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CORSO DI FORMAZIONE «NUOVI

PROFESSIONALI»
LABORATORIO PFI
LAVORI GRUPPO 1
PROGETTO FORMATIVO INDIVIDUALE

• MIRELLA SARTI
• CONCETTA SAVIO
• LUCIA PILLERI
• MILENA SCIOSCIA
• MARILENA D’ASCOLI
Progetto Formativo Individuale in formato word
Progetto Formativo Individuale in formato pdf

TEMA 1:
MODIFICHE AL PFI
PAGINA 1 (DATI ANAGRAFICI)2

 Inserite nella prima pagina tutte le informazioni anagrafiche


dell’alunno e della scuola
 Aggiunta tabella per evidenziare situazione di Disabilità, DSA,
BES
 Aggiunta sezione per inserire nomi dei tutor di prima e
seconda annualità
PAGINA 2 (COMPETENZE FORMALI)
 Inserita scuola di provenienza
 Eliminate parti testuali da compilare ed eventualmente cancellare a carico
del tutor e sostituite con crocette

(esempio: Il docente tutor ha preso visione della certificazione delle competenze del primo
ciclo di istruzione e dai livelli acquisiti (indicati nella tabella di seguito) emergono particolari
competenze in ambito linguistico / scientifico tecnologico e matematico / digitale / sociale e
civico / metacognitivo / creativo / storico-culturale / artistico, mentre si possono rilevare
difficoltà / bisogna migliorare in ambito linguistico / scientifico tecnologico e matematico /
digitale / sociale e civico / metacognitivo / creativo / storicoculturale / artistico.)

La parte testuale è stata eliminata per snellire il lavoro del tutor, che
dovrebbe scriverla sulla base della tabella sottostante, che viene
comunque riportata.

 Eliminare le parti testuali dell’INVALSI, sostituite con crocette


PAGINA 3 E 4 (COMPETENZE NON FORMALI E INFORMALI)2
 Sostituito testo da scrivere o cancellare con
crocette
 Racchiuse le varie esperienze in caselle di testo
per semplicità di visualizzazione

PAGINA 5
(PUNTI DI FORZA ED ESIGENZE DI MIGLIORAMENTO)2
 Sostituito testo con crocette
 Aggiunte voci sugli stili di
apprendimento e le preferenze per
attività di gruppo/individuali,
attività di laboratorio/frontale,
voglia di approfondire una o più
materie
PAGINA 6 (CURRICULUM E PERSONALIZZAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI)
 Sostituito testo da scrivere o cancellare con crocette
 Modificate alcune voci, selezionate quelle più significative

PAGINA 7 (UNITÀ DI APPRENDIMENTO)2


 Ogni Uda è racchiusa in una casella per semplicità di visualizzazione
PAGINA 8 (ATTIVITA DI INDIVIDUALIZZAZIONE)

 Ogni scuola potrà poi aggiungere i propri progetti


PAGINA 10 E SEGUENTI (VERIFICA PERIODICA E REVISIONE)
 Eliminata la voce «tutor» che si ripete in ogni cdc, in
quanto già presente nella prima pagina
 Sostituite le voci da scrivere/completare o cancellare
con crocette per semplicità di compilazione
 Sostituita la frase «Le carenze formative sono state
recuperate in… e/o sono state recuperate parzialmente
in … e/o non sono state recuperate in …» con una
ulteriore colonna nella tabella degli interventi
personalizzati, in modo che sia più chiaro, anche a
colpo d’occhio, quali sono stati i risultati dei recuperi
 Sostituite le varie voci alternative « …Il Consiglio di
classe decide per il ri-orientamento dell’alunno/a
oppure…» con alternative da barrare, con le
specificazioni nelle note a piè di pagina
 Ridotta la possibilità di descrizione del tipo carenza a
«grave» o «lieve»
IN SINTESI
Si è cercato, mantenendo intatta la struttura e la sostanza del PFI, di semplificare i seguenti aspetti

Lettura del PFI da parte


Modifica del PFI da Compilazione del PFI
del tutor dell’anno
parte di ciascuna scuola da parte del tutor
successivo

• Ogni scuola può modificare • Eliminate parti da scrivere • Inserita tabella per
a priori le voci negli o cancellare evidenziare situazioni di
elenchi, adattandole al • Preferiti elenchi di caselle BES
proprio contesto e al da barrare ai testi da • Inseriti riquadri che
proprio istituto, costruendo scrivere racchiudano le esperienze e
così il proprio modello che • Sintetizzati al massimo i gli attestati
ogni tutor dovrà modificare dati del primo ciclo • Sintetizzati i dati degli
in minima parte scrutini e consigli di classe
in forma tabellare
• Uniformata la grafica
TEMA 2:
LA RESPONSABILITÀ DEL PERSONALE DOCENTE
I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono
RESPONSABILITÀ DEI direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e
PUBBLICI DIPENDENTI
amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi
Art. 28 Cost.
la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.

Le responsabilità del P.D. coincidono con quelle


del comune cittadino:
• RESPONSABILITÀ Civile verso terzi
• RESPONSABILITÀ Penale

A cui si aggiungono:
•RESPONSABILITÀ Patrimoniale
• RESPONSABILITÀ Disciplinare
• RESPONSABILITÀ Amministrativa
Pubblico • RESPONSABILITÀ Contabile
Dipendente 12
Elemento di collegamento tra le varie responsabilità è, per il Docente/PD:

