Per Platone la virtù è una sola e si identifica con la scienza, solo come tale essa può essere insegnata e, in quanto tale ,
in essa consiste la felicità dell’uomo. L’unico valore che comprende in sé tutti gli altri è il bene e la virtù dunque consiste
nell’attività umana che deve realizzarlo. Il bene è esercizio di virtù. Nell’etica platonica l’alternativa tra bene e male sarà
interpretata come la scelta fra ragione e impulso razionale.
Nella società, il filosofo, distingue 3 tipi di classi sociali, ciascuna governata da una virtù specifica, alla quale si accosta un
determinato tipo di anima. Così nello stato platonico ci saranno;
• La classe dei governanti , caratterizzati da un’anima razionale , retti dall’uso della saggezza;
• la classe dei guerrieri, con un animo irascibile, distinti dalla virtù del coraggio;
• La classe dei lavoratori , contraddistinti da un’anima concupiscibile, la cui virtù propria è la temperanza.
Nel Filebo, Platone ritorna sul concetto di bene, giustizia e virtù, comprendendo che il bene per l’uomo è una forma di
vita mista, divisa tra la ricerca del piacere e l’esercizio dell’intelligenza, governata dalla misura, giusta proporzione. Il
filosofo, poi espone la ‘scala dei valori’: al primo posto c’è l’ordine, misura, giusto mezzo, al secondo la proporzione, al
terzo l’intelligenza; al quarto posto la scienza e l’opinione, e a quinto i piaceri puri.
L’ETICA
ogni dottrina o riflessione speculativa intorno al
comportamento pratico dell’uomo.
ARISTOTELE
L’etica viene introdotta per la prima volta da Aristotele. L’etica aristotelica è un etica della felicità, dove fine e bene
coincidono e bene sommo viene considerata la felicità. La felicità aristotelica non va confusa con il piacere, esso
rappresenta solo una conseguenza, l’uomo felice infatti sarà colui che vive secondo ragione. Virtù e malvagità
dipendono esclusivamente dagli uomini e dalle loro libere scelte. Il filosofo distingue 2 tipi di virtù fondamentali: