L’imperialismo culturale che la scienza esercita sulla nostra visione del mondo è arrivato a persuaderci che solo ciò che è scientificamente accettato è razionale. Tutto il resto (anche se quel “resto” contiene la maggior parte della nostra vita) è dominato dal Caso ed è del tutto privo di senso. Niente vieta che le cose stiano proprio così. Ma non è dimostrato. Ci siamo abituati a pensare in questo modo per gratitudine verso la scienza che ci ha dato l’automobile, l’aereo, gli antibiotici, gli smartphone… L’umanità dovrebbe limitarsi a ringraziare, invece si abbandona a una fede cieca. Gli ultimi cent’anni hanno rivoluzionato le basi della fisica, i tabù scientifici crollano uno dopo l’altro, ma la scienza insiste a vedere solo la materia/energia e rifiuta di prendere in considerazione tutto ciò che una volta era definito “spirituale”. E siccome ciò che viene cacciato dalla porta rientra dalla finestra, il tempo e la luce sono diventate entità quasi metafisiche. (La maggior parte degli scienziati si dichiara atea in quanto razionalista, e finge di non accorgersi che anche l’ateismo è una fede, visto che la ragione non può dimostrare che lo spirito esiste, ma nemmeno che non esiste.)
La scienza, anche dopo l’avvento della psicanalisi, ci impone di credere che i sentimenti sono irrazionali, fallaci, buoni soltanto per confezionare film e romanzi, e che i fatti inspiegabili (che sono sempre esistiti e continuano a verificarsi) sono trucchi o coincidenze. Eppure i fatti inspiegabili, pur continuando a essere inspiegati, non smettono di essere fatti: sono documentati, comprovati, e spesso ripetuti. Il loro unico difetto è che la scienza non sa spiegare come possono essere avvenuti. Non si tratta necessariamenteun’altra vita”, di averla “ritrovata”. È una sensazione così ben conosciuta che già Platone, nel , ne dà una burlesca spiegazione (che attribuisce al commediografo Aristofane). Ed è una sensazione così forte che, anche quando la passione scade in amicizia, o il rapporto immiserisce in sopportazione reciproca, e perfino quando finisce malamente, rimane in noi la certezza, improbabile ma tangibile al punto da farci soffrire, di una realtà che per oscuri motivi non si è conservata perenne e inalterabile come avremmo voluto.