VIOLAZIONE DELL’OBBLIGO DELLA VIGILANZA

Responsabilità Responsabilità
penale civile
Omissione
dell’Obbligo di
vigilanza

Responsabilità
amministrativa e
contabile

Responsabilità
disciplinare

13
 RESPONSABILITA’ CONTRATTUALE: art. 1175 c.c., art. 1213 c.c. e art. 1375 c.c.
riguarda i danni autoprocurati.

In virtù del rapporto di affidamento instauratosi rispetto a ciascun alunno minorenne,


risulta che l’insegnante è tenuto a vigilare sulla sua incolumità e perciò ad evitare il
crearsi di situazioni dalle quali possono prevedibilmente derivare eventi pregiudizievoli
per l’alunno stesso, ad esempio autolesioni.
 RESPONSABILITA’ EXTRACONTRATTUALE:
LA Obbligo a carico del docente di vigilare affinché ciascun alunno minorenne non arrechi
RESPONSABILITÀ danno agli altri alunni o ad altri soggetti.
CIVILE DEL DOCENTE
DANNI PROVOCATI DALL’ALUNNO
• SU SE STESSO: violazione dell’obbligo di vigilanza
• AD ALTRI: presunzione di responsabilità del docente
• ex art. 2047 c.c. - difetto di sorveglianza e vigilanza
• ex art. 2048 c.c. – difetto di educazione e vigilanza

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https://www.dirittoscolastico.it/responsabilita-della-scuola-per-danni-cagionati-dagli-allievi-ad-altri-o-a-se-stessi/
Perché si parla di “responsabilità aggravata” del personale della scuola?
 Perché tale responsabilità si basa su di una colpa presunta, ovvero sulla “presunzione”
posta dalla legge di una culpa in vigilando, ovvero sulla presunta negligenza
nell’adempimento all’obbligo di vigilanza e/o sorveglianza.
LA
RESPONSABILITÀ La responsabilità oggettiva posta da tale norma esonera il danneggiato dalla prova
AGGRAVATA dell’elemento psicologico (culpa in vigilando) del fatto, ovvero dal provare oggettivamente
art 2048 c.c. il difetto di vigilanza. È dunque necessario che venga provato, da parte del personale della
scuola, il “caso fortuito” per potersi esimere da tale responsabilità. Deve cioè potersi provare
che il danno verificatosi è dipeso da caso fortuito ovvero da un evento straordinario ed
assolutamente imprevedibile, nonché non superabile con l’uso dell’ordinaria diligenza, da
considerarsi in rapporto al caso concreto.

 "La Responsabilità Patrimoniale" sorge quando dal comportamento di un pubblico


dipendente derivi un danno patrimoniale per l’Amministrazione”
 La Responsabilità Patrimoniale del personale direttivo, docente, educativo e non
LA RESPONSABILITÀ
PATRIMONIALE docente della scuola materna, elementare secondaria ed artistica dello Stato e delle
istituzioni educative statali per danni arrecati direttamente all'Amministrazione in
connessione a comportamenti degli alunni è limitata ai soli casi di dolo o colpa 15
grave nell'esercizio della vigilanza sugli alunni stessi.
Le ipotesi delittuose che possono verificarsi nel corso dell’attività scolastica si possono
riassumere in:
 ABUSO DI MEZZI DI CORREZIONE (Art. 571 c.p.):
«chiunque abusa dei mezzi di correzione o di disciplina in danno di una persona
sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura,
vigilanza o custodia … è punito, se dal fatto ne deriva una malattia nel corpo o nella
mente, con la reclusione fino a sei mesi».
 PERCOSSE (art. 581):
LA RESPONSABILITÀ
PENALE «Chiunque percuote taluno.......è punito, a querela della persona offesa, con la
reclusione fino a sei mesi…»
 REATI COLPOSI – posizione di garanzia del docente
• Il Docente/ PD risponde delle “lesioni che l’alunno abbia prodotto a se ed ad altri
nel periodo sottoposto alla sorveglianza”
• Reati di lesioni personali colpose (art. 590 c.p.) o di omicidio colposo (art. 589
c.c.p.) di cui può essere chiamato a rispondere il Docente, configurano come reati
colposi di omissione.
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LA RESPONSABILITÀ PENALE CHIAMA IL DOCENTE/PD A RISPONDERE,
NELL’ESERCIZIO DELLA VIGILANZA, DEI REATI DI LESIONI COLPOSE
(art. 590 c.p.) ED OMICIDIO COLPOSO (art. 589 c.p.)

Ecco anche perché i Docenti debbono:


 trovarsi in classe prima dell’orario d'inizio delle lezioni a scuola,
 ottemperare all’obbligo della sorveglianza durante l’intervallo, ecc.

Così pure corre al personale ausiliario l’obbligo della sorveglianza, ecc.


Sotto il profilo della colpa vige l'art. 43 c.p. «il reato è colposo o contro l’intenzione
quando l’evento, se preveduto, non è voluto dal docente e si verifica a causa di
negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per inosservanza di leggi, ordini o
discipline».
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Esclusione della RESPONSABILITÀ per mancanza del:
NESSO CAUSALE per FORZA MAGGIORE
PROVA LIBERATORIA

FATTO
COMMESSO Perché ci sia Responsabilità
è necessario che si realizzi,
tra il fatto commesso e
NESSO l’evento dannoso,
CAUSALE il nesso causale

EVENTO
DANNOSO

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Quando si verifichi un evento dannoso improvviso e grave che sollevi il Docente/PD dalla colpa di non aver
rispettato l’obbligo di vigilanza, perché non è dimostrabile alcun collegamento tra il non rispettato obbligo
di vigilanza e il verificarsi del fatto dannoso stesso. Ciò esclude la responsabilità del Docente/PD, proprio
perché non sussiste alcun nesso causale tra fatto commesso ed evento dannoso.
Da parte del Docente/PD “vi è l’esclusione della responsabilità soltanto se prova di non aver potuto
impedire il fatto” (2° comma dell’art. 2048 c.c.)

Ma non basta (Cass. Civ. Sez. I, n. 9337/16):

oltre alla prova dell’imprevedibilità del fatto (art. 2048 c.c.) il docente deve fornire la prova di aver adottato
in via preventiva tutte le misure idonee per evitare il sorgere del pericolo.

