COLLEZIONI DONNA A/I 2018.19
Se è il New York Times a parlare di un’edizione della Fashion Week newyorchese “più tranquilla”, c’è da crederci; in compenso, tanti party, alcuni davvero esagerati, come quello di Philipp Plein, un rave-spettacolo tenutosi in un gigantesco hangar con neve artificiale e UFO volanti, elementi che hanno caratterizzato anche la sua sfilata tenutasi poco prima. Ma se le feste post-sfilata occupano più spazio delle collezioni stesse, ci si domanda” e “” dovuti a diversi fattori. Oltre al fatto che tanti designer hanno lasciato la Grande Mela per lidi commercialmente più appetibili, come Parigi e Londra, questa Fashion Week è nel pieno di un bifronte, sia perché i fondatori di quei marchi che l’hanno resa grande stanno cedendo all’età, sia perché l’avvento dei social ha posto l’accento su di una generazione che in fatto di gusti fruisce in modo totalmente diverso dalle precedenti. I look da strada dei giovani di oggi ad esempio – che raggiungono per assurdo prima il web che la strada stessa e che sono basati sul non sempre di buon gusto – hanno preso in contropiede designer che avevano fatto dell’american sportswear la propria carta vincente. ‘’, sportivo sì ma nell’accezione di confortevole, comodo, casual, perché restava comunque raffinato e di gran classe e Michael Kors ne era un chiaro esponente. Era, perché questa sua ultima collezione, seppur indovinata, sembra davvero piegarsi ai diktat di Millennial, influencer e blogger, con e di pezzi e con capi sartoriali o bon ton e l’abbinamento molto , quindi tutt’altro che nuovo, tra abitini sottoveste e biker boot. Perde la sua estetica di riferimento anche Ralph Lauren Collection la cui collezione, ‘see now, buy now’, interpreta l’ persino in versione sera con long dress in colori primari ispirati alle vele degli yacht. Dov’è finito quel fascino inarrivabile da upper class di cui le sue collezioni erano intrise? Ora sembrano davvero bastare prendisole e per accontentare la ragazzina di buona famiglia in vacanza in qualche resort esotico. E soprattutto, sembra che per rendere accattivante un look si debba necessariamente ricorrere ad un , che sia una , una su di un qualsiasi tipo di pantalone o degli , come fa Victoria Beckham che li propone in pelle, giusto per dargli un tocco chic. I poi impazzano; con o senza staffa, pieni di e come da Alexander Wang o in colori sgargianti e/o animalier come per Tom Ford, un altro designer che ha sacrificato un po’ del proprio glamour per , perlomeno glitterate e psichedelici. Assemblaggi anche da 3.1 Phillip Lim ma per nomadi di lusso che mixano , sete foulard e . Dove andrà ad approdare questo vascello della New York Fashion Week in balìa delle onde, ce lo dice forse Raf Simons che, alla guida di Calvin Klein 205W39NYC, fa un excursus della storia americana e quindi della sua moda, dagli (in versione sexy) alle uniformi da lavoro, dalle a e guanti da sbarco sulla Luna, per ricordare che la moda è ai propri capisaldi che deve guardare, punti fermi che servono poi per proiettarsi verso il futuro.
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