
l debutto delle stampe animalier coincide con la decade in cui diventa il magazine più amato dall’élite negli anni ’20. Se oggi le animal print spaziano dall’elegante al bizzarro,, la voce ufficiale della haute couture. L’idea di lusso a cui si richiamavano negli anni ’50 lascia spazio al sex appeal, quando sono le vamp a portare l’animalier. Nelle decadi successive, trovano spesso una collocazione naturale nei paginoni centrali delle pin-up alla Bettie Page, per diventare poi insegne delle controculture come nel punk, più che nel mondo della moda di lusso. Di fatto, mentre le donne reclamano più potere e libertà sessuale negli anni ’70 e ’80 le stampe wild prendono sempre più piede. Mentre durante i Nineties i pattern semplificati amplificavano il design minimalista, diventando ancora una volta epitome dello chic. Nel 2021 l’animalier continua a essere elegante, pur mantenendo un certo sense of humor. Le passerelle della F/W 2021 di Dior, Etro e Roberto Cavalli ne testimoniano la metamorfosi lunga un secolo – da stravagante simbolo esibito di lusso over the top a insegna di ribellione anti-establishment – e che ora definisce le animal print come un territorio davvero neutrale del guardaroba. E non c’è dubbio, queste creature avranno ancora molte vite davanti a sé.