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Se è vero che la scuola ha il preciso dovere di garantire a tutti che non
accadano eventi e situazioni tali da impedire corretto esercizio del diritto di
ciascuno studente a ricevere un’adeguata formazione, è altrettanto vero che i
genitori, nell’affidare i propri figli alla scuola non sono sollevati dalla culpa
in educando. Infatti la responsabilità del genitore ai sensi dell’art. 2048 , 1°
c., e quella del precettore, ex art. 2048, 2° c., per il fatto commesso dal minore
capace durante il tempo in cui è ad esso affidato, non sono tra loro alternative
CULPA IN EDUCANDO ma concorrenti, poiché l’affidamento a terzi solleva il genitore soltanto dalla
presunzione di colpa in vigilando, non anche da quella di colpa in educando,
«rimanendo i genitori tenuti a dimostrare di aver impartito al minore
un’educazione adeguata a prevenire comportamenti illeciti»

La condotta del minore può essere quindi ricondotta in parte o in via esclusiva
ai genitori per culpa in educando; pertanto anche essi possono essere chiamati
a rispondere in solido con l’insegnante per il fatto dell’allievo.

https://itisdalmine.edu.it/images/anno_scolastico_2018_19/Conferenza_13_apr_19/Slide_responsabilt%C3%A0_civile_dei_genitori.pdf
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LA RESPONSABILITÀ PENALE DEGLI STUDENTI E SUGLI
OBBLIGHI DI DENUNCIA DA PARTE DELLE ISTITUZIONI
SCOLASTICHE
 L'ordinamento italiano pone in campo a coloro che rivestono la qualità di
CRITERI DI pubblico ufficiale e di incaricato di pubblico servizio (art. 362 e 358 del
SEGNALAZIONE codice penale) l'obbligo, a fronte di reati perseguibili d'ufficio, di
denunciare la notizia di reato all'Autorità giudiziaria. In mancanza
potrebbero essere chiamati a rispondere del “reato di omessa denuncia”.
 Se un docente, durante il suo servizio, viene a conoscenza di un’ipotesi di
reato deve immediatamente “riferire” la notizia di reato al suo Dirigente
scolastico. Nascondere al proprio DS una notizia di reato accaduta durante il
servizio è un comportamento sanzionabile.

Di concerto con il dirigente scolastico l’insegnante in quanto Pubblico Ufficiale ha, poi, ai sensi dell’art. 331 c.p.p

UN OBBLIGO DI DENUNCIARE PER ISCRITTO TUTTI I REATI PROCEDIBILI D’UFFICIO,CONOSCIUTI


NELL’ESERCIZIO O A CAUSA DELLE SUE FUNZIONI, ANCHE QUANDO NON SIA INDIVIDUATA LA
PERSONA ALLA QUALE IL REATO È ATTRIBUITO.

E’ necessario, quindi, che i docenti conoscano quali sono i reati perseguibili d’ufficio che gli impongono l’obbligo di
denunzia del reato, poiché l’omissione di tale obbligo è sanzionata penalmente ai sensi dell’art. 361 c.p.p 22

Non si applicano se si tratta di delitto punibile a querela della persona offesa.


I REATI PERSEGUIBILI D’UFFICIO

L’espressione reato perseguibile d’ufficio si riferisce a tutti quei reati per


i quali in Italia lo Stato tutela la vittima a prescindere dalla sua
volontà, procedendo in modo diretto contro il responsabile del reato
stesso.
In altri termini, anche se la vittima non sporge querela o non ha
intenzione di far condannare il colpevole di una lesione, lo Stato
interviene in suo sostegno.

I reati perseguibili d’ufficio si contrappongono ai reati perseguibili a querela di parte. Nel corso degli ultimi anni il
quadro normativo ha trasformato in reati perseguibili a querela di parte alcuni reati che erano in precedenza
procedibili d’ufficio.

I reati perseguibili d’ufficio sono in genere reati di maggiore gravità, per i quali nel momento in cui un Pubblico
Ministero venga a conoscenza di un’ipotesi di reato, deve iscriverla nel Registro Generale Notizia di Reato della Procura
e avviare le indagini. L’azione che viene avviata d’ufficio è irrevocabile: non la si può dunque interrompere come
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avviene invece nel caso di remissione della querela.
Elenco dei principali reati perseguibili d’ufficio 
disciplinati nell’ordinamento giuridico italiano all’interno del Codice Penale:
• abuso di mezzi di correzione o di disciplina – articolo 571;
• maltrattamenti in famiglia – articolo 572;
• omicidio – articolo 575
• lesione personale – articoli 582 e 583;
• pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili – articolo 583-bis;
• prostituzione minorile – articolo 600-bis;
• sequestro di persona – articolo 605;
• violenza sessuale commessa nei confronti di un minore di 18 anni – articolo 609 quater;
• violenza commessa dal genitore, anche adottivo, o dal di lui convivente, dal tutore o da persone alla quale il minore è
stato affidato per motivi di cura, educazione, istruzione, vigilanza, custodia;
• violenza commessa da un pubblico ufficiale o da incaricato di un pubblico servizio nell’esercizio delle proprie
funzioni;
• violenza connessa ad altro delitto perseguibile d’ufficio;
• atti sessuali compiuti su persona che non ha ancora compiuto i 10 anni;
• violenza sessuale di gruppo – articolo 609 – bis;
• violenza privata – articolo 610;
• minaccia aggravata – articolo 612;
• stalking commesso nei confronti di un minore o di una persona con disabilità, oppure nel caso in cui vi sia stato
l’ammonimento da parte del questore – articolo 612 – bis; 24
• incapacità procurata mediante violenza – articolo 613;
• estorsione – articolo 629.
E NEL CASO DI DUBBIO, LA NOTIZIA
CRIMINIS È RICONDUCIBILE AD UN REATO
PROCEDIBILE A QUERELA DI PARTE O
D’UFFICIO?

