
La mostra “Italy: the New Domestic Landscape” (Italia, il nuovo paesaggio domestico), inaugurata nel 1972 al Museo di Arte Moderna di New York è stato uno degli show più significativi nel campo del design. Ideata dal curatore Emilio Ambasz, presentava all’intellighentia americana un gruppo di italiani tra pensatori, designer e architetti che sarebbero poi stati radunati sotto il cappello di Radical Design. Tra i più noti c’erano Gae Aulenti, Ettore Sottsass, Archizoom, Superstudio e Gaetano Pesce, tutti uniti nel ripudiare gli ideali modernisti e nel discutere la possibilità di un pensiero utopico attraverso il design. Una citazione tratta dal Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry apriva il catalogo, suggerendo che l’utopia dovesse essere ripensata dalla cellula domestica grazie alla trasformazione dell’istituzione sociale più resistente al cambiamento, la famiglia.
MARXISTS DO IT BETTER
La mostra del 1972 non era un movimento unificato e costruito intorno a un manifesto politico o estetico, sebbene i suoi partecipanti condividessero una comune