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Difesa armata, perch? Cosa si vuole difendere?

La spesa militare Il commercio delle armi possibile attuare forme diverse di difesa? La difesa civile nonviolenta

Il 20% della popolazione mondiale che vive nelle nazioni a pi alto reddito controlla l86% del (PILM) Prodotto Interno 100% 90% Lordo Mondiale! 80% Il 32% della popolazione mondiale ed il 42% della popolazione africana sopravvive con meno di un dollaro al giorno.
70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0%

benestanti poveri

I tre uomini pi ricchi del pianeta possiedono patrimoni superiori alla somma aritmetica del Prodotto Nazionale Lordo di tutti i paesi a sviluppo minimo e dei loro 600 milioni di abitanti.

E all 1% della popolazione mondiale di avere il possesso del 40% dei beni del pianeta!

Le nazioni governate da persone con in mano un alto potere economico spendono in armi con i soldi di tutti i contribuenti (anche i pi poveri) per difendere gli interessi di quei pochi ricchi.

la guerra quindi strutturale al sistema che crea le caste, le lobby e le difende con ogni mezzo.

Da millenni i popoli egemoni impongono i loro interessi, manovrano le leggi che governano il mercato economico con la minaccia della forze armate.

La forza delle armi e la violenza che ne emanano sono uno strumento essenziale al servizio di questi poteri forti e predatori

Il conflitto armato stabilisce gli equilibri delle forze in gioco, da diritto allacquisizione delle risorse energetiche, minerarie, ambientali, e da diritto anche ai guadagni sulla ricostruzione

Le grandi corporation del complesso militare industriale non solo approfittano delle guerre, le decidono. La distruzione e ricostruzione irachena in questo nuovo millennio ne una testimonianza.

La seconda guerra in Iraq era gi stata pensata dal PNAC, organismo statunitense acronimo di (progetto per il nuovo secolo americano), dal 1997. Questa guerra ha fruttato ingenti guadagni per lindustria militare statunitense che ha visto aumentare la sua produzione fino al 50% tra il 2003 e il 2005. Ma il grosso affare lo troviamo nella ricostruzione dellIraq, che ha portato appalti per un valore di 100 miliardi di dollari!

Condoleezza Rice : segretaria di


Stato degli USA durante il governo George W. Bush, direttrice della Chevron dal 1991 al 2001. I suoi interessi sono legati ad un progetto da 20 miliardi di dollari che la Chevron si accaparrata, con la spartizione conseguente alla guerra afghana, per la costruzione di un oleodotto che collega il mar Caspio ai porti pakistani attraverso lAfghanistan.

Donald Rumsfeld: pi volte segretario della difesa


degli USA. stato presidente di varie multinazionali farmaceutiche, ha inoltre ricoperto il ruolo di direttore allinterno della grossa multinazionale ABB nel settore nucleare. Ebbe forti interessi nel settore farmaceutico quando Reagan e Bush senior autorizzarono la vendita di armi chimiche e biologiche allIraq durante la guerra contro lIran. Nel 2000 riesce ad ottenere una commessa da 200 milioni di dollari per fornire componenti per reattori nucleari alla Corea del Nord.

Dick Cheney: ha diretto la prima guerra irakena da


ministro della difesa con Bush Senior. A partire dal 1995, presidente ed amministratore delegato della grande azienda petrolifera ed edilizia Halliburton e in questa veste lucra sulla ricostruzione in Iraq dopo la prima Guerra del Golfo.
Con il governo George W. Bush diventa vice presidente e dopo appena 4 giorni dallinizio della seconda guerra in Iraq la sua ex compagnia riceve lappalto per lo spegnimento dei pozzi in fiamme, la loro gestione e la distribuzione di petrolio per un valore di 7 miliardi di dollari.

Lynne Cheney: moglie del vice Presidente nel


governo George W. Bush. La Cheney ha presieduto il consiglio l'amministrazione della Lockheed Martin, che produce missili cruise, sistemi satellitari militari ed il tanto discusso cacciabombardiere JSF F-35.