La Corte di Cassazione ha affermato che non compete al pubblico ufficiale o


all’incaricato di pubblico servizio la valutazione in ordine alla procedibilità.
Pertanto nel dubbio, è preferibile presentare la denuncia, lasciando al magistrato il
compito di verificare se sussistono i presupposti per procedere oppure no.
La scuola o il docente può segnalare anche direttamente alla Procura per i Minorenni la
situazione del minorenne che, con suoi comportamenti gravi, manifesti una “irregolarità
della condotta e del carattere”, cioè un disadattamento sociale che faccia temere la
caduta nella devianza vera e propria. Si ritiene tuttavia che tale passo debba avvenire
come ultima ratio, dopo che siano falliti i tentativi di recupero che la scuola dovrebbe
I ONE attivare, prioritariamente, informando direttamente e coinvolgendo la famiglia e il
NA L AZ servizio sociale competente per il luogo di residenza del ragazzo.
S EG
La segnalazione alla Procura dovrebbe, quindi, avvenire solo dopo che questa prima
fase di intervento è fallita, ed è preferibile, in tal caso, che la segnalazione venga
trasmessa congiuntamente dal servizio e dalla scuola, e ciò sia per fare in modo che alla
Procura pervenga fin dall’inizio un quadro abbastanza completo di informazioni sulla
situazione complessiva del ragazzo e del nucleo familiare. La Procura per i Minorenni,
se ravvisa nella segnalazione gli elementi per chiedere l’apertura di un procedimento
rieducativo, propone ricorso al Tribunale per i Minorenni.”

26
 Al Responsabile del Servizio Sociale competente
il Servizio Sociale provvederà ad un accertamento; nel caso in cui i sospetti contenuti nella
segnalazione dovessero risultare confermati e non sia possibile aiutare l’alunno con la collaborazione
della famiglia, provvederà a segnalare a sua volta alla Procura Minorile che prenderà provvedimenti a
I
A CHLARE tutela del minore.
E GNA
S  Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, Commissariato di P.S.
la Procura Minorile chiederà al Servizio Sociale di fare un accertamento coatto (INDAGINE
SOCIOAMBIENTALE) sulla situazione familiare e a seconda degli esiti di tale accertamento valuterà
se prendere provvedimenti a tutela del minore.
 La segnalazione deve essere inoltrata per iscritto e NON può essere fatta in forma anonima.

 Nella segnalazione devono essere citati e descritti tutti gli elementi che hanno portato l’operatore a
formulare l’ipotesi che il minore si trovi in una situazione di rischio o pregiudizio.
OM E E
C LAR
NA  Quando l’operatore che rileva una situazione di disagio fa parte di un’istituzione o una organizzazione
SEG pubblica o privata la responsabilità della segnalazione non deve ricadere in toto sul singolo operatore,
ma dovrà essere assunta in modo collegiale dall’istituzione stessa.

 Quando viene inoltrata una segnalazione (civile), è opportuno informare i genitori del minore.
Acquisita la notizia di reato, la Polizia Giudiziaria riferisce a sua volta per iscritto al
Pubblico Ministero
“gli elementi essenziali del fatto e gli altri elementi sino ad allora raccolti, indicando le
fonti di prova e le attività compiute, delle quali si trasmette la relativa documentazione”
(art.347 c.p.p.)

La mancata segnalazione costituisce reato di


omissione in atti d’ufficio

(art. 328 c.p.)


… E PER CONCLUDERE

ASSICURAZIONI PROFESSIONALI PER


DOCENTI
LAVORI GRUPPO 2
BILANCIO DI COMPETENZE

• LAURA PERRINA
• FABIANA ANGIOLINI
• ANTONINO MANDALA’
• ROSETTA NICOLI
• VALENTINA NUCCI
• MARIA CONCETTA PLACANICA
 Creazione di un unico questionario di conoscenza, valido sia che il ragazzo sia italiano, straniero, con Bisogni
Educativi Speciali o meno

 Modifica del questionario delle competenze, suddiviso in 8 sezioni, ciascuna corrispondente ad una delle competenze
chiave europee

 Creazione di una matrice di spoglio per il questionario

 Creazione di un questionario da sottoporre dopo il primo mese di scuola

 Creazione di un questionario sugli stili di apprendimento


 QUESTIONARIO DI CONOSCENZA
 42 Domande a risposta multipla divise in tre sezioni:
1. Percorso scolastico
2. Famiglia
3. Interessi personali

 Unico questionario che considera sia alunni italiani che


stranieri, con o senza BES

 2 appendici con richieste grafiche


 QUESTIONARIO DELLE COMPETENZE

 64 domande a risposta multipla divise in 8 sezioni


che si riferiscono alle 8 competenze chiave di
cittadinanza:
1. Comunicazione nella madrelingua
2. Comunicazione nelle lingue straniere
3. Competenze matematiche e di base in
scienze e tecnologia
4. Competenza digitale
5. Imparare ad imparare
6. Competenze sociali e civiche
7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità
8. Consapevolezza ed espressione culturale
 MATRICE DI SPOGLIO
 QUESTIONARIO DOPO UN MESE DI SCUOLA

 16 domande a risposta aperta per comprendere


come sta andando l’ingresso nella scuola
secondaria di II livello
 QUESTIONARIO SUGLI STILI DI APPRENDIMENTO

 40 domande a risposta chiusa e relative istruzioni


per l’interpretazione del risultato
LAVORI GRUPPO 3
TUTORAGGIO

• ROBERTA POLI
• ANNA CARMELA CUCCINIELLO
• GIULIA FIDANZA
• SANDRA PECORI
• LETIZIA PRATESI
• ALESSANDRO ROSSI
SI RINGRAZIANO PER LA COLLABORAZIONE BIANCONI, MASCIA E POLCRI
ORGANIGRAMMA per TUTORAGGIO

