
IL PUNTO NON ERANO I CAPELLI IN DISORDINE. Il punto non era la maglietta XXXL. No, nel caso del fondatore dell’exchange di criptovalute caduto in disgrazia Sam Bankman-Fried era tutto scritto sulla sua faccia: quel sorriso autoironico: “Mi dispiace, sono fottuto”, aveva twittato Bankman-Fried a novembre, ammettendo con un’alzata di spalle virtuale una crypto-calamità che ha polverizzato 8 mld di dollari, denaro di altre persone. “Se fossi stato un po’ più concentrato su quello che stavo facendo, sarei stato più scrupoloso”, ha detto Bankman-Fried al New York Times, mentre il suo crypto-exchange, FTX, andava in fumo. L’ostentata dimostrazione di incompetenza da parte di Bankman-Fried è probabilmente egoistica, dato che deve affrontare accuse di frode criminale, ma l’implicazione è inequivocabile: altre menti, ‘inferiori’, avrebbero dovuto preoccuparsi di questioni ‘inferiori’. Quando ho letto la dichiarazione di Bankman-Fried relativa alla propria inettitudine, il mio primo pensiero è stato “Che pagliaccio!”. Ma poi ho cominciato a sentire sempre di più una strana connessione.
sul comportamento nel posto di lavoro. D’accordo, forse non “il” libro. Ma “un” libro. Si intitola “Works Well With Others”. Pubblicato nel 2015, racconta la storia di come io, giovane redattore di riviste di bordo per gli aerei arrivato dal Texas, ho navigato nel mondo dei media newyorkesi, notoriamente attento allo status. La tesi del mio libro è che essere benvoluto dai tuoi colleghi e capi è un percorso verso il successo professionale, in qualsiasi campo ti trovi. Ci sono capitoli su come stringere la mano, scambiare una breve chiacchierata o fare un brindisi, e c’è un capitolo intitolato ‘Come pranzare in un ristorante di lusso pieno di persone importanti’. Non ho scritto il libro solo per gli uomini. Ma ripensandoci a posteriori mi accorgo che alcuni