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Andrai e tornerai
Una specie di solletico
"...da Partigiano ero l'ultima ruota del carro..."
Ebook series23 titles

Esperienze e Testimonianze

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About this series

Vittoria vive a Torino, ai piedi della collina di Superga.
Ha cominciato ad insegnare giovanissima, a ventidue anni, maturando nel tempo una grande passione per il proprio lavoro.
Lei, che da bambina avrebbe voluto soltanto dipingere, s’innamora della letteratura e della possibilità di trasmettere agli allievi il suo stesso entusiasmo per gli autori antichi e moderni.
Una volta terminato il suo mandato educativo, non può dimenticare i visi di allievi e colleghi, incontrati in oltre quarant’anni di carriera, tanto da volerne tratteggiare, con piccoli flash-back, le loro storie.
Vittoria scrive i suoi ricordi su un taccuino verde che verrà ritrovato, alcuni anni dopo, dalla figlia Cecilia, mentre lei è ormai lontana, impegnata in una nuova ed esaltante esperienza…
LanguageItaliano
Release dateApr 2, 2012
Andrai e tornerai
Una specie di solletico
"...da Partigiano ero l'ultima ruota del carro..."

Titles in the series (23)

  • "...da Partigiano ero l'ultima ruota del carro..."

    3

    "...da Partigiano ero l'ultima ruota del carro..."
    "...da Partigiano ero l'ultima ruota del carro..."

    Maristella Bertero, nata nei primi anni del secondo dopoguerra, ha potuto sentire, fin dall’infanzia, i racconti di prima mano dei Partigiani che hanno partecipato alla Resistenza nelle Langhe. Convinta che le grandi vittorie siano state conseguite con il contributo delle persone più semplici, degli eroi sconosciuti, ha voluto raccogliere la testimonianza di un uomo che, giovanissimo, è stato staffetta partigiana. Nel racconto di Lorenzo Rossello, viene ricostruito un pezzo di storia di una regione dove “ogni lapide, ogni data, ogni fotografia, ha infiniti episodi da raccontare”, intrisi di dolore, ma anche di eroismo e generosità. Una storia “minima”, raccontata da chi ha visto coetanei morti abbandonati in mezzo alle piazze o sull’erba gelata lungo le strade, eppure ha saputo superare il dolore, lo smarrimento, l’odio per costruire, dopo gli sconvolgimenti della guerra, una vita semplice e buona, di contadino che ha conosciuto la fatica e il sacrificio, ma anche l’amore e gli affetti di una famiglia.

  • Andrai e tornerai

    1

    Andrai e tornerai
    Andrai e tornerai

    Il libro di Umberto Castagna mi è giunto sulla via di FB, attraverso un’amicizia virtuale con l’autore, che adesso non è più virtuale, non nel senso che ci siamo incontrati di persona, ma perché chi legge il libro a cui l’autore si affida – mente, anima, passato, sentimenti, travagli – non può non dirsi suo amico. Ben presto però – alla terza riga o giù di lì - il dovere amicale ha lasciato il, passo al piacere sublime di una lettura profonda e “seduttiva”. Sul secondo aggettivo ho riflettuto a lungo, poi ho deciso di adoperarlo perché, dal mio punto di vista, nulla è più seduttivo della mente e nulla scava meglio una traccia dentro di noi. E dunque ho anch’io adottato nella lettura il passo narrativo dell’autore, uno zigzag nel tempo e nei fatti, scoprendo ad ogni svolta, ad ogni apparente retournez un aggancio che mi teneva avviluppata al racconto. Umberto è un uomo coltissimo e ciò traspare dalla sua scrittura, mai appesantita da una passerella di saccenteria, ma fluente e convincente. In questo libro-confidenza (volutamente scarto il termine “confessione”) scritto per i suoi figli, ogni lettore si sente suo figlio e prova gratitudine per la fiducia nella comprensione dei motivi profondi che lo hanno mosso verso decisioni davvero individualmente rivoluzionarie. Confesso che io non amo raccontare nelle recensioni le trame dei libri, ma le emozioni. Mi sembra di sottrarre al lettore qualcosa, il gusto della scoperta e della conquista della vicenda. Per Umberto dirò, molto stringatamente, che è la storia di un uomo che, quasi per espiare un lutto fortissimo, si è auto costruito una prigione tale da tarpare le ali alla propria piena realizzazione. Una prigione che lo ha portato, soltanto intorno ai quaranta anni a prendere consapevolezza di sé, col supporto di una psicoterapeuta che s’intuisce non sia stata prevaricante ma che con mano leggera lo abbia guidato verso l’evoluzione e l’accettazione di sé. Qualche sfumatura di Bernanos riecheggia nella memoria, ma, mentre nel “Diario di un curato di campagna” a prevalere è la disperazione, la solitudine, il buio, in “Andrai e tornerai”, malgrado si narri (anche) di una coercizione del voto sacerdotale (ecco, mi sono fatta scappare un indizio) c’è luce ed ispirazione.

