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Cervicale 7 vertebre
Toracica 12 vertebre
Lombo/sacrale 5
vertebre
Osso sacro
L’andamento curvilineo del profilo della colonna (forma a S), oltre che la
particolare morfologia delle singole vertebre, consentono la flessione e la
torsione del busto.
La compressione è
proporzionale alla componente
ortogonale ( cos )
La tensione è proporzionale alla
componente parallela ( sin).
Nel caso di iperlordosi, si ha un aumento dell’angolo lombosacrale =>
aumenta la forza di tensione sul disco (aumenta il seno).
Esempio: con un angolo che da 30° passi a 40°
Il seno passa da 0.5 a 0.64 => la forza di tensione sul disco aumenta da 0,8
a 1,02 volte il peso corporeo.
La conseguenza di questo è che il disco tende ad essere estruso e, di
conseguenza la quarta lombare slitta in avanti sopra la quinta (e così via)
irritando le capsule sinoviali
….ed ecco il mal di schiena conseguente allo stare a lungo in piedi … specie
per coloro che soffrono di iperlordosi/ipolordosi lombare
Modello della schiena
Chinando la schiena i due
principali gruppi muscolari
coinvolti nel movimento sono:
• l’erettore spinale
• muscoli sacrospinali
che si attaccano tra l’ilo ed il
sacro ed ai processi spinosi delle
lombari e delle prime 4 vertebre
toraciche
E’ possibile schematizzare la
situazione come da figura
Modello della schiena
Usiamo come modello di spina dorsale una asta
rigida con forze applicate in punti specifici.
= 30°
La schiena: equilibrio di forze e momenti
La forza muscolare e la reazione sulla parte bassa della spina dorsale sono molto
più grandi del peso corporeo (2,5Wb e 2,74Wb). La reazione R spinge verso l'alto
per bilanciare le forze che spingono verso il basso.
La schiena: forza muscolare e reazione vertebrale
No lifting:
Extra 0,2Wb
Questi calcoli indicano che, a livello della quinta vertebra lombare si esercitano
forze molto elevate. Questo spiega il motivo per cui il «mal di schiena» origina
spesso a questo livello. E’ inoltre evidente che la posizione mostrata in figura non
è raccomandata per sollevare pesi.
Articolazione dell’anca
R
Deambulazione con anca lesa
Nelle persone con un'anca indebolita, (per es. a
causa di artrosi oppure riposo prolungato dopo una
frattura), la forza muscolare dei muscoli adduttori è
inferiore. Queste persone, quindi, tendono a
camminare zoppicando e piegandosi verso il lato
indebolito.
Di conseguenza, il centro di gravità del corpo si
sposta in una posizione più direttamente sopra
l'articolazione dell'anca, diminuendo così la forza
sull'articolazione lesa.
Infatti, si dimostra che in questo caso
la forza muscolare da applicare è: b
Fm = 0,47 ·Wb
la forza di reazione sull'articolazione dell'anca è:
R = 1,28 ·Wb
Quindi vi è una riduzione significativa delle forze
applicate durante la deambulazione
b
Deambulazione con anca lesa
l’equilibrio nella deambulazione
si realizza con uno sforzo R
diretto più verticalmente (al
limite se Fm = 0, R sarebbe
verticale)
la testa del femore crescerebbe
ad un angolo > del normale
provocando un > allungamento
dell’arto che, a sua volta,
produrrebbe una rotazione della
cintura pelvica per compensare
lo sbilanciamento degli arti
rotazione della colonna
vertebrale (scoliosi).
Deambulazione con bastone
Per ovviare a questo problema è
necessario l’utilizzo di un bastone
su cui scaricare una parte del peso
corporeo. Quindi l’equilibrio si
mantiene con valori di Fm < del
normale, ma la direzione di R
rimane inalterata.
1 libbra = 0,45kg
1 pollice = 2,54cm
Equilibrio rotazionale:
(Wb+Wv)x = Wv(12’’)
3Wv x =Wv(12’’)
x= 4’’ (10,16cm)
Articolazione dell’anca: studio dell’equilibrio
con peso aggiuntivo
F
b)
F = 4,9 ·Wb
Rx = 1,6 ·Wb
Ry = 5,9 ·Wb
Wleg= 0,16Wb
R = (Rx2 + Ry2 )1/2 6 ·Wb
= artg(Rx\Ry) = 15 12,7
F = 1.56 ·Wb
N = 1,5Wb Rx = 0,53 ·Wb
Ry = 2,31 ·Wb
N.B. Si riportano, per confronto, i valori ottenuti R = (Rx2 + Ry2 )1/2
durante la deambulazione senza valigia 2.37 ·Wb
= artg(R \R ) = 13
Attrito nell’articolazione dell’anca
Come dimostrato, le forze che agiscono sulle articolazioni sono molto elevate.
Quando le articolazioni sono in movimento, queste grandi forze producono attrito
che potrebbe essere dannoso usurando le articolazioni. Per tale motivo, le
articolazioni sono ben lubrificate; alle estremità di contatto delle ossa vi è infatti
un rivestimento cartilagineo liscio e il fluido sinoviale che lubrifica le aree di
contatto.
