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Il Barocco Federico Tognoni

Il Barocco è il termine usato per designare, criticamente e cronologicamente, la


produzione artistica e architettonica sviluppatasi in Italia e nel resto d’Europa nel
corso del XVII sec. Dalla fine del Seicento, l’aggettivo francese baroque, tratto dal
portoghese barroco (irregolare, riferito alla forma della perla scaramazza), acquisì il
senso generico di «stravagante», «bizzarro». Il termine compare, con questo
significato, nella storiografia e nella critica artistica e architettonica dalla fine del 18°
sec.: nel Dictionnaire de Trevoux (1771) è così definita la pittura che non segue le
tradizionali regole sulle proporzioni ma il capriccio dell’artista.

I segni caratterizzanti dello stile b., delineati dalla critica, contribuiscono a definire il
fenomeno nella sua articolazione e nel suo divenire storico, nella produzione romana
e italiana e nei suoi sviluppi europei. Il segno dominante della produzione b. è
tuttavia l’interazione e la fusione tra tutte le arti, nella definizione di nuove strutture
spaziali, in organismi monumentali e in sistemazioni urbane, che contribuirono in
primo luogo alla creazione del volto di Roma barocca.

Il riuso di partiti figurativi ed elementi architettonici con funzioni accentuatamente


decorative propri della produzione del primo Settecento italiano e del tardo
Settecento europeo è alla base del cosiddetto tardo-b. e del rococò. Larghissima fu
l’influenza del gusto b., particolarmente sulla scenografia teatrale e sugli apparati per
feste e funerali, nonché sul mobile, sull’arredamento, sulla suppellettile, sul vestiario.
G. L. Bernini (1598-1680),
Capra Amaltea, Roma
Galleria Borghese, 1609,
marmo, h cm 45
Il "Giove bambino ed un fauno Nutriti dalla Capra Amaltea " è una
scultura alta solo 45 cm e conservata presso la Galleria Borghese di
Roma, è stata attribuita a Gian Lorenzo Bernini, da Roberto Longhi nel
1926, rappresenta un episodio dell’infazia di Giove, quando salvato
dalla minaccia del padre: Saturno, fu allevato dalle Ninfe presso il
monte Ida col miele, ed il latte della capra Amaltea.
Secondo alcune fonti, l'artista assistito dal padre cominciò a eseguire le
prime sculture già verso i dieci anni di età, e questa, per alcune
incertezze, come il modo grossolano di rappresentare i capelli sembra
un'opera di una mano incerta ma che già mostra le doti che lo
renderanno celebre in seguito. Per lo stile che imita la vivacità e il
naturalismo dell'arte ellenistica fu anche ritenuta un originale antico, è
considerata da molti la prima opera in assoluto di Bernini databile
entro il 1609.
La capra Amaltea nasconde anche un’allegoria dei quattro sensi
evocata dai gesti e dalle azioni: la vista con il gioco di sguardi, il tatto
con la mungitura del piccolo Giove, il gusto con il satiretto che beve
dalla conchiglia e infine l'udito con il suono che pare di sentire nel
G.L. Bernini, Enea,
Anchise e Ascanio,
1618-1619, marmo 220
h cm, Roma,
Galleria Borghese
“Enea, Anchise e Ascanio”, scolpita in un anno, è la prima statua in assoluto richiesta
dal Cardinale Borghese la Bernini.

Enea è il protagonista dell'”Eneide” di Virgilio, in cui si narra il viaggio e la fuga del


protagonista dalla città di Troia, dopo l’incendio ed il saccheggio da parte delle truppe
greche. Nella sua fuga, Enea trasporta sulle spalle suo padre Anchise, mentre suo
figlio Ascanio lo segue. Bernini sceglie di rappresentare il trio mentre sta fuggendo,
con Enea che con vigore trasporta suo padre sulla spalla, il quale, a sua volta trattiene
tra le mani un vaso con dentro le ceneri dei suoi antenati, e proprio sopra questo
contenitore (il keramos troikos) si scorge la statua degli Dèi Penati, figure mitologiche
romane protettrici della casa (la presenza della piccola statua indica la direzione che
intraprenderanno nella fuga i protagonisti, ovvero l’Italia). Ascanio sorregge il fuoco
eterno di Vesta, due dei sette “Pignora Imperii” ovvero gli oggetti che, per credenza
del popolo romano, erano in grado di garantire e mantenere in eterno la grandezza di
Roma.

Con questa scelta, l’artista mette in risalto il potere della committenza, oltre che
rappresentare i due oggetti per il loro significato intrinseco: Anchise portatore della
storia, delle tradizioni e Ascanio, destinato a dare origine alla futura gens julia,
custode del sacro fuoco vestale.
1623-1624, h cm 170
1622-1625 h. cm 243
1624-1635
“Nisi coelum creassem ob te solam crearem” (“Se non avessi creato il cielo, per te sola [Teresa] lo creerei”),
che è un’espressione che la santa spagnola si sentì ripetere dallo stesso Gesù apparsogli in visione. Tutta la
Cappella è illuminata da questo annunzio: Teresa entra in Paradiso, il Cristo ama Teresa e la vuole in
Il ritratto parlante

Bernini "rinnovò radicalmente l'idea del busto ritratto".


Passò da immagini "severe e compassate" a immagini
vitali, in movimento piene di piani in chiaro e scuro, che
trasmettono caratteri, emozioni, una "individualità
psicologica".
G. L. Bernini, Busti di Scipione Borghese, Roma, Galleria Borghese, 1632, marmo cm 72,5 e
G. L. Bernini, Ritratto di Scipione Borghese, New York, Pierpont Morgan Library;
Caricatura di Scipione Borghese, Roma Biblioteca Vaticana
G.L. Bernini, Ritratto di Costanza
Bonarelli, Firenze, Museo del Bargello,
cm 72, marmo, h cm 72
G. L. Bernini, Busto di Luigi
XIV, Versailles, Musée du
Château, 1665, marmo, h cm 80

«Entrò ‘l Bernino in un pensier


profondo / per Per far al regal
busto un bel sostegno / E disse
(non trovandone alcun
degno): / Picciola base a un tal
monarca è il mondo».

Bernini infatti aveva progettato


una base, mai realizzata,
costituita da un globo terrestre
appoggiato a un grande trofeo
di armi e di simboli arti con
sopra i motto : «picciola
base”».
La committenza Gesuita: l’arte come persuasione
Giacomo Della Porta,
Facciata della Chiesa
del Gesù, 1573-1584.
La facciata è stata
progettata dal Della
Porta, secondo un
progetto che
Alessandro Farnese
preferì a quello del
Vignola (1571).
Jacopo Barozzi detto il
Vignola, Chiesa del
Gesù, dal 1568.
Roma. Pianta e
interno.

Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, Il Trionfo del


nome di Gesù, Un punto della navata,
contrassegnato con il monogramma «IHS» (le
prime lettere del nome di Gesù in greco), indica il
luogo di osservazione ottimale per lo spettatore.

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