
Clown, genio, provocatore, visionario, industriale e showman». Non ha usato mezzi termini la rivista Time per definire Elon Musk quando lo ha eletto “uomo dell'anno 2021”. Qualcuno, però, è arrivato a dargli perfino del cialtrone, a dimostrazione di come l'elenco degli aggettivi affibbiati al vulcanico imprenditore di origini sudafricane sia tanto lungo quanto variegato. Il Divino, come viene soprannominato dai suoi seguaci, non sembra quasi farci caso perché, in fin dei conti, è lui stesso ad alimentare attenzioni, interessi, critiche e controversie, è lui stesso che ama stare al centro della scena, nel bene o nel male. Non si spiegherebbe, altrimenti, l'ossessione per Twitter e l'utilizzo, spesso fuori le righe, del suo account.
PASSIONE TWITTER
Il social network non è soltanto il megafono delle sue idee. È qualcosa di più: è il cuore pulsante di strategie di comunicazione forse tranchant e sui generis, ma di sicuro impatto. Peccato che Musk spesso esageri. Perché, oltre a parlare di tutto e di più, da sostenitore della libertà di espressione a ogni costo va sempre dritto per la sua strada, anche quando infrange o aggira regole fissate per frenare le speculazioni e tutelare i risparmi e gli investimenti di milioni di persone. La Sec, la Consob americana, nel 2018 gli ha comminato una multa da 20 milioni di dollari per le sue promesse via social. Non è servito a nulla: l'imprenditore ha continuato a utilizzare Twitter a suo piacimento. Qualche esempio? Ha annunciato un'offerta di acquisto sul 100% della Tesla, per poi ritirarla; ha chiesto ai suoi follower di esprimersi, in una