LA PRESENTE PROPOSTA,
LA PRESENTE PROPOSTA,SCATURITA DALLAVORO
SCATURITA DAL LAVORO CONGIUNTO
CONGIUNTO DEI PARTECIPANTI
DEI PARTECIPANTI ALHA
AL GRUPPO III, GRUPPO
CERCATO III,
DI
IPOTIZZARE
HA CERCATO DI UN SISTEMA ORGANICO
IPOTIZZARE CHE PERMETTA
UN SISTEMA AL TUTOR
ORGANICO CHEDIPERMETTA
SVOLGERE PRIORITARIAMENTE UN PREZIOSO
AL TUTOR DI SVOLGERE
RUOLO DI MENTORE NEI CONFRONTI DEGLI ALLIEVI CHE SEGUE.
PRIORITARIAMENTE UN PREZIOSO RUOLO DI MENTORE NEI CONFRONTI DEGLI ALLIEVI CHE
SEGUE.QUESTO CAMBIAMENTO PUO’ ESSERE POSSIBILE SOLO GRAZIE AL SUPPORTO ORGANIZZATIVO ED OPERATIVO DI UNA
QUESTO CAMBIAMENTO
SERIE PUO’ ESSEREINPOSSIBILE
DI ATTORI CHE CONCORRONO, SOLOA GRAZIE
MISURA DIVERSA, FAVORIREALUN SUPPORTO ORGANIZZATIVO
ALLEGGERIMENTO DEGLI IMPEGNI ED CHE
ATTUALMENTE
OPERATIVO DI UNAIL SERIE
TUTOR SIDI
TROVA A SVOLGERE.
ATTORI CHE CONCORRONO, IN MISURA DIVERSA, A FAVORIRE UN
ALLEGGERIMENTO DEGLI IMPEGNI CHE ATTUALMENTE IL TUTOR SI TROVA A SVOLGERE.
IN UN’OTTICA PROIETTATA VERSO IL QUINQUENNIO, RITENIAMO CHE UN’ORGANIZZAZIONE ATTENTA
IN UN’OTTICA PROIETTATA
DELL’ORGANIGRAMMA POSSAVERSO IL QUINQUENNIO,
COSTITUIRE RITENIAMO
LA STRATEGIA VINCENTE CHE ATTUAZIONE
PER UNA PIENA UN’ORGANIZZAZIONE
DEI PRINCIPI DI
BASE
ATTENTA CHE GUIDANO LO SPIRITO DELLA
DELL’ORGANIGRAMMA NORMATIVA
POSSA SUL RIORDINO
COSTITUIRE DEI PROFESSIONALI.
LA STRATEGIA VINCENTE PER UNA PIENA
ATTUAZIONE DEI PRINCIPI DI BASE CHE GUIDANO LO SPIRITO DELLA NORMATIVA SUL RIORDINO
DEI PROFESSIONALI.
ORGANIGRAMMA per TUTORAGGIO (schema 1)

AREA raccolta e gestione dati per


Dirigente Scolastico

Bilancio di Competenze e PFI


Uff. segreteria Assistenti
Amministrativi
e staff
Docente/altro personale addetto alla
raccolta/gestione dati

Commissione Orientamento per


raccordo con Scuole Secondarie
GRUPPO DI LAVORO Primo Grado

TUTORAGGIO
(organismo che presiede al coordinamento STUDENTI DELLE CLASSI
dell’attività di tutoraggio di tutti i CdC)
Corso SSAS
Gruppo di Lavoro Tutoraggio
Referente corso SSAS (Funzione
strumentale)
Gruppo di Lavoro Tutoraggio

DURATA: 5 ANNI
Docente/i Scienze Umane
(GLT)

Docente di sostegno/Funzione
strumentale COMMISSIONE
PERMANENTE
Referente PCTO

Referente STUDENTI
TUTOR
2
Funzioni
◼ Fornire la conoscenza consolidata (materiale vario...) e garantire l’accesso alle sue
fonti
◼ Fornire indicazioni, consigli, informazioni e strumenti necessari per portare a
termine i compiti assegnati e rispettare le scadenze
◼ Condividere la propria competenza rispondendo di volta in volta alle richieste
◼ Partecipazione a riunione con altri gruppi di scuole nell’ottica della condivisione
delle best practices e nel “fare” RETE

IN DETTAGLIO
COSA in
Funzioni FAdettaglio:
IL PEER?
Selezione/Affiancamento
TUTOR Formazione Valutazione
• Intervista di ingresso ai docenti che • Predisposizione di un • Predisposizione a fine anno di
entrano nella scuola questionario per capire le un questionario da
• Coordinamento con coordinatori di somministrare ai TUTOR per
classe (anche per tipo di classe) per
esigenze formative
accoppiamenti e valutazione
indicazioni su chi è adatto a fare il • Organizzazione formazione
• Predisposizione a fine anno di
tutor (tenendo conto del tipo di per TUTOR in base alle un questionario da
TUTOR) e definizione numero
studenti per tutor in base alle classi
esigenze somministrare agli studenti per
• Prima presentazione/creazione valutazione dei TUTOR
cartella di lavoro condiviso per la
presentazione del lavoro del
TUTOR/Raccolta materiali
• Incontri di supervisione con i
TUTOR per condividere
esperienze/risolvere problemi etc.
Quando svolgere le attività?

