ESPLORARE IL MONDO EDITORIALE di oggi è affascinante. Sintetizzarlo è invece difficile. Tante realtà che conosciamo stanno declinando, molti marchi resistono, alcuni passano di mano, ma non possiamo scommettere sulla loro tenuta. Altri produttori di contenuti si affacciano sul mercato con le loro idee e i loro prodotti, sull’onda di tecnologie ancora sperimentali. Eppure almeno 5 sviluppi appaiono chiari. Proviamo a evidenziarli a partire da alcuni segnali internazionali, fino ad arrivare da noi in Italia.
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Accanto alla presenza degli editori tradizionali e dei nuovi operatori digitali, osserviamo una moltitudine di content creator. Si tratta di creature mitologiche, metà editori e metà giornalisti.
Si distinguono dai semplici detentori di un account social perché ragionano come ragiona un editore: curano il loro prodotto, cercano un loro pubblico, lavorano sul loro brand. Ne ottengono un risultato economico. In alcuni casi stupefacente, in altri forse incerto. Sperimentano nuovi stili di comunicazione e nuovi contenuti. E questo dà valore al loro lavoro.
A metà gennaio di quest’anno la Reuters ha puntualmente pubblicato il suo report sullo stato dei media per il nuovo anno.