Le delegazioni della Repubblica di Firenze e dello Stato Pontificio non si sono accorte di aver tracciato i confini sulle sponde di due fiumi diversi lasciando così “libera” una striscia di terra di poco più di 3 km quadrati occupata da circa 350 abitanti.
Èil 1431 quando l’Italia è ormai sulla soglia di grandi cambiamenti che la porteranno di lì a poco ai fasti del Rinascimento. Papa Martino V convoca il Concilio di Basilea (che poi si sposterà a Ferrara e a Firenze, acquisendo il nome di quest’ultima città) ma muore poco dopo passando la patata bollente al suo successore, Eugenio IV. I costi del concilio, che si pone come ultimo obiettivo quello di riformare la Chiesa, sono altissimi e il Papa è costretto a chiedere un prestito ai suoi ricchissimi confinanti fiorentini, i Medici. Il Banco dei Medici, che fu la banca più importante d’Europa, accetta di prestare 25.000 fiorini d’oro al papa (cifra che oggi potrebbe essere tradotta in 5 milioni di euro) chiedendo una garanzia in caso quel prestito non venisse restituito entro i termini stabiliti; il Pontefice decide quindi di cedere temporaneamente ai Medici la cittadina di Sansepolcro (dove circa vent’anni prima era nato il celebre pittore Piero della Francesca).
Il tempo passa e dopo dieci anni, nel 1441, Eugenio