SUA MAESTÀ IL GRAN PARADISO
“Allo scopo di preservare la fauna e la flora e di preservarne le speciali formazioni geologiche, nonché la bellezza del paesaggio”
– settecento chilometri quadrati di Alpi Graie, cinque valli tra Piemonte e Valle d’Aosta – per le altezze, una galassia di graniti inclinati, si comprende il perché di quel “Gran”: sta per grandioso. Ed il paradiso? È ben lontano (o forse franco-provenzale, a quella parlata andrebbe infatti ricondotto il più sublime degli inciampi linguistici: parete, non paradiso. Del resto ad altra altezza, “Sua” e “Reale”, è legata la nascita dell’area protetta più antica d’Italia. La Riserva Reale di Caccia, istituita nel 1856, è stata playground per le mattanze agostane, un massacro di camosci e stambecchi che si rinnovava ad ogni estate. Le Guardie di Vittorio Emanuele II non spingono più le prede a portata di moschetto, l’ultima battuta riportata è del 1913. Il Parco nasce meno di dieci anni più tardi “allo scopo di preservare la fauna e la flora e di preservarne le speciali formazioni geologiche, nonché la bellezza del paesaggio”. Dalla fine degli anni Quaranta la tutela di quest’ecosistema complesso e meraviglioso è affidata al Corpo dei Guardaparco, custodi inflessibili. Vi capiterà di vederne qualcuno in giro, sono molti di più quelli che stanno più in alto e più lontano, a presidiare costoni e valichi, appuntare ogni dettaglio alla fine della giornata nei piccoli rifugi in quota. Difficile tenersi alla larga dalla retorica, meglio allora andare direttamente ai centri visitatori e saperne di più, in prima persona, sulle attività in programma. L’estate è il periodo migliore.
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