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La “guerra parallela” dell’Italia

e la Resistenza
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

LE “DECISIONI IRREVOCABILI”: L’ITALIA IN GUERRA

Il 10 giugno 1940 Mussolini dichiara l’entrata dell’Italia


in guerra, ma già a marzo prevede la “guerra parallela”,
combattuta su Fronti diversi da quelli tedeschi.

Da una parte il Fronte terrestre: difensiva sulle Alpi


occidentali, in Libia, Egeo; offensiva in Etiopia per
garantire l’Eritrea.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA / LE “DECISIONI IRREVOCABILI”: L’ITALIA IN GUERRA

Via aria: offensive o difensive


a seconda delle iniziative
nemiche.

Via mare: offensiva su tutto


il Mediterraneo.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

LE SCONFITTE DELLA FLOTTA DEL MEDITERRANEO

Fallita la conquista della base britannica di Malta, l’Italia


rimarrà invischiata in alcune disastrose battaglie nel
Mediterraneo, sino alla disfatta nel porto di Taranto (1940)

L’avventura della marina italiana si conclude a Capo


Maran, in Grecia, nel 1941.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

L’ATTACCO ALLA GRECIA

Mussolini nell’ottobre 1940, senza informare l’alleato Hitler,


consegna un ultimatum alla Grecia, attaccandola.

Dopo appena una settimana la resistenza greca costringe le


truppe italiane ad arretrare sulle Montagne della Macedonia.
Intanto gli Inglesi soccorrono i Greci.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA / L’ATTACCO ALLA GRECIA

Hitler corre in soccorso di Mussolini e


nell’aprile del 1941 conquista
Iugoslavia e Grecia.

Finisce così l’illusione fascista di una “guerra parallela” a


quella della Germania: Mussolini dipende da Hitler.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

LA GUERRA D’AFRICA E LA DISFATTA DELL’ARMIR IN RUSSIA

Il 13 settembre 1940 il generale Graziani si inoltra in Egitto.


A dicembre gli inglesi reagiscono attaccando le prime
posizioni italiane: tutta la Cirenaica cade in mano inglese.

Nel 1941 quasi tutta l’Africa orientale italiana è occupata


dagli inglesi: la guerra fascista termina anche in Africa.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA / LA GUERRA D’AFRICA E LA DISFATTA DELL’ARMIR IN RUSSIA

L’Armir, un contingente italiano viene


inviato in Russia per combattere al
fianco dei Tedeschi.

La spedizione, conclusa nell’inverno del 1942 con una tragica


ritirata, vedrà il ritorno in patria di pochi soldati italiani.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

GLI ITALIANI COMINCIANO A DISTINGUERE TRA PROPAGANDA E REALTÀ

Le truppe italiane subiscono sconfitte su tutti i fronti, il Paese


subisce massicci bombardamenti, specialmente su Milano.

Si avvertono le restrizioni sull’acquisto di generi


alimentari: ogni famiglia riceve una tessera annonaria che
pone limiti sull’acquisto di beni di prima necessità.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

LO SBARCO DEGLI ALLEATI

Mentre Roosevelt sostiene che l’unico modo per porre fine


alla guerra sia lo sbarco in Normandia, Churchill sostiene
un’imminente sbarco in Grecia o in Italia.

Tra il 9 e il 10 luglio 1943 le truppe


alleate sbarcano in Sicilia. Da qui
risalgono la Calabria e la Puglia.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

LA CADUTA DEL FASCISMO

Lo sbarco degli Alleati decreta la fine del fascismo. Intanto


industriali, consiglieri del re e alcuni dirigenti fascisti trattano
per allontanare Mussolini e rompere l’alleanza coi Tedeschi.

Il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio del fascismo sfiducia il


duce, e il re lo costringe alle dimissioni.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

L’8 SETTEMBRE DEL 1943

Badoglio tratta segretamente l’armistizio con gli Alleati.


Firmato il 3 settembre 1943, ma reso noto solo l’8 settembre.

La mattina dopo Badoglio e Vittorio Emanuele III fuggono


a Brindisi sotto la protezione americana. I tedeschi
procedono all’occupazione militare di Roma.
https://www.youtube.com/watch?v=N923b97B_rs
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA / L’8 SETTEMBRE DEL 1943

A Roma gli scontri di Porta San Paolo sono il primo episodio


della Resistenza italiana. Al Fronte, invece, i soldati non
sanno più a quali comandi rispondere e molti tornano a casa.