Attività Ipotesi tempistica


Intervista di ingresso ai docenti/Scelta TUTOR A inizio scuola/Primo consiglio di classe

Coordinamento con i coordinatori di Entro il primo Consiglio di classe


classe/Assegnazione TUTOR

Cartella di lavoro A inizio scuola, da mantenere sempre


aggiornata

Incontri periodici Uno ogni due mesi. Per particolari esigenze,


anche più frequenti/ ristretti a una classe

Formazione Durante l’anno scolastico

Questionari finali A maggio/giugno


IPOTESI di CRONOPROGRAMMA
ATTIVITA’ TEMPI

SETT OTT NOV DIC GEN FEBB MAR APR MAG GIU LUG

Creazione materiale condiviso/Aggiornamento Creazione

Individuazione dei possibili TUTOR

Formazione

Incontri TUTOR Se si ipotizza bimestrale

Partecipazione riunioni con altre Scuole

Questionari finali

Analisi finale
RACCOLTA e GESTIONE DATI

PER LA COMPILAZIONE DEL BILANCIO DI COMPETENZE E PFI

Attualmente il Tutor dedica la maggior parte del suo tempo al reperimento e all’organizzazione
dei dati raccolti per compilare il Bilancio di Competenze iniziale e per definire, entro il 31
gennaio, il PFI per ciascuno dei ragazzi che gli sono stati affidati.
La presente proposta mira a coinvolgere risorse diverse, ivi compresi gli stessi ragazzi, per
alleggerire il carico di lavoro del tutor e consentirgli di svolgere al meglio la funzione di
supporto e guida (Tutor “mentore”) per gli allievi.
Attualmente il Tutor impiega gran parte del suo
tempo nella raccolta e nella gestione delle
informazioni relative alla compilazione del Uff. segreteria Assistenti
Bilancio di Competenze e del PFI degli allievi

AREA raccolta e gestione dati per


Amministrativi
che segue. (vedi tab. 1 del sondaggio)

Bilancio di Competenze e PFI


Ottimizzando il sistema di raccolta/gestione dati,
grazie all’utilizzo di tutte le fonti disponibili a
scuola (vedi schema), sarebbe possibile Docente/altro personale addetto
alleggerire il carico di lavoro del tutor alla raccolta/gestione dati
consentendogli di svolgere il ruolo di
«Mentore» con gli studenti che segue (vedi tab.
2). Una fonte preziosa di informazioni è Commissione Orientamento per
costituita dagli stessi ragazzi che potrebbero raccordo con Scuole Secondarie
realizzare un’auto- presentazione attraverso lo Primo Grado
svolgimento di un compito reale (video,
presentazione PPT, ecc.) inserito in un’UDA
multidisciplinare da realizzare all’inizio
dell’anno, soprattutto nel biennio. In seguito
STUDENTI DELLE CLASSI
l’UDA potrebbe essere riproposta alla luce dei Corso SSAS
cambiamenti occorsi negli anni anche grazie alle AUTOPRESENTAZIONE (UDA)
esperienze di PCTO (vedi tabelle 5, 6 e 7 ).
Tab.1 tratta dal sondaggio “Il PFI e i suoi attori”
Ta2 vvv
Dalle risposte fornite dai docenti dei 7 Istituti coinvolti (su 14 questionari compilati), emerge
nettamente come la maggior parte del tempo sia impegnato nella compilazione del PFI, a scapito
soprattutto dei rapporti con la famiglia, con i colleghi e della possibilità di fare
formazione/autoformazione.
Tab.2 tratta dal sondaggio “Il PFI e i suoi attori”

Alla domanda sul ruolo del tutor, le risposte indicano chiaramente la priorità assoluta, emersa nel 65%
dei casi, del ruolo di “mentore”, capace di orientare e sostenere il ragazzo. Emerge, per contro, il ruolo
marginale assegnato alla compilazione del PFI.
Il 93% del campione ritiene utile coinvolgere il ragazzo nella costruzione attiva del suo PFI, guidata
(realizzazione di video o PPT) o libera, attraverso l’uso delle TIC

Tab. 6 tratta dal sondaggio “Il PFI e i suoi attori”


Emerge dal primo grafico come il ragazzo,
nell’esperienza pregressa, ha contribuito per il
67% alla compilazione dei questionari e del
PFI (Tab. 5). Nel grafico successivo si evidenzia
l’utilità di creare un’UDA, soprattutto per la
stesura del PFI al primo anno.

Tab. 7 tratta dal sondaggio “Il PFI e i suoi attori”


ORGANIGRAMMA per TUTORAGGIO (schema 2)

Coordinatore classe 1°-5° X

PEER EDUCATOR
del IV/V anno
1 Tutor 2 Tutor X Tutor
MENTORE MENTORE MENTORE
2/3 allievi 2/3 allievi 2/3 allievi
TUTOR MENTORE
La figura del tutor, inteso come Mentore, può costituire un grande potenziale nella realizzazione delle
indicazioni previste dal riordino dei Professionali. La sua funzione dovrebbe essere quella di porsi come
punto di riferimento per il ragazzo che segue, rappresentando per lui, durante il suo percorso di crescita,
un efficace modello di identificazione secondaria in ambito scolastico.
Per comprendere se il modello di Tutor
Mentore emerso dalla riflessione comune
fosse un cambiamento opportuno e
necessario, è stata inserita nel sondaggio una
domanda volta ad indagare se, attualmente,
gli allievi considerano il docente tutor come
una risorsa su cui contare. Emerge dal
grafico come solo una minoranza lo
considera veramente tale (20%
molto/moltissimo), poco più di un quarto del
campione lo considera “poco” come risorsa.
Prevale per oltre il 50% degli intervistati la
percezione che possa essere considerato
“abbastanza” come risorsa, un risultato che
non coglie il ruolo di supporto che il tutor
dovrebbe svolgere soprattutto nel biennio
dell’Istruzione professionale. Tab. 4 tratta dal sondaggio “Il PFI e i suoi attori”
IL TUTOR MENTORE

COSA FA? CON CHI? CON QUALI STRATEGIE?

