CODEX AESINAS


Ci troviamo in Italia, di fronte a qualcosa che potrebbe cambiare il corso della storia, perché spesso in questa incredibile nazione affiorano enigmi di importanza epocale. Occorre innanzitutto partire dall’ipotesi del professor Giovanni Carnevale, che ha stravolto la storiografia tradizionale ubicando Aquisgrana, capitale del Sacro Romano Impero, dove lo stesso Carlo Magno morì, proprio dove c’è la chiesa di San Claudio al Chienti, in provincia di Macerata, nelle Marche. La Cappella Palatina di Aquisgrana è del XIII secolo, ha forma ottagonale e non assomiglia per nulla a quella descritta nei documenti che il professore ha interamente tradotto. Gli archeologi tedeschi dopo anni di scavo non hanno trovato alcun reperto dell’epoca carolingia. L’ipotesi dello studioso molisano è suffragata da vicende misteriose che nel passato coinvolsero gli stessi nazisti, raccontate nel dettaglio, insieme alla storia di San Claudio al Chienti, dal ricercatore Piero Giustozzi nel libro San Claudio al Chienti XX secolo – Sparizioni e misteri.
CARLO MAGNO
Re dei Franchi, dei Longobardi e imperatore dei Romani in onore dei quali ripristinò l’antico Impero Romano, arricchendolo con l’appellativo di Sacro, Carlo Magno fu considerato non solo un grande eroe, ma perfino un santo. I tedeschi, sempre molto attenti alla storia delle proprie origini, riservarono notevole interesse a questo grande imperatore, del cui antico regno vennero raccolti molti documenti sparsi in Europa relativi al Medioevo catalogati nel () e attraverso l’Istituto Archeologico Germanico, un’istituzione nata per preservare e diffondere gli studi attraverso la raccolta di notizie da parte dei (), curato da Theodor Mommsen, con il compito di raccogliere tutte le iscrizioni latine dell’Impero Romano. Di questi reperti, ben undici risultarono censiti nella chiesa di San Claudio al Chienti nel 1852.
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