  • Una specie di solletico

    4

    Una specie di solletico
    Una specie di solletico

    L’attesa di una nascita non appartiene soltanto ai genitori, ma anche al bambino che il loro amore ha chiamato al mondo. Molly – non si sa ancora se sia maschio o femmina – vive contemporaneamente in un “cerchio” con tanti altri bambini non ancora nati e nel grembo della sua mamma. Il cerchio è un luogo d’incanto dove il cuore di Molly comincia a pulsare, è come “un vaso da riempire con un po’ di roba buona” e intanto, mentre si forma, il piccolo prepara una collana di fiori per il suoi genitori, sotto la guida della colomba Macchiolina. Inpara tante cose, il cuore di Molly, ma dovrà dimenticare tutto, per arrivare sgombro e pulito al mondo, quando “una specie di solletico”, le contrazioni della mamma, gli faranno capire che è ora di nascere. E il bimbo sarà come un vaso da modellare, richiederà tante rielaborazioni e tante cotture. Una storia commovente, poetica e delicata, seguita dalla cronaca “vera” della nascita della sua bimba, scritta con amore da un giovane papà.

  • Emigranti (quasi) per diletto

    2

    Emigranti (quasi) per diletto
    Emigranti (quasi) per diletto

    È stato il romanzetto Emigrante per diletto di Louis Stevenson a ispirarmi il titolo di alcuni appunti, da tempo dimenticati in un file del computer. Le parole “diletto” o “quasi diletto”, accanto alla parola emigrante, evocano una situazione meno usuale di quelle che prevedono poveri fagotti o sgangherate valige di fibra. Stevenson aveva lasciato Glasgow per rintanarsi nella terza classe di una scassata nave ottocentesca, io ero partita da Milano, seduta nella poltrona di uno dei primi DC9 che volavano verso il Sud America: lo scrittore, allo scopo di raggiungere la donna che amava, io e la mia famiglia, per aver colto “al volo” l’occasione di un miglioramento economico. Era il 1960, quando l’Italia esportava clamorosamente i frutti della sua inventiva industriale, e, meno clamorosamente, aveva iniziato a piazzare in porti sicuri il frutto dei suoi investimenti. La mia è la vicenda di una madre e moglie che, dovendo gestire comunque e alla meglio la famiglia in un “diverso” del quale, a causa dei suoi limiti mentali, non capiva nulla, ha affrontato e infine superato situazioni grottesche. Una vicenda che, letta oggi, alla luce delle esperienze quotidiane, muove a un benevolo sorriso. Tuttavia curiosa, divertente e, spero, anche vagamente istruttiva.