DS/vicepreside
Segue le indicazioni del GLT Conoscenze, Abilità e
Gruppo Lavoro Tutoraggio Competenze nelle seguenti
Illustra il suo ruolo alla classe
Coordinatore aree:
Colloqui individuali e
Colleghi del CdC ● RELAZIONALE ed
interviste per raccolta dati EMOTIVA
Allievi e gruppo classe
Incontri con famiglia ● SOCIALE
Famiglie ● COGNITIVA
Riunioni di coordinamento e
Studenti Tutor
supervisione periodiche
Referenti aree PTOF
Confronto su criticità CASSETTA DEGLI ATTREZZI
Referente PCTO
(tecniche/strumenti/risorse)
Cosa fa? Con chi?
Allievi/gruppo classe/Peer Coordinatore/colleghi GLT, altri Referenti e Famiglie
Collabora con il Coordinatore Segue le indicazioni del GLT
Si presenta agli allievi e al gruppo Si confronta con le Figure
classe attraverso attività di nel seguire l’allievo e la sua
famiglia Strumentali del PTOF
conoscenza e condivisione collabora con il referente Ed.
(imprinting) Concorda eventuali interventi
personalizzati di recupero o alla Salute (responsabile Peer)
Organizza incontri in contesti Si interfaccia con referente
tranquilli per conoscere il/i ragazzo/i strategie utili a favorire un buon
inserimento scolastico Legalità/Bullismo e Cyberbull.
attraverso interviste e questionari per iniziative di prevenzione
Si interfaccia con i Peer educator Si confronta con i colleghi del
CdC sui singoli alunni Collabora con referente
Si confronta con il gruppo classe e inclusione e DSA
interviene, di concerto con tutti gli Si interfaccia con gli altri
docenti tutor del CdC e delle Si interfaccia con tutor PCTO
altri attori, soprattutto in caso di Incontra genitori e altri familiari
criticità altre classi
Incontra periodicamente tutti i (se necessario) in sinergia con
colleghi per concordare il coordinatore di classe
contenuti e revisioni al PFI
Il Tutor, per svolgere il ruolo di “mentore”, avrebbe bisogno di potenziare alcune competenze
trasversali, che in parte coincidono con le Life Skills che dovrebbe contribuire a sviluppare negli
allievi che segue.

Tab. 3 tratta dal sondaggio”Il PFI e i suoi attori”


Con quali strategie?
Il Tutor Mentore, nel corso delle sue attività, può aiutarsi con l’acquisizione o il potenziamento di conoscenze,
abilità e competenze nelle seguenti aree:

RELAZIONALE ed EMOTIVA SOCIALE COGNITIVA

• Creatività (Pensiero Laterale)


• Ascolto Attivo • Dinamiche di gruppo • Competenze Digitali
• Assertività (leadership, prevaricazioni, ecc.) • Decision Making
• Comunicazione Efficace • Gestione del gruppo classe • Problem Solving
• Empatia • Mediazione dei conflitti • Metodo di Studio
• Gestione dello stress
• Resilienza

AUTOFORMAZIONE, FORMAZIONE CONDIVISA CON ALTRI TUTOR, VIDEO


LEZIONI/TUTORIAL su Youtube, PIATTAFORME MOODLE, CORSI FAD

Elementi di Psicologia dell’età Evolutiva, conoscenza caratteristiche e prevenzione delle


Condotte a Rischio in adolescenza, Tecniche di Osservazione, Stili di Apprendimento,
Effetto Pigmalione, Locus of Control, strategie di Coping ecc.
RUOLO E FUNZIONI
COORDINATORE DI CLASSE

Il coordinatore, all’interno dell’attività di tutoraggio, è una figura di primaria importanza


perché si occupa di guidare la classe e i tutor presenti nella classe. In sinergia con il GLT e
il CdC, si occupa dell’individuazione dei tutor e dell’abbinamento con gli allievi ed è colui
che monitora costantemente il processo di tutoraggio.
CHI È IL COORDINATORE DI CLASSE
Le norme di riferimento

L’art. 5 c. 5 del DLgs 297/1994 (testo unico sulla scuola) prevede che: “Le funzioni di segretario del consiglio sono
attribuite dal direttore didattico o dal preside (oggi dirigente scolastico) a uno dei docenti membro del consiglio
stesso”.

L’art. 5 c. 6 del DLgs 297/1994 (testo unico sulla scuola) prevede che: “Le competenze relative alla realizzazione del
coordinamento didattico e dei rapporti interdisciplinari spettano al consiglio di intersezione, di interclasse e di classe
con la presenza dei soli docenti”.

L’art. 25 c. 5 del DLgs 165/2001 (testo unico sul lavoro pubblico) prevede che:
“Nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative e amministrative il Dirigente Scolastico può avvalersi di
docenti da lui individuati, ai quali possono  essere delegati specifici compiti”.
 
L’art. 25 c. 2 del DLgs 165/2001 prevede, inoltre, che il dirigente scolastico, nei propri doveri d’ufficio, “organizzi
l’attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia, nel rispetto delle competenze degli OO.CC. scolastici”.
COSA FA IL COORDINATORE DI CLASSE

★ si occupa della stesura del piano didattico della classe;


★ redige l’elaborazione dei documenti dell’azione educativa, anche individualizzati e personalizzati;
★ tiene regolarmente informato il D.S. e i colleghi sul profitto e sul comportamento, con frequenti contatti
con gli altri docenti del consiglio, e li informa sui fatti più significativi della classe riferendo eventuali
problemi emersi;
★ è il punto di riferimento del consiglio di classe;
★ è il punto di riferimento degli alunni nella classe;
★ si relaziona con le funzioni strumentali circa la progettualità didattica della classe;
★ tiene, in collaborazione con gli altri docenti della classe, il contatto con la rappresentanza dei genitori e
cura, in particolare, la relazione con le famiglie, comprese quelle degli alunni in difficoltà;
★ controlla regolarmente le assenze degli studenti ponendo la dovuta attenzione ai casi di irregolare frequenza
ed inadeguato rendimento;
★ presiede le sedute del CdC, in assenza del dirigente scolastico
CHI È IL COORDINATORE DI CLASSE

Classe I Classe II Classe III Classe IV Classe V

Classe nuova

oppure

Classe già conosciuta


CHI È IL COORDINATORE DI CLASSE – CLASSE SCONOSCIUTA

All’inizio dell’A.S. :

