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I Padri Fondatori Andronico Nevio Ennio
I Padri Fondatori Andronico Nevio Ennio
Per quanto riguarda al forma privilegiò uno stile alto, solenne, che da un
lato riecheggia le formule della lingua sacrale dei carmina, dall’altro
riprende il lessico di tradizione omerica. Il metro fu il saturnio, ma Ennio
introdusse l’esametro.
anno avvenimenti
dopo la fine della guerra contro Taranto, giunge a Roma al seguito di
dopo 272 a.C.
Livio Salinatore, di cui è liberto
a Roma svolge la professione di grammaticus, cioè di maestro di
lingua latina e greca
240 a.C. mette in scena la prima opera teatrale a Roma
57 a.C. traduce in latino l’illustre l’Odissea di Omero
Livio Andronico: il teatro
Livio Andronico è stato autore
di tragedie e commedie
di ambientazione greca.
anno avvenimenti
Tarentilla.
I padri fondatori > Nevio > Il teatro
Nevio: il Bellum Poenicum
Il Bellum poenicum (composto non prima del 220-210 a.C.) è un poema
epico-storico in versi saturni che tratta di un argomento di storia
contemporanea, la prima guerra punica (264-241 a.C.) alla quale lo stesso
autore partecipò, con l’intento di esaltare la potenza di Roma.
Il poema era un carmen continuum (fu diviso in sette libri solo in epoca più
tarda).
anno avvenimenti
Quinto Ennio nasce a Rudiae (estremità meridionale della Puglia), area di
cultura italica fortemente grecizzata, crocevia di culture diverse in
239 a.C.
costante confronto e area di diffuso plurilinguismo. Lui stesso dichiara
di avere tria corda: osco, greco e romano
giunge a Roma dalla Sardegna (dove milita sotto le insegne romane – II
204 a.C. guerra punica) al seguito di Catone il censore. Qui entrò in contatto con la
potente famiglia degli Scipioni, diventando amico e celebratore di alcuni tra i più
illustri nobili del tempo (Scipione l‘ Africano)
titolo contenuti
opera didascalica in esametri sulla gastronomia, di intonazione
Hedyphagetica
parodica, ispirata a un poemetto di Archestrato di Gela (IV sec. a.C.)
Saturae raccolta di componimenti diversi per metro e per contenuto
scritto forse in prosa, divulgava il pensiero di Evemero di Messina
Euhemerus (III sec. a.C.), secondo cui gli dèi erano originariamente uomini dotati di
virtù eccezionali e divinizzati in quanto benefattori dell’umanità
opera in poesia ispirata a dottrine pitagoriche attribuite al
Epicharmus commediografo Epicarmo di Siracusa (V sec. a.C.), secondo le quali gli
dèi sarebbero personificazioni di forze della natura