Avanti e indietro
PESANTI GOCCE DI ACQUA SALATA mi colpiscono in volto, il caratteristico aroma della foglia di tabacco si sposta dalle case di fronte e si mescola a quello dei fumi del gasolio. Un trombettista solitario siede sulla riva del mare ad arpeggiare diligentemente, impassibile di fronte alle onde che si infrangono.
Non potrei correre da nessuna parte del mondo se non all’Avana. Animato da un’insolita esplosione di energia mattutina, mi affretto verso l’iconico Hotel Nacional de Cuba, gli occhi fissi sulla strada. Davanti a me ho i sei amano definirla il divano più lungo del mondo, un tumultuoso teatro all’aria aperta, dove una persona su due si presenta al tramonto per incontrare, salutare, dare appuntamento e discutere. Per me sarà sempre la “running route” più divertente di Cuba, il primo posto che visito quando torno all’Avana dopo una lunga pausa. Qui, tra flutti che si infrangono ed edifici malconci, sento di potermi riconnettere con la città e capire in fretta cosa è cambiato dall’ultima volta che ci sono stato. Basta meno di un’ora per un assaggio sullo stato d’animo della città e per un’ennesima, viscerale introduzione ai suoi panorami, ai suoi odori ed ai suoi suoni.
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