PARIS
n un momento in cui l’emergenza climatica, nelle vesti di una ragazzina di 16 anni, chiama tutti alle proprie piccole e grandi responsabilità, l’industria della moda porta il dibattito dritto sulle passerelle, con i designer che cominciano a proporre alternative sostenibili. Aldilà dell’impegno ormai obbligato che sono chiamati a prendersi, è quindi un tema che ne ingloba tanti e tutti molto attuali: inclusione, sostenibilità, tradizione, passato e futuro e, nello specifico, l’attenzione al dettaglio, come un ricamo prezioso, la qualità di un tessuto, una stampa d’archivio, il candore di una veste che pare antica, gli intrecci all’uncinetto o i colori di un patchwork, i fiori che sbocciano sulle superfici come in un giardino. Tutto ciò rende un abito destinato a durare per sempre. Il passato rivive anche negli altri due temi, e ma con un approccio forse più oggettivo, legato all’epoca (rivisitata) e al suo stile. Nessuna sorpresa, quindi, che con gli anni ’70 tornino vita alta e pantaloni svasati, micro pants e gonnelloni con stivali, giacche striminzite e colletti arricciati, psichedelia e iridescenze, mentre col minimalismo ispirato ai ’90, linee affilate, intimo a vista, blazer a pelle, monocromo e un’attitudine quasi sacra per ordine e pulizia.
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