  • Le nostre prigioni

    6

    Le nostre prigioni
    Le nostre prigioni

    Innamorarsi è una delle avventure più grandi che possa vivere un essere umano. Per una donna che realizza di essere imprigionata in un matrimonio diventato opprimente, dove soltanto i figli l’aiutano a tirare avanti, un nuovo amore, non programmato, improvviso, diventa un raggio di sole a cui aggrapparsi. Così, in modo del tutto inatteso, Mary si innamora di Ciro e vive una storia breve e intensa, presto interrotta dall’arresto e dalla detenzione di lui. Lei lo aspetta, per otto, lunghissimi anni, durante i quali scambia con l’uomo che ama fiumi di lettere piene di emozioni e di sentimenti, e intanto lotta contro la difficile situazione in cui si trova a vivere, tra un marito violento, i figli che non sono ancora in grado di capirla, le difficoltà economiche, una società bigotta e pronta a condannarla senza riserve. Fedele, ostinata, onesta, sognatrice. Poi, lui esce di prigione, e la realtà emerge, prosaica: l’amore non c’è più, il sogno romantico coltivato per anni è finito. Ma rimane l’amore che c’è stato, quello non si cancella. E, se si è amato una volta, si tornerà di certo ad amare ancora. Una storia vera, raccontata come un romanzo.

  • Il pescatore: La storia di Marcella

    10

    Il pescatore: La storia di Marcella
    Il pescatore: La storia di Marcella

    Sebenico, 24 marzo 1923: Martino Martinelli, in una lettera, descrive la sua condizione di italiano che abita le terre orientali istriane e dalmate. Zara, 1981: un vecchio pescatore lancia solitario nella notte una lenza nel mare nero come la pece. Tra queste due date, con cui si apre e si chiude il libro, vi è l'epopea di Marcella, figlia di Martino, costretta ad abbandonare Zara, la sua città assediata dalle bombe, e a tentare insieme al marito un viaggio della speranza che la porterà dopo innumerevoli impedimenti a rivedere l'Italia. Ma le difficoltà di Marcella e della sua famiglia non si concludono con l'arrivo nel Belpaese: c'è la guerra, prima di tutto, una guerra iniziata sul fronte jugoslavo e conclusa sul fronte interno. E poi ci sono gli italiani, che guardano con curiosità, e a volte con imbarazzo, queste strane figure che prendono il nome di "profughi": né italiani né croati. Peggio: italiani per i croati e croati per gli italiani. Con una scrittura chiara e limpida Pietro Prever ci accompagna in un viaggio che avrebbe dell'inverosimile se non fosse tutto documentato, un viaggio compiuto da uomini costretti a fuggire da altri uomini, come tante volte è avvenuto in passato, e come ancora oggi troppo spesso vediamo accadere davanti ai nostri occhi. Un dramma, quello dei profughi dalmati e istriani, sepolto per decenni e solo da poco emerso dal buco nero dell'indifferenza generale della politica e della cultura nostrane. Il pescatore non è un saggio storico e non è un romanzo: è la testimonianza vera di una vita straordinaria, quella di una donna obbligata a lottare con tutte le sue forze per poter conquistare la propria libertà e legittimare giorno dopo giorno il suo cammino di conquista della felicità. Fa da corredo al testo un'appendice in cui l'autore illustra schematicamente i più importanti (e terrificanti) genocidi della storia dell'umanità perpetrati negli ultimi cinque secoli, un lavoro di ricerca documentaria da cui partire per riflettere su cosa siamo stati capaci di fare e allo stesso tempo impegnarci a evitare di ripetere sempre, alla stregua di novelli Sisifo, gli stessi errori. Marco Colombo Speroni

