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CAMBIA L’APPROCCIO ALLA CURA DEL CANCRO

UNDICIMILA DIPENDENTI, cinque aree terapeutiche, 35 Paesi nei cinque continenti in cui è presente con 24 farmaci innovativi sul mercato, a cui si aggiungono 32 molecole in varie fasi di sviluppo clinico, per un investimento annuale in R&S che nel 2018 è arrivato a 5 mld di dollari. Gilead a livello globale ha chiuso il 2018 con un fatturato di 21 mld di dollari. A disegnare il quadro del colosso biotech, in coincidenza dell’immissione sul mercato italiano della rivoluzionaria terapia CAR-T contro il cancro sviluppata dall’azienda, è Valentino Confalone, vice president e general manager dell’affiliata Italiana.

Piglio sicuro, complice la solida conoscenza del settore, Confalone snocciola i numeri di Gilead Italia raccontando a Fortune Italia passato, presente e futuro dell’azienda. “In Italia abbiamo chiuso il 2018 con 510 mln di euro di fatturato”, racconta sottolineando le entrate record – 30 mld a livello global e 800 mln in Italia – negli anni del lancio del farmaco per la cura dell’epatite C. Ma la trasformazione del gigante californiano da bruco a farfalla risale a molto tempo prima, quando da startup con 6 dipendenti nel 1987, nel giro di 5 anni Gilead si quota in Borsa con un valore di 86,3 mln

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