
Per Jessica Chastain la moda è fondamentale: un vero piacere, sia veicolo di self-expression, che opportunità di crescita interiore. La moda è come la musica, afferma, è un’arte. «Mi fa provare di continuo sensazioni diverse, libera altre parti di me», spiega. È questa prospettiva – unita a una squisita struttura fisica, in linea con la vecchia Hollywood come con quella contemporanea – che ha fatto di Chastain la scelta naturale per rappresentare il numero del centenario de L’OFFICIEL, posando con look che spaziano da una decade all’altra.
Del resto c’erano anniversari che le frullavano in testa, quando ha parlato con la redazione. Era appena rientrata da Cannes, a dieci anni dal suo debutto al festival del cinema, con “L’albero della vita” di Terrence Malick. «Ho raggiunto i dieci anni di carriera, il che è scioccante». All’attivo una serie di film importanti, come i due in uscita: il biopic di Michael Showalter, “The Eyes of Tammy Faye” in cui Chastain si trasforma nella predicatrice controversa. E il remake, ambientato ai giorni nostri, di “Scene da un matrimonio” di Ingmar Bergman miniserie diretta da Hagai Levi per HBO, in cui i ruoli tra moglie e marito sono invertiti.
L’OFFICIEL:Ho visto i primi due episodi di “Scene di un matrimonio” e “The Eyes of Tammy Faye”. Congratulazioni, sono entrambi incredibili e davvero differenti. Cosa ti spinge ad accettare un determinato ruolo?