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La prima letteratura latina

La letteratura latina vera e propria iniziò


dopo la metà del III secolo a.C.

Sebbene di questa prima fase non ci


restino opere integre ma solo
frammentarie, è comunque possibile
mettere a fuoco le personalità di Livio
Andronico, Nevio e Ennio, tutti
accomunati dalle seguenti caratteristiche:

•si ispirarono a modelli greci;


•nessuno era originario di Roma;
•si dedicarono a tutti i principali generi
poetici (epica, tragedia, commedia);
•adottarono uno stile espressivo e ricco di
figure di suono. Testa di Ennio, dal sepolcro degli Scipioni

I padri fondatori > La prima letteratura latina


 Roma durante il III e il II sec. a.C. divenne una potenza
egemone del bacino del Mediterraneo, diventano sempre più
frequenti i contatti con le aree nelle quali era fiorita la civiltà
greca.
 Il popolo romano sentiva il bisogno di avere anch’esso i propri
poemi nazionali e celebrativi, come li avevano avuti i greci, da
cui desumono modelli (Omero per la poesia epica)
 La natura stessa del genere epico – la celebrazione di gesta
eroiche – e la sua finalità educativa sembrano adatte a un
popolo che stava affermando la propria forza militare e
orgogliosamente costruiva la propria identità.
 I poemi epici divennero strumento di conservazione e
divulgazione del mos maiorum ma nello stesso tempo aprono
Roma alla cultura greca.
 L’epica latina arcaica tratta argomenti sia mitologici (Livio Andronico), sia
storici (Nevio ed Ennio). Anzi mostrò una originale tendenza ad avvicinare
e mescolare l’elemento storico e mitologico.

 Per quanto riguarda al forma privilegiò uno stile alto, solenne, che da un
lato riecheggia le formule della lingua sacrale dei carmina, dall’altro
riprende il lessico di tradizione omerica. Il metro fu il saturnio, ma Ennio
introdusse l’esametro.

 La finalità fu per lo più politico-educativa: da un lato l’epos celebra le


vicende storiche o mitiche che avevano dato lustro allo Stato romano
(sottolineando la missione di Roma di dominatrice e pacificatrice del
mondo), dall’altro mirava a inculcare nei cittadini i valori fondanti della
Res publica
Livio Andronico: la biografia
Livio Andronico, tradizionalmente considerato l'iniziatore della letteratura
latina, fu un liberto greco originario di Taranto.

anno avvenimenti
dopo la fine della guerra contro Taranto, giunge a Roma al seguito di
dopo 272 a.C.
Livio Salinatore, di cui è liberto
a Roma svolge la professione di grammaticus, cioè di maestro di
lingua latina e greca
240 a.C. mette in scena la prima opera teatrale a Roma
57 a.C. traduce in latino l’illustre l’Odissea di Omero
Livio Andronico: il teatro
Livio Andronico è stato autore
di tragedie e commedie
di ambientazione greca.

Delle sue cothurnatae


conosciamo otto titoli e qualche
frammento: erano per lo più
ispirate al ciclo troiano (Achille,
Andromaca, Il cavallo di Troia,
Aiace portatore di frusta, ecc.).

Andronico è considerato Teatro di Dioniso ad Atene


iniziatore della palliata, di cui
conosciamo tre titoli (Gladiolus,
Ludius, Virgo).
Livio Andronico: l’Odusia
L’opera a cui è legata la fama di Livio
Andronico è l’Odusia. Si tratta di
una traduzione in lingua latina e in versi
saturni dell’Odissea omerica, con la quale:

 rese disponibile ai romani un testo


fondamentale della cultura greca;

 ambiva a offrire una traduzione artistica


che fosse fruibile come opera autonoma. In un
contesto di diffuso bilinguismo il vertere dei
Latini non è una semplice traduzione letterale
Ulisse ma è una operazione artistica e creativa che
rivendica la sua autonomia rispetto
all’originale.

I padri fondatori > Livio Andronico > L’Odusia


Andronico non si limitò a tradurre il testo omerico, ma lo adattò
per quanto possibile al gusto romano. L’intento di
“romanizzare” il testo è dimostrato:
1. Dalla scelta del saturnio al posto dell’esametro, legando
implicitamente l’Odusia alla tradizione latina sacrale e
oracolare
2. Uso dei procedimenti stilistici propri dei carmina (figure di
suono: allitterazioni, poliptoto, omoteleuto, ecc.)
3. Linguaggio arcaicizzate
4. La modificazione dei nomi delle divinità greche tramite la
loro omologazione a divinità italiche (Musa con Camena,
Mnemosine con Moneta, Odysseus con Ulixes).
5. Tendenza a drammatizzare il testo omerico, intensificando
il pathos
1. Ulisse è un eroe molto popolare in Italia: secondo
leggende e tradizioni locali i suoi figli (quelli avuti da
Circe) fondarono numerose città nella penisola.
2. L’affinità del viaggio di Ulisse con quello di Enea.
3. Il carattere avventuroso, romanzesco delle vicende
di Ulisse.
4. Il personaggio di Ulisse, coraggioso guerriero, esperto
navigatore, legato alla patria e alla famiglia, abile e
astuto parlatore, poteva essere proposto al cittadino
romano come modello da imitare.
Nevio: la biografia
Nevio, cittadino romano di condizione plebea edi origine campana, fu
attivo principalmente nell’ambito dell’epica e del teatro.