  • Turista per professione

    7

    Turista per professione
    Turista per professione

    Un buon viaggio costituisce sempre un arricchimento dell’anima, un’occasione privilegiata per conoscere altre realtà, un’opportunità per incrementare il nostro bagaglio di esperienze e costruire ricordi indelebili, che si imprimono nella memoria e ci accompagnano nel corso della vita. I sogni dei turisti di tutto il mondo possono diventare realtà anche grazie all’esperienza di professionisti appassionati, competenti e costantemente aggiornati. Lo sa bene Laura Celotto, autrice di Turista per professione ed esperta conoscitrice di ogni segmento del mondo dei viaggi e del turismo, una dei pochi professionisti ad aver svolto così tanti ruoli nel settore, da poterne descrivere per esperienza personale quasi tutte le figure professionali. Un po’ manuale e un po’ racconto autobiografico, Turista per professione narra una straordinaria esperienza di vita, compiuta nel corso di ventitré anni, ed è rivolto a quanti desiderano intraprendere una professione nel settore del turismo, affinché, grazie ai numerosi dettagli tecnici e all’illustrazione dei diversi ruoli professionali propri del mercato turistico italiano, essi possano meglio individuare l’ambito verso il quale orientarsi, ma è diretto anche a tutti coloro che sono pronti a compiere un viaggio immaginario attraverso gli splendori e i segreti di diversi Paesi nel mondo, svelati al lettore da uno sguardo esperto e al contempo sempre affascinato e colmo di stupore. Dal Mar dei Caraibi alla Thailandia, dall’Australia a Las Vegas, dalle Maldive all’India, fino alla Terra del Fuoco, l’autrice ci permette di viaggiare insieme a lei, di volare con la fantasia, di lasciarci avvolgere dall’infinita bellezza di questi luoghi e di conoscerne più da vicino le tradizioni e le specificità. Non capita spesso di immergersi a tal punto nelle pagine di un libro da dimenticare tutto il resto: il contesto esterno, d’un tratto, scompare e all’improvviso l’anima viene totalmente rapita e si trova ora a scivolare lentamente sul fiume Chao Phraya, ora nell’incantevole giardino del Taj Mahal, poi magari a bordo di una limousine o a chiacchierare su un aereo con una star internazionale. Bene, leggendo Turista per professione, questa magia si avvera, grazie alle descrizioni dei luoghi, tanto precise, tanto ricche di rifiniture da coinvolgere tutti e cinque i sensi e trasformare le immagini in palpabile realtà, ai numerosi aneddoti, che strappano un sorriso e generano un rapporto di profonda empatia tra autrice e lettore... o molto più semplicemente perché Turista per professione è davvero un buon libro. Come afferma l’autrice, «la spinta conoscitiva è il motore che ci porta a vivere sempre nuove esperienze». Si tratta della stessa spinta conoscitiva che conduce alla scoperta di nuovi mondi, come anche alla lettura di un libro inconsueto, curioso, singolare come Turista per professione. E allora… Buona lettura! Luana Vizzini

  • I nostri scarponi sulla Via Francigena

    8

    I nostri scarponi sulla Via Francigena
    I nostri scarponi sulla Via Francigena

    In questo libro l’Autrice racconta il suo pellegrinaggio su un tratto della Via Francigena verso Roma, così come lo ha organizzato e vissuto insieme al marito Alessandro nei venti giorni delle loro ferie estive. Partiti da Modena l’8 Luglio 2000 con i loro zaini pesanti, ma scrupolosamente organizzati, hanno percorso a piedi circa 380 km. Essendo pellegrini moderni, la loro attrezzatura era diversa da quella dei pellegrini che, nel Medioevo, hanno percorso le stesse strade, ma sicuramente sono stati guidati nel cammino dallo stesso Spirito di Fede. Le fatiche e le difficoltà del viaggio sono state, per Elena e Alessandro, l’occasione per mettersi in gioco, sia come individui, sia come coppia, dovendo dar prova di perseveranza e forza di volontà, di fiducia nelle loro capacità, di umile accettazione anche dei momenti di debolezza e di impotenza di fronte agli elementi della natura, senza mai perdere la fiducia in Chi guidava i loro passi, e sono usciti da questa esperienza più uniti e più forti. Nel diario del loro viaggio ci sono i luoghi pieni di storia e la bellezza dei paesaggi naturali che hanno attraversato, ma ci sono soprattutto gli incontri, molte volte fortuiti, con moltissime persone diverse, generose, interessate e desiderose di capire cosa mai avesse spinto quella giovane coppia a fare una scelta così insolita e difficile, una scelta di fatica e di lentezza, dove oggi tutti cercano la facilità e la velocità, la scelta di un’esperienza di Fede da vivere in profondità, dove oggi si sceglie, troppo spesso, una facile superficialità.