E la lista dei personaggi potrebbe continuare assai .

A farne le spese la popolazione civile che mai potr godere dei benefici derivanti dalle guerre strategiche che si generano.

perch si scoperto che un Paese ricchissimo di minerali rari e preziosi per lindustria tecnologica delloccidente, per il profitto di alcuni gruppi Industriali (anche italiani),

Un altro esempio dei nostri tempi: lintervento armato in Afghanistan a opera di una coalizione tra Stati della NATO. partita proclamando: liberiamo il mondo dal terrorismo. Ma in verit questa guerra si combatte perch lAfghanistan un nodo strategico per il controllo delle energie.

per una egemonia economica internazionale, per una volont di potenza che rappresenta un neocolonialismo

mascherato da intenti umanitari e democratici, poich questi non si possono mai affermare con armi e violenza.

(ne proponiamo alcuni stralci)

Questa guerra continua nel silenzio e nellindifferenza, nonostante linfinita processione di poco meno di 2.000 bare dei nostri soldati morti. Che si tratti di guerra ormai certo, le armi micidiali che usano non lasciano spazio agli eufemismi della propaganda italiana che continua a chiamarla missione di pace.

Si parla di 40.000 morti afghani (militari e civili), e il meccanismo di odio che si scatenato non ha niente a che vedere con la pace

Chi dunque ha voluto e vuole questa guerra afghana che ci costa quasi 2 milioni di euro al giorno? Quante scuole e ospedali si potrebbero costruire? Chi sono i fabbricanti italiani di morte e di mutilazioni che vendono le armi per fare questa guerra? Chi sono gli ex generali Italiani che sono ai vertici di queste industrie?

Che pressioni fanno le industrie militari sul Parlamento per ottenere commesse di armi e di sistemi darma?

Quanto lucrano su queste guerre la Finmeccanica, lIveco-Fiat, la Oto Melara, lAlenia Aeronautica e le banche che le finanziano?

Pu una nazione come lItalia che per presunte carenze economiche riduce i posti letto negli ospedali, blocca gli stipendi, tiene i carcerati in condizioni abominevoli e inumane, licenzia gli insegnanti, aumenta gli studenti per classe fino al numero di 35, riduce le ore di scuola,

accetta senza scomporsi che una parte sempre pi grande di cittadini viva nellindigenza e nella povert, Impegnare in armamenti e sistemi darma decine di miliardi di euro?

A cosa serviranno per il nostro benessere e per la pace i cacciabombardieri JSF F-35 che ci costano 14 miliardi di euro (quanto ricostruire tutto l Abruzzo terremotato)? E le navi FREM da 5,7 miliardi di euro? E la portaerei Cavour, costata quasi 1,5 miliardi e per il cui esercizio sprechiamo in media circa 150.000 euro al giorno, come contribuir a costruire la pace? E come possibile che il Parlamento abbia stanziato 24 miliardi di euro per la difesa nel bilancio 2010? (fine lettera mons. Nogaro)

LItalia dispone di un esercito di 190.000 soldati, di cui la maggioranza sono ufficiali e graduati. Mantenuti per oltre il 90% senza nessuna utilit, perch gli stanziamenti, pur essendo ingenti, non garantiscono le esercitazioni: nel 2010 il 65% del bilancio della difesa copre le spese per il personale e solo il 12% impiegato per lesercizio.