anno avvenimenti

270 a.C. nasce in Campania, forse a Capua

264-241 a.C. combatte nell’esercito romano durante la prima guerra punica


viene esiliato a Utica, probabilmente per aver attaccato in una commedia
la famiglia patrizia dei Metelli
204 o 201 a.C. muore probabilmente a Utica

I padri fondatori > Nevio > La biografia


Nevio: il teatro
A Nevio si devono le prime praetextae
del teatro latino:
•Romulus, sul mito della fondazione
di Roma;
•Clastidium, sulla vittoria riportata da Marco
Claudio Marcello a Casteggio contro i Galli (222
a.C.).

Tra le cothurnatae spicca il Licurgus per


la possibile allusione al diffondersi dei riti
bacchici a Roma.

La produzione comica deve essere stata


caratterizzata da attacchi personali e
rivendicazioni in favore della libertà. Molto
vivaci sono i frammenti pervenutici dalla Licurgo uccide la moglie

Tarentilla.
I padri fondatori > Nevio > Il teatro
Nevio: il Bellum Poenicum
Il Bellum poenicum (composto non prima del 220-210 a.C.) è un poema
epico-storico in versi saturni che tratta di un argomento di storia
contemporanea, la prima guerra punica (264-241 a.C.) alla quale lo stesso
autore partecipò, con l’intento di esaltare la potenza di Roma.

Nevio scelse un tema storico con un sicuro intento patriottico e


propagandistico celebrativo, quando la questione cartaginese era di nuovo
drammaticamente attuale (nel 218 a.C. era scoppiata la seconda guerra
punica) e il poeta diede il suo contributo alla causa nazionale esaltando i
valori che avevano reso possibile la vittoria romana nella prima guerra contro
Cartagine).

Il poema era un carmen continuum (fu diviso in sette libri solo in epoca più
tarda).

I padri fondatori > Nevio > Il Bellum Poenicum


 Nevio fonde mito e storia inserendo nel racconto della
prima guerra punica la cosiddetta “archeologia”, che
rievoca le origini leggendarie di Roma con l’arrivo di
Enea nel Lazio e forse l’incontro tra Enea e Didone,
con la spiegazione dell’inimicizia tra Cartagine e Roma.

 Non sono chiare le modalità di tale intreccio, pare che


abbia introdotto il mito nella storia attraverso un
excursus, ossia una digressione.
 Nevio utilizza una lingua arcaica ricca di figure retoriche
di suono (allitterazioni, omoteleuti, ecc.), che conferiscono
solennità al saturnio combinati con elementi innovativi
(composti di nuovo conio e strutture sintattiche ardite).

 Si possono evidenziare due diversi livelli stilistici:


1. Nella parte in cui tratta della guerra lo stile è sobrio,
essenziale, quasi lapidario, privo di artifici retorici,
l’aggettivazione è scarna, la sintassi lineare: ricorda
l’andamento cronachistico degli Annales, lo stile essenziale
delle leggi.
2. Nella parte mitica il poeta concede più spazio all’elemento
patetico e descrittivo, utilizza maggiormente gli aggettivi,
ricorre al linguaggio formulare.
Ennio: la biografia
Ennio è simbolo di un’epoca di assimilazione della cultura greca da parte del
mondo romano: nella sua opera trovano posto la filosofia, la filologia e i
modelli letterari della Grecia arcaica, classica ed ellenistica. Apparteneva ad
una famiglia altolocata ed ebbe un’ottima educazione

anno avvenimenti
Quinto Ennio nasce a Rudiae (estremità meridionale della Puglia), area di
cultura italica fortemente grecizzata, crocevia di culture diverse in
239 a.C.
costante confronto e area di diffuso plurilinguismo. Lui stesso dichiara
di avere tria corda: osco, greco e romano
giunge a Roma dalla Sardegna (dove milita sotto le insegne romane – II
204 a.C. guerra punica) al seguito di Catone il censore. Qui entrò in contatto con la
potente famiglia degli Scipioni, diventando amico e celebratore di alcuni tra i più
illustri nobili del tempo (Scipione l‘ Africano)

segue Marco Fulvio Nobiliore nella campagna contro la lega Etolica


189-187 a.C.
per celebrarne le gesta (nella praetexta Ambracia)
resta sempre vicino all’artistocrazia filellenica e al circolo scipionico
169 a.C. Ennio muore
I padri fondatori > Ennio > La biografia
Ennio è un autore ecclettico, considerato l’iniziatore
di quasi tutti i generi letterari ma delle sue opere ci
restano solo pochi frammenti.
Ennio: il teatro
Ennio esordisce come autore teatrale. Della sua ricca
produzione ci sono rimasti soltanto:
• i titoli e brevi frammenti di una ventina di cothurnatae
ispirate al ciclo troiano e alle opere del tragediografo
greco Euripide: si accentuano gli elementi patetici e
spettacolari;

• i titoli di due palliate: Caupuncula e Pancratiastes;

• i titoli di due praetextae: Ambracia e Sabinae.