  • Africa: Magia nera, sortilegi, streghe e guaritori

    9

    Africa: Magia nera, sortilegi, streghe e guaritori
    Africa: Magia nera, sortilegi, streghe e guaritori

    Per la stragrande maggioranza di noi europei, l’Africa nera è una grande sconosciuta e, nel nostro immaginario, la associamo al suo passato coloniale o all’immigrazione di questi anni, alla povertà, alle malattie. Molto poco sappiamo, invece, della grande eterogeneità culturale del Continente nero, delle differenze etnico-tribali ma, ancor meno, del grande elemento unificatore di quei popoli, costituito dalle credenze animiste che permeano da secoli – e lo fanno tutt’oggi – ogni aspetto del quotidiano. La nostra prima reazione è di solito quella di considerare l’animismo ed i suoi riti ancestrali come un sintomo di arretratezza e di ignoranza: questo saggio, scritto da un’autrice che vive per quattro mesi all’anno nell’Africa nera occidentale, unisce il rigore della documentazione all’osservazione diretta, condotta sul campo, e ci insegna a cercare di comprendere la diversità senza giudicare.

  • Il cielo e il fango

    5

    Il cielo e il fango
    Il cielo e il fango

    Il cielo e il fango è il tracciato di una via di fuga, non “da”, ma “verso” qualcosa o Qualcuno. Una fuga non priva di sofferenze, ma la posta in gioco è alta, è la comprensione del mistero non della vita, ma della propria vita. Umberto, il protagonista di questo “quasi romanzo”, che segue e completa il precedente Andrai e tornerai, a quarant’anni lascia il saio di frate francescano perché si accorge di vivere impastoiato dai dettami evangelici. Penitenza, ascesi, mortificazione, purezza non hanno valore, se non se ne conosce il libero uso. Lasciare il mondo protetto del convento, significa dover imparare a vivere e, molto prosaicamente, anche imparare a guadagnarsi da vivere, magari facendo il venditore porta a porta di enciclopedie o il rappresentante di occhiali, ma tutto questo, benché difficile e sovente frustrante, è sempre meglio che continuare a camuffarsi con una tonaca marrone che non ci si sente più di portare. Seguire i binari tracciati da altri, lasciarsi andare, è il modo migliore per perdersi; per Umberto, rimanere francescano e sacerdote avrebbe significato semplicemente consegnarsi al disprezzo di se stesso. Meglio, dunque, avere il coraggio di dubitare, di mettersi in una posizione di ricerca, guardarsi impietosi, mettersi a nudo attraverso l’analisi o anche attraverso la scrittura. Allora, il dubbio diventa risorsa. Il messaggio che ci lascia Umberto è che, a volte, il fatto che Dio si nasconda ai nostri occhi è una grazia. Ci costringe a non cercare Lui, ma noi stessi. Ritrovandoci, Lo troveremo. O, comunque, possiamo coltivare questa speranza.

  • Figure e Persone

    12

    Figure e Persone
    Figure e Persone

    In questo nostro tempo, “connotato da deviazioni e smarrimenti”, Sergio Andreoli sente la necessità di prendere in esame e definire le principali figure che si trova intorno: laici e diaconi, fidanzati e genitori, medici e operai... e tante altre, con la complicazione che, in genere, si appartiene a più di una categoria: un laico può essere docente e genitore, un medico può essere sposo o fidanzato, un artigiano può essere delegato in un consiglio di quartiere... e tutti, preti compresi, sono certamente cittadini. Nella seconda parte del libro, invece, don Sergio ricorda alcune figure esemplari di religiosi, talvolta con rispetto affettuoso, sempre con stima e considerazione per le cariche che hanno ricoperto, le opere che hanno scritto, insieme a tanti, piccoli dettagli, che li umanizzano e aiutano anche chi non li abbia conosciuti a visualizzarli: il grande mantello di don Mariano Filippini, don Luigi Pomponi, al quale l’Autore soleva servir messa quand’era un ragazzino, e che la malattia rese poi incapace di muoversi... e poi don Ferdinando Merli, il “prete col fez” assassinato nel 1944, o don Guerriero Silvestri, noto per la sua “berretta a tre corni”... Una piccola galleria che serve a illustrarci la visione della vita di don Sergio Andreoli, e la necessità della coerenza con questa visione, per essere capaci di camminare al passo con questi tempi, certo non facili, ma con i quali è necessario imparare a stare al passo, perfino con i blog. Saranno anche tempi di deviazioni e smarrimenti ma, forse, non tutto è da buttare.