La suddivisione delle risorse economiche da impiegare nei vari comparti della struttura difesa approvata dal governo negli ultimi anni sottolinea sempre pi una tendenza a garantire piuttosto lo stipendio delle persone arruolate nellesercito e sempre meno la 80% 70% sua operativit
60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% spese personale
esercizio

investimento

2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002

E mentre il bilancio risorse per comparto militare della difesa non risorse settore sociale accenna a diminuire risorse per cooperazione allo sviluppo risorse per servizio civile nel corso degli anni 21,132 . 20,294 20,360 20,495 20,195
Chi ci ha governato in questi ultimi anni, continua a tagliare sugli investimenti sociali, ponendo una differenza enorme tra le spese militari e quelle sociali

Spese dello Stato Italiano in milioni di Euro

1,472 2,520 1,750 826 411 326 1,050 210 266 296 170

349 179 113

2007

2008

2009

2010

2011

una drammatica realt:


chi povero e indifeso ha sempre meno speranze di ricevere i servizi e le cure essenziali ed auspicare al diritto di una vita dignitosa.
Si parla di criteri di stabilit. Ma quale stabilit si intende? Forse a quella di mantenere chi vive nellabbondanza!

Ecco alcuni esempi di tagli effettuati.


La Legge Finanziaria 2011 riduce del 45% i fondi disponibili per la cooperazione internazionale, portando la cifra a soli 179 milioni di euro, un record negativo nella storia della cooperazione italiana.

Una decisione che aggrava ulteriormente il debito morale dellItalia verso la comunit internazionale, andando ad ampliare un buco di fondi non erogati che ha gi inghiottito 20 miliardi di euro di promesse non mantenute.

Anche il servizio civile nazionale continua a ricevere tagli alle risorse economiche decisi dal Governo, che per il triennio 2009-2011 mettono in crisi l'operativit stessa del servizio civile. Nel 2009 su 100.000 posti richiesti solo 25.000 sono stati finanziati, il numero pi basso dal 2003.

"Vivi le Forze Armate. Militare per tre settimane", liniziativa, lanciata dal Governo, "che si pone l'obiettivo di avvicinare sempre pi il mondo dei giovani a quello delle stellette. Destinata ai giovani tra i 18 e i 30 anni che vorranno provare per tre settimane la vita militare. Lesperienza, che coinvolger 15 mila ragazzi, finanziata da un emendamento del Governo al decreto sulla proroga delle missioni di pace che stanzier fino a 7,5 milioni lanno per lorganizzazione dei corsi.

La spesa militare globale totale nel 2009 stimata a circa 1.531 miliardi di dollari. Ci rappresenta un aumento del 5,9% rispetto al 2008, e del 49% dal 2000. corrisponde a circa il 2,7% del prodotto interno lordo (PIL) mondiale nel Percentuale 2009 e a 224 dollari Spesa Spesa Aumento Stato mondiale 2009 in $ pro rispetto al a persona che vive capite 2008 % $ sulla terra. USA 1 661 2100 4.3 43
(fonte SIPRI)
2 3 4 Cina Francia Gran Bretagna 100 63.9 58.3 74.6 1026 946 2 2.3 2.5 6.6 4.2 3.8

5
6 7 8 9 10

Russia
Giappone Germania Arabia Saudita India Italia

53.3
51 45.6 41.3 36.3 35.8

378
401 555 1603 30.4 598

3.5
0.9 1.3 8.2 2.6 1.7

3.5
3.3 3 2.7 2.4 2.3

Un primo dato su tutti: lammontare di denaro necessario per raggiungere i famosi Obiettivi del Millenium per combattere la povert nel mondo, si aggirerebbe in un sostegno economico di 760 miliardi in 15 anni, mentre in un solo anno si investe in spese militari il doppio di tale cifra.

Ancora si continua a investire per manovrare le fasce povere della popolazione in difesa degli interessi dei pochi ricchi.

Una vergognosa realt .

Il commercio delle armi

pur in presenza di una povert crescente, produzione e vendite di armi senza alcuna precauzione o limitazione continuano a diffondersi in un gran numero di Paesi, in forte contraddizione con gli obiettivi di sviluppo e di lotta alla povert tanto propagandati.

ma evidente che non c alcun interesse a farlo visto che il loro modello di benessere deve e dovr esser difeso a tutti i costi.