I padri fondatori > Ennio > Il teatro


Ennio: gli Annales
•Gli Annales, l’opera più famosa di Ennio, sono un poema
epico-storico in esametri in 18 libri in cui viene ripercorsa
e celebrata la storia di Roma dalle origini all’epoca del
poeta.

• L’esposizione dell’opera procede cronologicamente di


anno in anno, come negli Annales maximi a cui fa
riferimento il titolo.

•Probabilmente i libri erano raggruppati in triadi o esadi.


Ciò insieme alla presenza di un doppio proemio fa pensare
ad un’ opera aperta, edita in sezioni distinte e pronta ad
espandersi per contenere gli eventi più recenti.
Il poema si ispira all’epica ellenistica che celebrava
singoli sovrani .

Ennio riserva infatti grande attenzione ai


protagonisti della storia romana, come il
Temporeggiatore e Scipione Emiliano, ma l’interesse
si concentra sulla storia della città e dei suoi
valori fondanti.
Gli Annales mostrano:

 una forte dipendenza dall’esperienza omerica


(ma anche esiodea),

1. un indubbio legame con la tradizione della poesia


ellenistico-alessandrina

2. uno spirito schiettamente romano, elemento che


cementa i precedenti due e innova il genere epico.
Le innovazioni rispetto a Nevio:
 l’invocazione alle Muse dell’Olimpo, non più alle Camene;
 l’abbandono del saturnio in favore dell’esametro;
 la presenza di strutture formulari, di termini composti,
alcuni riferimenti contenutistici all’epica greca;
 la tendenza a proporre divinità che intervengono nelle
vicende umane.
Ennio si presenta come l’erede di Omero raccontando che
questi gli sia apparso in sogno per consacrarlo suo erede,
anzi sembra che egli alluda ad una sorta di trasmigrazione in
lui dell’anima di Omero (echi della metempsicosi di
Pitagora).
Il legame con la tradizione ellenistica è lo
stesso poeta a sottolinearlo definendosi dicti
studiosus, traduzione latina del termine greco
philologos (letteralmente <<amante della
parola>>)
Con il termine philologos soleva definirsi il poeta
della cultura ellenistica, dotati di una raffinata
preparazione linguistica e letteraria (Callimaco),
autore di un’arte per pochi, raffinata ed erudita,
elegante, curatissima nella forma.
Da questi Ennio eredita lo sperimentalismo
linguistico, una tecnica narrativa vivacemente
drammatica, il tono encomiastico..
La presenza di esperienze greche così diverse trovano
la loro unità nello spirito romano dell’opera che si
presenta come una grandiosa celebrazione della
potenza e della grandezza di Roma.

A rendere grande Roma concorrono sia l’insieme dei


valori collettivi del mos maiorum, dei quali il
popolo intero è depositario, sia le eccezionali virtù
individuali dei maggiori leader politici (moribus
antiquis res stat Romana virisque).
Proprio l’esaltazione di nobili e valorosi personaggi
(Scipione l’Africano) implica una concezione della
storia individualistica e dunque diametralmente
opposta rispetto all’impostazione che, all’incirca
negli stessi anni, Catone dava alle sue Origines.
LINGUA E STILE
 La lingua di Ennio (poeta doctus) presenta arcaismi,
parole composte, grecismi (traslitterazioni di parole,
forme sintattiche, desinenze greche).
 Lo stile è elevato e solenne, ma non mancano parti
pervase dai toni patetici e drammatici cari all’epica
ellenistica.
 Abbondante rimane l’uso delle figure di suono
(allitterazione spesso associata all’onomatopea) miranti a
creare effetti insoliti.
 L’impresa più ardua dello sperimentalismo di Ennio fu
l’adattamento all’esametro della lingua latina.
Ennio: opere minori
Di Ennio si conoscono anche altre opere.
Tra esse ricordiamo:

titolo contenuti
opera didascalica in esametri sulla gastronomia, di intonazione
Hedyphagetica
parodica, ispirata a un poemetto di Archestrato di Gela (IV sec. a.C.)
Saturae raccolta di componimenti diversi per metro e per contenuto
scritto forse in prosa, divulgava il pensiero di Evemero di Messina
Euhemerus (III sec. a.C.), secondo cui gli dèi erano originariamente uomini dotati di
virtù eccezionali e divinizzati in quanto benefattori dell’umanità
opera in poesia ispirata a dottrine pitagoriche attribuite al
Epicharmus commediografo Epicarmo di Siracusa (V sec. a.C.), secondo le quali gli
dèi sarebbero personificazioni di forze della natura

I padri fondatori > Ennio > Opere minori

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