Altri vengono uccisi dai nazisti, come i martiri della divisione


Acqui a Cefalonia. I Tedeschi faranno 600 000 prigionieri
italiani, molti dei quali deportati nei campi di lavoro.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

LA REPUBBLICA DI SALÒ E LA DIVISIONE DELL’ITALIA

Hitler fa liberare Mussolini da un commando


di paracadutisti, portandolo al sicuro in
Germania.
Mussolini fonda la Repubblica Sociale
Italiana a Salò, in realtà asservita al comando
tedesco: le sue uniche azioni sono rivolte
contro il movimento partigiano.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA / LA REPUBBLICA DI SALÒ E LA DIVISIONE DELL’ITALIA

Badoglio e il re costituiscono il Regno del


Sud e ottengono lo stato di “Paese
cobelligerante”.

L’Italia è ora divisa in due: il Nord con un


governo fascista protetto dai nazisti; il Sud
con un governo monarchico controllato
dagli Anglo-Americani.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

LA RESISTENZA

Molti giovani si arruolano nella Repubblica Sociale. Dall’altra


parte i gruppi che non si riconoscono più nel regime si
uniscono ai primi nuclei antifascisti.

Le formazioni di partigiani compiono azioni di guerriglia


e sabotaggio contro gli occupanti.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA / LA RESISTENZA

Dopo il rapimento di due soldati,


l’esercito tedesco brucia 350
case e uccide 26 persone nel
paese di Boves.

Nei mesi successivi molti si uniscono ai primi gruppi


militanti, entrano in clandestinità e diventano partigiani.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA / LA RESISTENZA

I partigiani sono coordinati dal Comitato di liberazione


nazionale, costituitosi a Roma l’8 settembre 1943.

Agli antifascisti storici, comunisti e socialisti, si uniscono i


protagonisti dell’antifascismo “nuovo”, soprattutto operai e
studenti.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

LA “SVOLTA DI SALERNO”

Nel 1944 le brigate partigiane sono riconosciute dal re grazie


a Togliatti, tornato dall’esilio. Egli con la “svolta di Salerno”
propone una riconciliazione di tutte le forze antifasciste.

Nell’aprile 1944 viene formato un governo antifascista,


guidato da Badoglio e Togliatti.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

SCOPPIA LA GUERRA CIVILE

Le azioni di sabotaggio si concentrano nelle grandi città.


Sulle montagne e nelle campagne del Nord ci sono
numerosi scontri a fuoco con le truppe di Salò.

Scoppia la Guerra civile. Le azioni partigiane avranno un


ruolo importante nella liberazione dell’Italia.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA / SCOPPIA LA GUERRA CIVILE

La lotta antifascista ridà all’Italia un’occasione di riscatto


politico e morale. I nazisti, intanto, attuano una rappresaglia
indiscriminata contro i civili.

Tra gli episodi più tragici gli


eccidi delle Fosse
Ardeatine, di Sant’Anna di
Stazzema e di Marzabotto.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA / SCOPPIA LA GUERRA CIVILE

Il Quartiere Quadraro a Roma, rifugio di antifascisti, nella


notte del 17 aprile 1944 viene rastrellato dai Tedeschi e
quasi 1000 uomini vengono mandati in un Lager in
Germania.

Le SS nell’ottobre del ’43 rastrellano il Ghetto ebraico di


Roma.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

LA LIBERAZIONE

Nel corso del 1944 gli Alleati sfondano le linee nemiche


a Cassino e sbarcano ad Anzio: Roma è liberata.

Le truppe anglo-americane, dopo un inverno di sosta,


marciano verso Nord e passano il Po: il 25 aprile 1945
è il giorno della Liberazione.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA

LA BARBARIE DELLE FÒIBE

A guerra finita, dopo che la Iugoslavia era stata martoriata


da nazisti e fascisti, alla caduta di Mussolini, le milizie di
Tito compiono la prima strage contro tedeschi e italiani.

Sono i primi giorni delle fòibe, fosse naturali sul Carso dove
vengono gettate un migliaio di persone.
LA “GUERRA PARALLELA” DELL’ITALIA E LA RESISTENZA / LA BARBARIE DELLE FÒIBE

Nel 1945 si verifica una seconda strage: Tito ordina ai


partigiani comunisti iugoslavi e italiani di invadere Trieste e
Gorizia e sterminare la loro classe dirigente.

Vengono uccise 13 000


persone. A questi si aggiunge
il dramma dei 300 000 esuli
istriani, giuliani e dàlmati.

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