Ville & Casali

Un giardino antico rinasce come l’Araba Fenice

“Il giardino è stato interamente sommerso dall’acqua salsa della laguna e lo scirocco ha abbattuto gli alberi che vi crescevano da oltre un secolo”. Gottardo Bonacini, architetto paesaggista e vice presidente di Wigwam Club Giardini Storici Venezia, inizia così il racconto del restauro del giardino del 19 novembre 2019 ha distrutto buona parte del giardino ottocentesco: “con la proprietaria, la contessa Elisabetta Lucheschi Czarnocki, abbiamo dovuto ripensare lo spazio, avendo cura di preservare l’impianto formale tipico dei giardini veneziani” spiega l’architetto a . Il giardino ripropone uno schema classico: dalla porta d’acqua, affacciata sul Canal Grande, si accede al portico, che ospita una collezione di Alocasie, e da qui a una corte pavimentata con una vera da pozzo cinquecentesca. Superato il cancelletto si accede al giardino cinto da mura perimetrali e sviluppato in lunghezza. “La sezione centrale”, spiega l’architetto, “è quella che ha conservato maggiormente l’aspetto originale”: bordure di bosso (Buxus sempervirens) incorniciano eleganti parterre che accolgono esemplari di rose Tea, Peonie arboree, Phlox paniculata e Salvia microphylla. Una palma (Trachycarpus fortunei), di gran moda nel periodo Liberty, svetta nell’aiuola circolare, attorniata da piante di Canna indica. A destra, una centenaria rosa Banksiae sfoggia una cascata di corolle dorate. “Fino a novembre 2019” continua Bonacini, “il giardino era molto verde, un po’ cupo per via degli allori e dei ligustri addossati al muro che separa il giardino da Ca’ Rezzonico”. Dopo aver liberato l’area dagli alberi caduti, l’architetto ha studiato un progetto di riqualificazione che ridesse forma e spazio alle essenze botaniche del giardino, aggiungendo pennellate di colore con la scelta di vistose fioriture primaverili. “Il mio intervento si è concentrato sulle aiuole laterali: a destra ho scelto di dare verticalità all’insieme con dei cipressi (Cupressus Sempervirens “Bolgheri”) volutamente disposti in modo asimmetrico per rispettare la memoria storica del giardino”. Ai piedi dei cipressi Bonacini l’architetto ha optato per ortensie “Annabelle” dalla fioritura verde avorio, Agapanthus africanus azzurri, esemplari di rose vittoriane “Paul Neyron”, iris e gelsomini invernali (Jasminum nudiflorum). E aggiunge: “Sul lato opposto ho creato una sorta di pergola a sbalzo che mitiga l’impatto visivo con il muro e crea una zona d’ombra e relax”. Sul pergolato, nobilitato da una cimasa settecentesca, si intrecciano rose antiche Mme Alfred Carriere, clematidi e piante di bignomia “Contessa Sara”. “Accanto al pozzo”, conclude l’architetto Bonacini, “un bassorilievo in marmo raffigura l’Araba Fenice: la rinascita del giardino era già scritta nella storia di questo luogo”.

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