• Incontro con alunni e genitori;


• Incontro con alunni e docenti del CdC; Scopo 🡪 approfondire nel più breve tempo possibile la
• Attività extrascolastiche conoscenza della classe ed illustrarle gli obiettivi del CdC

Sentito il parere del GLT, si confronta con il CdC per l’individuazione dei Tutor per la classe e
per l’abbinamento agli alunni in base alla caratteristiche di entrambi

Partecipa alla selezione dei Peer in collaborazione con i Tutor, i colleghi del CdC e gli allievi (classi
III)

Creazione file multimediali con la funzione di strumento di confronto tra tutor della scuola, e strumento di memoria per il CdC

Monitoraggio CONTINUO dell’attività di tutoraggio e risoluzione tempestiva di eventuali problemi


Analisi finale
CHI È IL COORDINATORE DI CLASSE – CLASSE CONOSCIUTA

All’inizio dell’A.S. :

• Incontro con alunni e genitori;


• Incontro con docenti del CdC; Scopo: definizione e spiegazione obiettivi del CdC
• Attività extrascolastiche

Sentito il parere del GLT, si confronta con il CdC per l’individuazione dei Tutor per la classe
e per l’abbinamento agli alunni in base alla caratteristiche di entrambi

Partecipa alla selezione dei Peer in collaborazione con i Tutor, i colleghi del CdC e gli allievi (classi
III)
Studio dei file multimediali precedentemente creati in modo da individuare punti di forza ed eventuali
difficoltà riscontrate nell’A.S. precedente
Monitoraggio dell’attività di tutoraggio e risoluzione tempestiva di eventuali problem
Analisi finale
Rapporto tra COORDINATORE e TUTOR

L’attività del coordinatore cambia radicalmente se si tratta di una classe a lui già conosciuta
(eventualmente una classe per la quale ha svolto precedentemente l’attività di coordinatore di classe)
oppure se è una classe a lui sconosciuta oppure una classe prima; in questi ultimi casi, infatti, il
coordinatore dovrà cercare metodi e strategie per conoscere i singoli alunni nel più breve tempo possibile
in modo da poter fare degli abbinamenti alunno-tutor adeguati alle caratteristiche e ai bisogni di entrambi.
L’attività di tutoraggio rappresenta ad ogni modo un’attività in continua evoluzione durante tutto l’anno
scolastico e il tutor deve guidare e anche seguire l’alunno nei cambiamenti che si verificano durante
l’A.S.
Il coordinatore di classe in questo contesto non rappresenta solo un osservatore del processo, ma piuttosto
interviene in maniera attiva per poter aiutare il singolo tutor, e orientare l’attività di tutoraggio nell’intera
classe.
Il coordinatore svolge un ruolo fondamentale nei confronti delle famiglie che convoca per colloqui di
confronto periodici insieme al tutor di riferimento.
PEER EDUCATOR
RISORSA UTILE PER IL TUTOR MENTORE

Costituiscono un’importante risorsa per le classi del biennio perché si configurano come punti di
riferimento nella scuola e possono supportare i coordinatori di classe e i docenti tutor per
mediare il rapporto con gli alunni e/o con il gruppo classe in caso di criticità che potrebbero
emergere durante l’anno. Possono garantire un delicato lavoro di rete attraverso l’uso dei social
(es.: gruppi whatsApp con la classe) e possono diventare strategici per favorire l’unità del
gruppo classe nel caso in cui sia necessario attivare la DAD.

IL LORO RUOLO VA UFFICIALMENTE RICONOSCIUTO NELL’AMBITO DEL PCTO


O MEDIANTE L’ATTRIBUZIONE DI CREDITI SCOLASTICI
PEER EDUCATOR

INTERVENTO
SELEZIONE FORMAZIONE
(durante il 4° anno con
(al termine del 3° anno) (tra giugno e settembre)
estensione al 5° anno)
• Selezione di 2/4 studenti • 2 incontri> fine del 3° anno • Accoglienza nei primi giorni di
Tutor per ogni classe I (maggio/giugno) scuola
attraverso: • 2 incontri>inizio settembre • Incontri periodici con la classe
✔ Segnalazione docenti CdC (se si possono realizzare)
Formazione a cura di:
• Partecipazione ad uscite
✔ Segnalazione compagni ✔ Personale ASL didattiche/attività esterne
✔ Autocandidatura ✔ Enti del privato sociale • Partecipazione alle attività nei
✔ Professionisti esterni laboratori (Mutuo aiuto tra
✔ Psicologo della scuola (CIC) Peer-modello Don Milani)
✔ Docenti interni competenti • Coinvolgimento in caso di
criticità nel gruppo classe
COSA FA IL PEER?
FORMAZIONE INTERVENTO COORDINAMENTO
• Il peer è un alunno • Si presenta al gruppo • Interviene con il suo team in
MOTIVATO a svolgere insieme al team di peer (3/4 stretto collegamento con il
questo ruolo per classe) e si pone come referente di Istituto (Ed. Salute)
punto di riferimento nella • Contribuisce al rispetto del
• Viene formato sulle
scuola per i più giovani Regolamento d’Istituto ed
tecniche di intervento elabora un regolamento interno
(brainstorming, ascolto • Conosce alcune tecniche di alla classe, condiviso da tutti i
attivo, comunicazione animazione e attività per membri del gruppo.
efficace, gestione dei consolidare la coesione del • Relaziona sui suoi interventi al
gruppi, ecc.) gruppo classe coordinatore di classe e ai tutor
• Deve acquisire buone • Accompagna la classe nelle mentore attraverso report e
capacità di osservazione uscite esterne o nelle incontri periodici
attività laboratoriali
• Interviene in casi di criticità
SONDAGGIO “ Il PFI e i suoi attori”

Da completare
CONCLUSIONI ??????

Punto 1 Punto 2 Punto 3

• uno • uno • uno


• due • due • due
• tre • tre • tre
2

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