  • Religioni e neospiritualità

    11

    Religioni e neospiritualità
    Religioni e neospiritualità

    Religioni e neospiritualità è un saggio ampio, ben strutturato, che affronta con tono divulgativo ma rigoroso un tema complesso quale la panoramica delle principali religioni del mondo, con l’obiettivo di chiarire le differenze tra religione e spiritualità e di fornire al lettore uno strumento interpretativo che gli permetta di orientarsi in una materia tanto vasta. L’argomento ha imposto all’Autrice la scelta di alcuni elementi caratterizzanti sia le singole religioni, sia la visione del mondo occidentale e orientale, indicando tuttavia molti strumenti che il lettore desideroso di approfondimenti potrà utilizzare. Le tematiche importanti sono spesso comuni alla maggior parte delle religioni (la reincarnazione, la preghiera, la carità, il concetto di trinità…), ma sono anche fondamentali degli argomenti che appartengono, oltre che alla sfera religiosa, anche a quella più squisitamente socioantropologica, come la condizione della donna o l’omosessualità. Nella conclusione, l’Autrice analizza il mutamento del sentimento religioso, l’influenza delle tendenze new age e il rinnovato interesse rivolto alla sfera della spiritualità. In un momento di esplosione dei fondamentalismi, quasi ancore di salvezza in un mondo globalizzato in cui l’unico punto di riferimento sembra essere la tecnologia, la nuova spiritualità lascia spazio alla speranza, orientandosi verso un umanesimo spirituale che identifica i suoi valori nella crescita personale e nella visione olistica dell’uomo, aprendosi ad un fecondo eclettismo.

  • Perdersi per ritrovarsi

    12

    Perdersi per ritrovarsi
    Perdersi per ritrovarsi

    Una ragazza del Sud, con una brillante laurea in tasca, decide di non stare ad aspettare che la manna piova dal cielo, ma coglie l’opportunità di uno stage a Berlino, partendo con un volo di sola andata e una valigia piena di sogni e di inquietudini. È un momento importante, quello della scelta di non essere spettatrice della propria vita, di rassegnarsi alla mancanza di alternative con cui scontrarsi, confrontarsi e crescere. Andare a vivere e lavorare all’estero “cambia gli occhi”, ossia il modo di guardare alla vita; è un viaggio reale, ma soprattutto metaforico, che permette di capire chi veramente si è e cosa si vuole. E se poi si decide di tornare, si è arricchiti da una nuova e matura consapevolezza di sé. La storia di Marta è anche quella di tanti altri ragazzi, appassionati e determinati, che vogliono scegliere la propria vita e non semplicemente lasciarsi vivere.

  • Angelae de Fulgineo Liber

    14

    Angelae de Fulgineo Liber
    Angelae de Fulgineo Liber

    Angela da Foligno, mistica e religiosa terziaria francescana, nata intorno al 1248 e morta nel 1309, ha lasciato vari scritti, tra cui il Memoriale, comunemente denominato Liber, qui nella trascrizione latina dei fogli 1r-60v del Codice CXII della Biblioteca Statale del Monumento Nazionale Monastero Santa Scolastica di Subiaco a cura di don Sergio Andreoli, uno dei massimi studiosi della Beata Angela.

  • Né muri né mari

    13

    Né muri né mari
    Né muri né mari

    Questo non è un romanzo, non è una favola. È un’esperienza vissuta in prima persona, dell’inizio e della fine di un sogno, per raccontare la condizione di disoccupato ultracinquantenne come conseguenza del fallimento, e la lotta ìmpari per sopravvivere alle innumerevoli difficoltà economiche. Ma anche la rinascita, e la forza di alzare la testa, in qualsiasi situazione; l’ostinazione a non arrendersi, facendosi portavoce di chi ha sacrificato la propria vita, sconfitto dalle circostanze. Questo libro è una coraggiosa denuncia contro il silenzio e l’indifferenza che circonda il terribile flagello di piccoli imprenditori che, a causa della crisi, sono costretti al fallimento e talvolta arrivano anche a togliersi la vita: uccisi dalla burocrazia, strangolati dai debiti e dall’ingordigia di banche e finanziarie, abbandonati dalle istituzioni al proprio destino.

