
Tra Reggio Emilia e Parma, un viaggio di un pugno di chilometri alla scoperta delle memorie e delle meraviglie di colui che è stato definito come “l’ultimo romantico”, Luigi Magnani.
Raffinato uomo di cultura, collezionista di opere d’arte tra i più attenti della sua epoca, critico d’arte e di musica, ma anche scrittore. Magnani, con le sue ricerche e gli scritti su Correggio, Morandi, Mozart, Beethoven, Goethe, Stendhal, Proust, seppe, come pochi, ricongiungere le ragioni del sentimento e quelle dell’intelletto.
Quest’uomo era circondato da amici che hanno segnato la storia culturale del Novecento. Erano artisti, critici, musicisti, letterati, registi, aristocratici, capitani d’industria, da Bernard Berenson a Margaret, sorella della regina d’Inghilterra, a Eugenio Montale o Ungaretti.
Luigi era l’unico figlio superstite del Commendator Giuseppe, uomo che sulla terra e sui formaggi aveva creato una fortuna. La mamma, Eugenia Rocca, era nobildonna ligure. Ada e Lisetta, le sorelle di Luigi, erano morte giovanissime.
Alla educazione artistica del giovane rampollo sovrintese Adolfo Venturi, vale a dire una delle maggiori personalità dell’arte del tempo. Il maestro Alfredo Casella, grande compositore e direttore d’orchestra, loguidò acapire e