Con le Ali in Acqua
Molti di noi li hanno visti per la prima volta quando, nel 2013, i catamarani AC72 della America’s Cup con le ali - con i foil - hanno preso il volo. Da allora, per le barche a vela da competizione, queste appendici sono diventate sinonimo di velocità. Tanto che per permetterne l’uso sono state cambiate regole di classe e di regata. A partire dalle classi veliche che partecipano alle Olimpiadi. Ma di questo abbiamo parlato nello scorso numero di Nautica.
Parliamo ora del ben più ampio (in termini numerici) mondo delle barche a motore, dove i foil sono, invece, molto meno diffusi. Eppure, i vantaggi che si hanno con essi sono i medesimi che si ottengono su una barca a vela, vantaggi che si possono riassumere in una sola parola: efficienza, parola che ci dice che con i foil la barca funziona meglio.
Ricordiamo rapidamente in che modo.
I foil sono ali che lavorano in acqua invece che nell’aria. Per questo, più correttamente, dovrebbero essere chiamati hydrofoil. In particolare, sono ali orizzontali, di opportuna forma, che con la velocità spingono fuori dall’acqua lo scafo, sollevandolo. Come le ali dell’aereo che, sempre con la velocità ma in un altro fluido, fanno volare l’aereo stesso. Nel momento in cui lo scafo si solleva ed esce fuori dall’acqua, in acqua restano solo le ali e la resistenza idrodinamica totale si riduce drasticamente, sia la resistenza di attrito che quella derivante dalla generazione delle onde. In questo modo, con lo scafo fuori dall’acqua, bastano potenze contenute per ottenere velocità importanti. Un esempio su tutti: Quadrofoil, una piccola barca di 3 metri dotata di particolari foil secanti progettata e realizzata dall’omonima società slovena, con un piccolo motore elettrico da 5.5 kw, poco più di 7 hp, supera i 20 nodi! Il nostro gommoncino di lunghezza e peso equivalente, con la stessa potenza, ne fa la metà! Ma, di Quadrifoil ed altre barche ne parleremo
You’re reading a preview, subscribe to read more.
Start your free 30 days