I Paesi del G8 nel 2005 si sono accordati per promuovere una serie di azioni per ridurre le spese militari e fermare il commercio incontrollato di armi

Secondo un rapporto della Campagna Control Arms del 2008, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Russia e Usa hanno trasferito armi verso Paesi , tra cui Sudan, Myanmar, Repubblica del Congo, Colombia e Filippine , contribuendo ad alimentare il circolo della povert e arrecando gravi violazioni dei diritti umani. Infatti ogni anno centinaia di migliaia di persone sono uccise, torturate, stuprate, allontanate dalle proprie terre grazie al cattivo uso delle armi.

Lindustria della difesa italiana rappresenta uno dei comparti industriali pi importanti nel mondo: collocandosi al settimo posto tra i produttori mondiali di sistemi darma complessi e tra i primi esportatori
6000

5000
4000 3000 2000 1000 0

Grafico delle esportazioni di armi e delle autorizzazioni del governo italiano in milioni di export autorizzati

+60% di autorizzazioni nel 2009 con il record di 4,9 miliardi di euro autorizzati e con le consegne effettive di sistemi darma si arriva a 2,2 miliardi di euro

2006

2005

2003

2008

2009

2000

2007

Nel 2009 lItalia la quinta nazione fornitrice di armi convenzionali sul panorama internazionale e al secondo posto nelle esportazioni di armi leggere

Nel 2006, lItalia ha esportato armi verso la Nigeria per un valore complessivo di oltre 50 milioni di euro.

Perch il governo italiano ha autorizzato la vendita di un tale quantitativo di armamenti ad uno dei Paesi pi impoveriti e depredati del pianeta?

Un Paese, la Nigeria, dove ancora circa un terzo della popolazione analfabeta e vive con meno di un dollaro al giorno ma destina in spese militari pi di quanto investa in educazione, a tanto quanto investe nella sanit.

Il caso della Nigeria non che quello pi evidente. Negli ultimi anni le industrie darmi italiane hanno venduto armi verso

il Ghana, lIndonesia, il Pakistan, lo Sri Lanka, il Bangladesh, e altri Paesi che per lacquisto di armi sottraggono risorse importanti per lo sviluppo delle loro popolazioni.

La guerra etnica che ha insanguinato il Burundi ha causato una perdita stimata del Pil di 2.000 miliardi di dollari in 12 anni!

Immaginatevi cosa si sarebbe potuto costruire e fare per sconfiggere definitivamente linsieme delle cause di sottosviluppo di quel paese

La violenza armata una delle principali cause della fame

unindagine della FAO dimostra che i conflitti armati sono di gran lunga la causa principale delle crisi alimentari, responsabili del 35% dei casi tra il 1992 e il 2003.

Il raggiungimento di sette su otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio impedito dalla violenza e finch il flusso di armi da fuoco rimarr incontrollato.
I poveri sono i pi colpiti, sono coloro che hanno meno probabilit di ricevere cure e coloro che hanno meno probabilit di far fronte alla disoccupazione conseguente alle ferite da armi da fuoco e alla disabilit che ne deriva.

La violenza armata impedisce a livello locale lo sviluppo di attivit lavorative spontanee.

I servizi sanitari ed educativi sono devastati e bloccati.

Su pi ampia scala, le imprese nazionali e internazionali sono messe nellimpossibilit di operare,

il commercio viene ridotto a causa dellinsicurezza nei trasporti, diminuiscono gli investimenti stranieri diretti, i turisti si tengono a distanza e la gestione delle infrastrutture e delle risorse nazionali diventa priva di stabilit.

E poich le armi da fuoco possono essere usate per guadagnarsi da vivere, magari con lestorsione, la richiesta di armi pu crescere a causa della povert.

Si crea quindi un circolo vizioso di povert e violenza, in cui le armi da fuoco contribuiscono a mantenere i paesi poveri nella povert.

