I foil come le gomme, lo scafo come il telaio, le vele come il motore. Sono le analogie utilizzate per affiancare gli AC 75, le barche volanti dell’ultima edizione dell’America’s Cup, alle auto della Formula 1. Ne hanno parlato i commentatori televisivi e i giornalisti per cercare di spiegare al grande pubblico queste strane e complicatissime macchine volanti che sfrecciavano a 40 nodi spinte da un vento di soli 15! Se ne è parlato al bar, a scuola, in ufficio, dove, immancabilmente, qualcuno si affannava a spiegare come funzionavano queste inspiegabili macchine da corsa. Ne abbiamo parlato noi giornalisti specializzati che, per cercare di andare un po’ più nel dettaglio tecnico, spesso abbiamo fatto ricorso anche noi a questa analogia per necessità di semplificazione. I foil come le gomme, lo scafo come il telaio, le vele come il motore: ma alla fine, a noi comuni mortali che con la barca semplicemente navighiamo, senza volare, perché tutto questo ci dovrebbe interessare? La risposta c’è!
Queste nuove tecnologie ci interessano per lo stesso motivo per cui ci interessano le innovazioni tecnologiche che vengono introdotte nella Formula 1, innovazioni che poi, dopo qualche anno, a volte ritroviamo sulle nostre auto. La domanda a questo punto sorge spontanea: quali sono le innovazioni introdotte sugli AC75 che un domani ritroveremo sulle nostre barche? Andiamo a scoprirle. Prima di entrare nell’argomento, torniamo con la mente alle nottate passate davanti alla televisione quando aspettavamo di vedere queste barche, meravigliose e mostruose allo stesso tempo, volare sfiorando l’acqua piatta del Golfo di Hauraki: tutti, almeno in un momento, abbiamo pensato a cosa sarebbe accaduto se