
Èstato Franz Halberg (1919-2013) negli anni Cinquanta a coniare la definizione di “ritmo circadiano” facendo derivare il termine dal latino: circa diem, cioè “intorno al giorno”, l’arco di tempo di 24 ore durante il quale si svolge l’attività fisiologica degli organismi viventi.
Lo studioso, di origine rumena ma naturalizzato statunitense, aveva iniziato una decina di an
ni prima a fare esperimenti sulla reazione del corpo ai ritmi naturali, fondando quella che conosciamo come cronobiologia moderna.
È stato sempre lui ad aprire i laboratori di cronobiologia all’Università del Minnesota. Cinque lauree , diverse candidature per il Premio Nobel in Medicina, un vita passata all’Harvard Medical School, Franz Halberg ha acceso la luce su un aspetto fondamentale della fisiologia umana, che affonda le sue radici nel più lontano passato. Un aspetto che non si deve trascurare se si vuole conoscere veramente il funzionamento del nostro corpo. Tutto parte dalla considerazione che i processi fisiologici degli esseri viventi si ripetono con regolarità. E che a guidare questi processi sono i fattori ambientali – come la luce e il buio, il caldo