Durante il secolo scorso, e oggi più che mai, l’argento è l’audace portabandiera di tutto ciò che è nuovo e rivoluzionario.
Dall’eveningwear ispirato all’Art Déco al nel corso dei suoi 100 anni di storia. Ma in questo secolo editoriale anche il suo significato culturale si è evoluto. Negli anni ’30, l’argento significava glamour, e sebbene non stampasse ancora le foto a colori nel 1933, non c’era dubbio dell’elevata lucentezza degli abiti d’argento di Alix Barton, che brillavano anche attraverso rigorose immagini in bianco e nero. Negli anni ’60, l’argento definì poi l’era spaziale. I tessuti con paillettes, mosaici metallici e lamé realizzati da Pierre Cardin e André Courrèges hanno raccontato un particolare momento culturale, visualizzando la sete globale di viaggi spaziali e di nuova tecnologia. In quegli anni niente era così cool come un miniabito di silver scintillante. Per tutti gli anni ’90, l’argento ha gridato glam da red carpet. I metalli, che brillavano luminosi come le icone dei tabloid dell’epoca, erano inseparabili sia dalla moda che dalle superstar di Hollywood. E mentre le supermodels abbagliavano negli abiti couture di Paco Rabanne, l’argento nel corso degli anni ha continuato a essere fonte di ispirazione per designer come Gianni Versace, che con il metal mash ha cementato il suo vocabolario ba-rock. Oggi, in questo 2021, le sfumature dell’argento sono un meta-riflesso dello spirito giovanile e dei desideri lungimiranti delle generazioni passate. Raccontano una voglia spassionata del domani, come in quei Sixties quando il 2020 sembrava lontano anni luce. Quando il silver era il colore non colore di un futuro rigorosamente spaziale.