  • Vita Angelae de Fulgineo

    13

    Vita Angelae de Fulgineo
    Vita Angelae de Fulgineo

    Angela da Foligno fu mistica e religiosa terziaria francescana, nata intorno al 1248 e morta nel 1309. Il testo di questa Vita, che rappresenta la trascrizione dei fogli 169r-230r del Codice 1741 della Biblioteca Universitaria di Bologna a cura di don Sergio Andreoli, uno dei massimi studiosi della vita della Beata Angela, fornirà al lettore i particolari dell’itinerario mistico sviluppatosi in quel periodo; gli farà anche comprendere quali mirabili esiti ebbe fino al 4 gennaio 1309, giorno della sua morte e quali insegnamenti Angela impartì ai figli spirituali, attraverso i discorsi, i detti e le lettere.

  • Il taccuino della prof: Appunti di un viaggio durato quarant'anni

    19

    Il taccuino della prof: Appunti di un viaggio durato quarant'anni
    Il taccuino della prof: Appunti di un viaggio durato quarant'anni

    Vittoria vive a Torino, ai piedi della collina di Superga. Ha cominciato ad insegnare giovanissima, a ventidue anni, maturando nel tempo una grande passione per il proprio lavoro. Lei, che da bambina avrebbe voluto soltanto dipingere, s’innamora della letteratura e della possibilità di trasmettere agli allievi il suo stesso entusiasmo per gli autori antichi e moderni. Una volta terminato il suo mandato educativo, non può dimenticare i visi di allievi e colleghi, incontrati in oltre quarant’anni di carriera, tanto da volerne tratteggiare, con piccoli flash-back, le loro storie. Vittoria scrive i suoi ricordi su un taccuino verde che verrà ritrovato, alcuni anni dopo, dalla figlia Cecilia, mentre lei è ormai lontana, impegnata in una nuova ed esaltante esperienza…

  • Scegli di essere schifosamente felice

    14

    Scegli di essere schifosamente felice
    Scegli di essere schifosamente felice

    Questo è il diario di Maria Stella, la mamma di Francesca, sottratta all’affetto dei suoi cari e alla sua irrefrenabile voglia di vivere da un tumore a soli 28 anni. Coloro che muoiono, però, non sono degli assenti, sono degli invisibili e la morte, secondo il pensiero buddista, è soltanto il punto di partenza verso una prossima esistenza, non spezza i legami d’amore. Se non fosse così, la vita stessa non avrebbe alcun senso. Le persone che hanno conosciuto Francesca e le hanno voluto bene possono riconoscere i segni della sua presenza, ascoltarla attraverso il loro cuore. Lei c’era e continua a esserci, come energia pura d’amore, a dialogare e sostenere ogni giorno i suoi cari, a mandare loro dei segni, dei messaggi. Francesca è nell’aria: è profumo, essenza… e mancanza. Chi l’ha amata, i genitori, il fratello, tanti amici devono imparare a vivere senza vederla fisicamente, ma questo non equivale a dimenticarla o a smettere di amarla, perché la vita e l’amore sono più di quello che possiamo vedere con gli occhi e toccare con le mani.

  • Pitigrilli è Dino Segre

    16

    Pitigrilli è Dino Segre
    Pitigrilli è Dino Segre

    Prezioso strumento per lo studioso o semplicemente per il lettore curioso di conoscere meglio lo scrittore Pitigrilli, al secolo Dino Segre, questo libro, ricco di citazioni, note, appunti, indicazioni bibliografiche, testimonia l’attenzione partecipe con cui don Sergio Andreoli, canonico di Foligno, guarda a Pitigrilli e al suo percorso di conversione. Pitigrilli è Dino Segre affianca e integra il precedente Pitigrilli è Pitigrilli, dello stesso Autore, recentemente ripubblicato da Edizioni Esordienti E-book.

