). L'effetto incisivo consiste nell'attenuazione dei deliri e delle allucinazioni (sintomi positivi); l'effetto sedativo si esplica essenzialmente sull'ansia psicotica e sull'eccitamento psicomotorio. Fra i farmaci a prevalente effetto incisivo ricordiamo l'aloperidolo [Serenase,, HaIdol], e la pimozide [Orap]; fra quelli sedativi la promazina [Talofen], la levomepromazina [Nozinan e la clotiapina [Entumin].

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