Fa = 2,4·W·μ
Si tratta di una grande quantità di lavoro che sarebbe spesa in ogni passo; infatti
equivale a sollevare di 2,16 cm il peso completo di una persona. Inoltre, questo lavoro
sarebbe dissipato in energia termica, che distruggerebbe l'articolazione.
Invece, l'articolazione è ben lubrificata, il coefficiente di attrito μ è solo 0.003.
Pertanto, il lavoro speso per contrastare l'attrito e il conseguente riscaldamento
dell'articolazione sono trascurabili (0,000216W).
W1 = 150N (15kg)
W0 = 100N (10kg)
= 15°
= 45°
Quando una persona si accovaccia, la tensione nei tendini che passano sopra
la rotula e la reazione sull’articolazione del ginocchio sono quasi 4 volte il
peso corporeo!
Aspetti dinamici della postura
In questa trattazione del corpo umano, si è assunto che le forze esercitate dai
muscoli siano statiche, ovvero, costanti nel tempo. In realtà, il corpo umano (e il
corpo di tutti gli animali) è un sistema dinamico, infatti il sistema muscolare umano
reagisce agli stimoli generati dall’interno e dall'ambiente esterno.
Il baricentro del corpo umano, in posizione eretta, è circa a metà dell'altezza
dell’individuo, sopra la pianta dei piedi, quindi anche un piccolo spostamento
tende a far cadere il corpo. Come dimostrato sperimentalmente, il semplice atto di
stare in piedi, in posizione eretta, richiede al corpo continui (micro)movimenti
oscillatori per mantenere il centro di gravità sopra la base di appoggio. In un tipico
esperimento progettato per studiare questo aspetto della postura, la persona deve
stare in posizione eretta, con i piedi uniti, il più fermo possibile, su una piattaforma
che registra il punto di applicazione delle forze applicate sulle piante dei piedi
(centro di pressione). Per compensare lo spostamento del baricentro, il centro di
pressione si sposta continuamente di diversi centimetri in un brevissimo tempo
(circa mezzo secondo). Inoltre, piccoli spostamenti del baricentro (inferiori a circa
1,5 cm), in avanti e indietro (sul piano sagittale), vengono compensati da
movimenti delle caviglie, mentre, per mantenere l’equilibrio e compensare
movimenti maggiori o spostamenti sinistra-destra (sul piano frontale), sono
necessari movimenti dell'anca.
Aspetti dinamici della postura
La deambulazione richiede una serie maggiormente complessa di movimenti di
compensazione come supporto per il baricentro che si sposta da un piede all'altro.
Quindi, il mantenimento della posizione eretta o la deambulazione richiedono al
sistema nervoso un compito complesso. Questo compito diventa ancora più
difficoltoso quando accidentalmente scivoliamo e il centro di gravità si sposta
momentaneamente rispetto alla base di appoggio. Senza compensare i movimenti,
un individuo che perde l'equilibrio colpirà il pavimento in un tempo di circa 1
secondo. Durante questo breve intervallo di tempo, l'intero sistema muscolare è
chiamato in azione per mobilitare varie parti del corpo in modo da riportare il
centro di massa sopra la base di appoggio, eseguendo anche incredibili contorsioni
nel processo di ripristino dell’equilibrio.
Per mantenere l'equilibrio, il sistema nervoso ottiene le informazioni necessarie
principalmente da tre fonti: 1) visione, 2) sistema vestibolare - situato nell'orecchio
interno - che controlla il movimento e la posizione della testa e 3) sistema somato-
sensoriale che controlla la posizione e l'orientamento delle varie parti del corpo.
Con l’età, l'efficienza delle funzioni necessarie a mantenersi in posizione eretta
diminuisce con conseguente aumento del numero di lesioni dovute a cadute. Si
stima che, negli Stati Uniti, il numero di morti accidentali, dovute a cadute, nelle
persone di età superiore di 80 anni è circa 60 volte superiore rispetto a quello delle
persone di età inferiore ai 70 anni.
Aspetti dinamici della postura
Un altro aspetto della dinamica posturale è l'interconnessione dell'apparato
muscolo-scheletrico. Tutti i muscoli e le ossa sono collegati tra loro e un
cambiamento nella tensione muscolare o nella posizione degli arti di una parte del
corpo deve essere accompagnata da un cambiamento di compensazione altrove.
Il sistema può essere visualizzato come una struttura a tenda. Le ossa agiscono
come i pali della tenda e i muscoli come le corde che bilanciano il corpo nella
posizione desiderata. Il buon funzionamento di questo tipo di struttura richiede
che le forze siano adeguatamente distribuite su tutte le ossa e i muscoli. In una
tenda, quando le funi di trazione anteriori sono tese, la tensione delle funi
posteriori deve essere aumentata corrispondentemente, altrimenti la tenda crolla
nella direzione anteriore.
Il sistema muscolo-scheletrico funziona in modo analogo. Ad esempio, un'eccessiva
tensione, dovuta a uno sforzo eccessivo, dei muscoli nella parte anteriore delle
gambe tenderanno a tirare in avanti il busto. Per compensare questa trazione in
avanti, anche i muscoli della schiena devono contrarsi, esercitando una forza
eccessiva sulle strutture più delicate della parte bassa della schiena. In questo
modo, l'eccesso di tensione in un gruppo di muscoli può essere riflesso come
dolore in una parte completamente diversa del corpo.