  • La regola del fuoco

    15

    La regola del fuoco
    La regola del fuoco

    Marco, un uomo alla soglia dei cinquant’anni, all’inizio del nuovo millennio, decide di intraprendere un viaggio in bicicletta percorrendo l’antica Via della Seta. Accompagnato dall’amico Franz, ex militare e navigato viaggiatore, parte dall’Italia per raggiungere la Cina attraversando Europa orientale, Medio Oriente e Asia occidentale. Il viaggio sin da subito si manifesta per la sua difficoltà: le intemperie e le dinamiche socio-culturali dei paesi attraversati, gli strascichi delle relazioni che il protagonista si lascia alle spalle e la natura impervia delle piste battute dai viaggiatori danno avvio a una tribolata esperienza di formazione. Il viaggio assume dunque una carica simbolica e metaforica. L’avventura non è solo una mera soddisfazione di una necessità egoistica di viaggiare, ma si struttura come una precisa volontà di superare i propri limiti interiori, le proprie categorie mentali nella percezione di se stessi e del rapporto che si ha con il prossimo e con l’ambiente circostante.

  • Pitigrilli è Pitigrilli: Testimonianze di Elio D'Aurora

    15

    Pitigrilli è Pitigrilli: Testimonianze di Elio D'Aurora
    Pitigrilli è Pitigrilli: Testimonianze di Elio D'Aurora

    Pitigrilli è Pitigrilli, pubblicato nel 2003, è esaurito in edizione cartacea e lo proponiamo ora in formato digitale, certi di offrire uno strumento interessante agli studiosi . Autore di numerose pubblicazioni, tra cui diversi pregevoli lavori sulla Beata Angela da Foligno, don Sergio Andreoli, canonico della Chiesa Cattedrale di San Feliciano, in questo libretto dialoga a distanza con lo scrittore Elio D’Aurora, che al Pitigrilli fu legato da profonda amicizia. Molto noto nella sua epoca, poi quasi dimenticato, Pitigrilli è stato sempre ritenuto uno scrittore trasgressivo, molto discusso anche per i suoi presunti rapporti con l’OVRA, la polizia segreta dell’Italia fascista. Quest’opera vuole ricostruire il percorso verso la conversione, raccontato dal Pitigrilli in La piscina di Siloe, testo ripubblicato dal D’Autora nel 1991 e poi ancora nel 1999, per i tipi di Bompiani, con la prefazione di Vittorio Messori, a testimonianza dell’interesse tuttora vivo per il singolare percorso spirituale dell’autore.

  • Sinite parvulos

    18

    Sinite parvulos
    Sinite parvulos

    Tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta del secolo scorso, gli insegnanti della scuola dell’obbligo sono stati protagonisti di grandi cambiamenti, dalla didattica del “leggere, scrivere e far di conto” all’apprendimento attraverso l’osservazione diretta, all’introduzione di tante nuove discipline. Ma cosa rimane a una Maestra (maiuscola d’obbligo!) alla fine della sua carriera? La cosa più preziosa è senza dubbio il ricordo dei tanti allievi che ha aiutato a crescere, guardati con occhio professionale ma, soprattutto, con affetto. Nel ricordo, in filigrana, c’è anche la vita della donna che ha fatto la Maestra, della sua famiglia, della sua quotidianità. Senza mai lasciarsi andare al sentimentalismo, anzi, con la consueta ironia leggera, Bruna Nizzola ci regala un libro che, da pittrice qual è, sembra una galleria di piccoli ritratti, freschi e vividi.

  • Segni e lettere dal bosco

    16

    Segni e lettere dal bosco
    Segni e lettere dal bosco

    Gli animali selvatici e le piante sono portatori di messaggi dai “mondi sottili”, la dimensione spirituale e invisibile al di fuori del mondo materiale, al di là del tempo e dello spazio. Se vogliamo, tutti possiamo imparare a riconoscere questi messaggi, prenderne coscienza, e trovare in essi forza e consolazione di fronte alle difficoltà e ai momenti dolorosi della vita. Per capire questi “segni”, però, è indispensabile amare e rispettare la natura, fonte di vita e di bellezza, e anche impegnarsi per dare in qualche modo voce alle creature che vivono nei nostri boschi, sulle nostre montagne, troppo spesso messe in pericolo dall’insensibilità di chi si dedica ad attività di caccia inutili e cruente o di chi autorizza insensati piani di abbattimento.

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