La produzione di armi alimenta, oltre al discusso e imbrogliato mercato legale, il mercato illecito.
Ad arricchire il fatturato del crimine organizzato contribuisce il contrabbando darmi: un giro daffari di 170-320 miliardi di dollari, pari al 10-20 per cento del mercato legale

Quando si parla di industria bellica, si fa riferimento spesso ad una produzione che non conosce crisi, alloccupazione che essa crea, agli ingenti guadagni che essa produce,

ma come possiamo soprassedere sulla finalit repressive e mortali, sulle disastrose conseguenze sociali ed ambientali di questi strumenti?

Purtroppo, le voci che si levano per denunciare le menzogne delle politiche non riescono a superare la barriera degli

interessi economici

e soprattutto non riescono nemmeno a far emergere gli stretti collegamenti esistenti tra disponibilit di armi e il diffondersi

del terrorismo.

Dei segnali positivi ci sono: il 30 ottobre 2009, dopo anni di discussioni e dibattiti, le Nazioni Unite hanno concordato un calendario definitivo per scrivere ed adottare un forte e robusto Trattato Internazionale sui Trasferimenti di Armi. Il Trattato, che dovr essere adottato entro il 2012, dovr avere i pi alti standard diffusi per poter controllare il commercio ed il trasporto delle armi convenzionali in giro per il mondo.

Il voto della risoluzione ONU ha dimostrato un ampio consenso da parte della maggioranza degli Stati (153 su 170), anche i maggiori fabbricanti di armi hanno votato favorevolmente, la prima volta degli USA e tutta lEuropa, un risultato inaspettato ed importante.

Il trattato riconosce che i trasferimenti di armi contribuiscono ai conflitti armati, allesodo forzato delle popolazioni, supportano il crimine organizzato e terrorismo e come conseguenza indeboliscono la pace, la sicurezza e lo sviluppo sostenibile.

Con la nuova modifica il governo si riserva il diritto di autorizzare il commercio armato togliendolo dal vaglio parlamentare.

0ccupazione bilancio difesa in milioni di

51000
39100 27200 12653 13200 15300 26400 21132

"gli studi dimostrano che la spesa militare uno svantaggio": nonostante laumento continuo delle spese per gli eserciti, loccupazione nellindustria militare in flessione.

1990

1993

2003

2008

Se gli stessi fondi fossero impiegati per l'istruzione, o comunque sulle urgenze sociali, ci sarebbe una crescita dei posti di lavoro del doppio e uno sviluppo economico 1,5 volte maggiore.

La campagna STOP F35, promossa da SBILANCIAMOCI e RETE PER IL DISARMO, chiede di convertire la spesa di 15 miliardi (in aumento) necessaria per lacquisto di ben 130 cacciabombardieri JSF. Che per la loro costruzione creeranno in Italia un apporto occupazionale stimato sulle 1.000 unit, compreso lindotto generato.

Costruire 3.000 asili nido Costo 1 miliardo di con beneficiari 50.000 famiglie Posti di lavoro creati: 20.000

Mettere in sicurezza 1.000 scuole Costo 3 miliardi di con beneficiari 380.000 studenti Posti di lavoro creati: 15.000

Installare 10 milioni di pannelli solari Costo 8,5 miliardi di con beneficiarie 300.000 famiglie Posti di lavoro creati: 80.000 Ristrutturare il centro storico dellAquila, 5.000 case inagibili, lospedale e la casa dello studente Costo 2,5 miliardi di con beneficiarie 30.000 persone Posti di lavoro creati: 2.000

Si pu sperare in un mondo pi giusto e ad un futuro senza armi?

La profezia di Isaia: Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci Un popolo non alzer pi la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno pi nellarte della guerra.

Quando mai si potr avverare?

Negli ultimi 70 anni tra le modalit di rispondere allarroganza, alla prepotenza e alla violenza armata si diffusa la via nonviolenta.

