
LA TRAGEDIA DI SHAKESPEARE l’ha sì consacrata a città degli innamorati, ma la presenza del più grande teatro lirico all’aperto del mondo la rende all’altezza di capitale della musica.
L’Arena di Verona – anfiteatro di epoca romana che ha ospitato combattimenti fra gladiatori, giostre medievali, duelli e spettacoli vari – dal 1913 vanta questo primato (la capienza è di quasi 15mila spettatori) grazie all’intuizione del tenore veronese Giovanni Zenatello, insieme all’impresario teatrale Ottone Rovato, di destinarla a rappresentazioni open-air.
E a battezzaredi Giuseppe Verdi, proprio nell’anno in cui ricorreva il centenario dalla nascita del compositore di Busseto. L’opera andò in scena alle 20.30 del 10 agosto 1913: sul podio il direttore d’orchestra Tullio Serafin, sul palco Zenatello nel ruolo di Radamès. Tra il pubblico Giacomo Puccini, Pietro Mascagni, Riccardo Zandonai, Massimo Gorkij e Franz Kafka. Da allora, tranne brevi interruzioni durante le due guerre mondiali, ogni estate l’anfiteatro di piazza Bra accoglie oltre 400 mila spettatori e nel corso della sua storia moltissimi nomi di spicco ne hanno calcato il palco, come Renata Tebaldi, Mario del Monaco, Montserrat Caballè, Luciano Pavarotti, José Carreras, Rudolf Nurejev, Carla Fracci, Franco Zeffirelli, Riccardo Muti. Senza dimenticare che proprio all’Arena il 2 agosto 1947 ci fu il debutto italiano di una 23enne soprano greco-americana futura stella della lirica internazionale: Maria Kallas (così all’epoca) in di Amilcare Ponchielli.