BRIVIDO IN FONDO ALLA VALLE



CAMMINARE NELLA LÖTSCHENTAL dopo il tramonto non è sicuro. Quando il sole cala dietro le montagne sopra la valle, stendendo un manto rosa sulle cime frastagliate in un’ultima sfida contro la notte, è meglio affrettarsi dentro, chiudere la porta e nascondersi sotto al copriletto. Gli Tschäggä stanno arrivando, il suono delle campane li annuncia: un costante dong dong dong si diffonde per le strette strade, mettendo in allarme mucche e pecore tenute nelle stalle durante l’inverno. Se sentite lo scampanio è già troppo tardi, gli Tschäggä vi stanno cercando. Sono alti tre metri, con volti orribilmente sfigurati. Vi spingono a terra, vi infilano le mani ruvide in bocca e vi strofinano il ghiaccio in faccia. Poi se ne vanno e vi ritrovate di nuovo soli nel buio. Vi alzate, scrollate via la neve dai vestiti e tirate un sospiro di sollievo. Ma ecco di nuovo il fragore delle campane che si avvicinano e non avete ancora trovato un posto dove nascondervi.
Pare improbabile che nella Lötschental si tenga una festa con l’obiettivo principale di spaventare i passanti occasionali. I quattro villaggi lungo la valle in cima alle Alpi svizzere sembrano spuntati fuori da una cartolina particolarmente sentimentale. Da novembre a maggio il grappolo di casette di legno viene sepolto da metri di neve, le stalattiti come spade si allungano giù dai tetti, le tende a quadretti
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