Lenciclica EVANGELIUM VITAE del 1995 cita come segno di speranza laumento di una sensibilit sempre pi contraria alla guerra ed un orientamento a risolvere i conflitti con strumenti efficaci ma nonviolenti

Lacquisizione dellindipendenza dellIndia nel 1947 con una lotta nonviolenta guidata da Mahatma Gandhi contro loccupazione colonialista inglese.

Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere. (M. Gandhi)

"La nonviolenza la pi grande forza a disposizione dell'umanit. E' pi potente della pi potente arma di distruzione che l'ingegno dell'uomo abbia mai escogitato. Quella della distruzione non la legge degli umani. (M. Gandhi)

Uno dei testimoni pi autorevoli fu Martin Luther King, che ha predicato l'ottimismo creativo dell'amore e della resistenza non violenta, come la pi sicura alternativa sia alla rassegnazione passiva che alla reazione violenta.

Lesperienza del popolo filippino nel 1986 culminata con la cacciata del dittatore Marcos.
La caduta del muro di Berlino nel 1989 dal dominio russo avvenuta senza spargimento di sangue.

Lesperienza nonviolenta in Madagascar nel 1991 1993 culminata con la cacciata del dittatore Didier Ratsiraka.

La lotta contro lAPARTHEID in Sudafrica conclusasi con la liberazione di Nelson Mandela nel 1990 e con la sua elezione a presidente nel 1994.

Laccordo di pace in Mozambico nel 1992 grazie alla mediazione di pace della comunit di S. Egidio.

L'Operazione Colomba nata nel maggio del 1992, con il conflitto in ex-Jugoslavia, dal desiderio di alcuni giovani e obiettori di coscienza della Comunit Papa Giovanni XXIII di provare a vivere la nonviolenza in zona di guerra e di condividere la vita di chi costretto a subire la violenza dei conflitti.

Dal 1995, l'Operazione Colomba stata in Albania, Kossovo, Sierra Leone, Repubblica Democratica del Congo, Nord Uganda, Kossovo e Chiapas. Oggi sono 3 le presenze attive: in Palestina, Israele e in Colombia.

Vivendo con le vittime del conflitto, "con e come loro, e cercando di dare risposte concrete alle loro esigenze quotidiane con azioni specifiche, giorno dopo giorno, si conquista sul campo quella fiducia che rende credibile la proposta nonviolenta.

Un corpo civile di pace composto da obiettori di coscienza e volontari in servizio civile che svolgono un servizio allestero, ora regolamentato dalla legge 64 del 2001.

Si inserisce nellobiettivo delle iniziative di difesa civile non armata e nonviolenta.

I volontari allestero operano in contesti caratterizzati da situazioni di violenza strutturale, povert, malattia, emarginazione, disgregazione sociale, violazione dei diritti umani, conflitto armato.

Non fermiamoci allinformazione che i principali media ci trasmettono Diveniamo assetati di giustizia, andiamo a cercare alle fonti i fatti, non inquinati dagli interessi di chi vuole nascondere la verit

.. Liberi di denunciare. .. Liberi di opporsi. .. Liberi di non collaborare pi.

Perch liberi dai condizionamenti che lo stile di vita in cui siamo ci fa credere che non esistano altri sistemi di vita possibili!

Perch chi vittima dellingiustizia non pu continuare ad aspettare!

Il nostro silenzio ed il restare senza prendere nessuna posizione colpevole, perch sostiene gli autori delle oppressioni e dellingiustizia.

Il nostro vivere nelleccesso, nel consumismo, nello spreco d ragione e forza ai potenti signori che dominano la Terra!

Con una ricaduta forte sulla sopravvivenza di intere popolazioni, sul rispetto dei loro diritti e sulla salvaguardia del Pianeta.

Il mondo tecnologicamente avanzato continua a fare spese folli per le guerre e per i divertimenti: sono danze sui sepolcri, su chi sta morendo di fame.
(Don Oreste Benzi)

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