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USO DEL PRESENTE INDICATIVO IN ITALIANO

Per esprimere azioni che si svolgono nel presente, nel momento in cui si parla (con


espressioni come “oggi, in questo momento, in questo periodo…“)

Luca ha caldo! Puoi accendere il ventilatore?


In questo momento sono le 5 di pomeriggio in Italia.
Oggi cucino pasta alla carbonara. 
Paolo non sta bene: ha la febbre.
Per indicare abitudini (con espressioni come “ogni…,
tutti i…, di…, il…“)
 Ogni mattina vado all’università in treno.
Tutti gli anni festeggiamo il Natale in famiglia.
Il lunedì mangia sempre gli gnocchi.
Per esprimere verità assolute, valide per tutti

La Terra ruota intorno al Sole.
Febbraio è il mese più corto dell’anno.
In inverno fa molto freddo.
Soprattutto Nel Parlato, Per Indicare Un Futuro Molto Vicino (Con Espressioni
Come “Domani, Stasera, Più Tardi, Tra Due Giorni, Dopodomani…“)

Domani pomeriggio vado dal dentista.


Tra due giorni partiamo per il Brasile.
Stasera io e Gianluca ci prendiamo una birra.
A volte è usato al posto del passato per raccontare qualcosa, soprattutto di tipo storico, di solito
per dare più enfasi a quanto si sta dicendo, quasi come se gli eventi narrati fossero vicini

La seconda guerra mondiale termina nel 1945.


Dante alighieri nasce a Firenze ma muore a Ravenna. 
Firenze è capitale del regno d’italia dal 1865 al 1871.
Per esprimere azioni cominciate nel passato ma che continuano nel presente

Luca lavora in quell’azienda da 5 anni.


Sono due anni che studia l’inglese.
In italiano esistono 3 diverse tipi di verbi: -ARE, -ERE, -IRE. Il presente si
forma togliendo tali desinenze dell’infinito e aggiungendo quelle del presente
indicativo.
I VERBI MODALI
IL PARTICIPIO PASSATO
Il participio passato di un verbo è molto importante per formare i tempi composti (compreso il passato
prossimo).
• Il participio passato del verbo “essere“ è → stato
• Il participio passato del verbo “avere“ è  → avuto

• Il participio passato dei verbi in –ARE si forma aggiungendo la desinenza –ato. Esempio: mangiare→
mangiato
• Il participio passato dei verbi in -ERE si forma aggiungendo la desinenza -uto. Esempio: conoscere→
conosciuto (qui prima della desinenza -uto mettiamo una “i” solo per una questione di suono) 
• Il participio passato dei verbi in -IRE si forma aggiungendo la desinenza -ito. Esempio: finire → finito
Quando l’ausiliare è “essere”, il participio passato si accorda sempre in
genere e numero con il soggetto → laura è stata brava, invece paolo e luca
sono stati cattivi.
Lo stesso accade anche agli altri verbi (in base ai loro
rispettivi ausiliari):
• Esempio:
Ieri abbiamo mangiato la lasagna, che buona! Poi nel pomeriggio siamo partiti per gli
Stati Uniti.
Il participio passato, però, è molto irregolare! Ecco una lista dei
verbi più frequenti che hanno un participio passato irregolare… 
I VERBI MODALI

Dovere → dovuto
Volere → voluto
Potere → potuto
Sapere → saputo
Esempi:
Ha dovuto lasciare il lavoro per dei litigi.
Oggi devi fare quello che non hai voluto fare ieri.
Non ho potuto dirglielo perché era andato via.
Come hanno saputo del vostro divorzio?
VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI

• Per la scelta dell’ausiliare dei tempi composti può essere utile sapere se un verbo è
transitivo o intransitivo.
• Per sapere se un verbo è transitivo o intransitivo (ricordando però che la regola ha
numerose eccezioni), è utile verificare se il verbo risponde in modo logico alla domanda
Chi? o Che cosa? con il complemento oggetto espresso in modo esplicito o implicito.
• Se è possibile rispondere alla domanda, il verbo è transitivo. Se, invece, il verbo risponde
ad altre domande, per esempio A chi? Con chi?, Quando?, Dove?, Per dove, Da dove?,
Quando?, ecc., il verbo può essere intransitivo.
L’IMPERFETTO INDICATIVO
• L’indicativo è il modo verbale più comune e frequente. Esso è usato per indicare un fatto,
un’azione o un’idea che sono reali, certi e oggettivi.
Esempio:
Quando ero piccolo, avevo un orso di peluche.
USO DELL’IMPERFETTO INDICATIVO

• Per esprimere abitudini del passato (con espressioni come “da bambino, l’anno scorso,


da giovane, quando ero…“) 
Da bambino faceva spesso arrabbiare i suoi genitori. 
L’anno scorso tutti usavano i pantaloni a sigaretta.
Per descrizioni nel passato 

 La casa era molto grande e disponeva di quattro bagni. 


La ragazza aveva i capelli neri e gli occhi scuri e indossava una salopette di jeans. 
Nella stanza c’erano molti quadri e mobili antichi.
Per esprimere contemporaneità nel passato (con espressioni come “quando…,
mentre…“) 

Quando era piccolo, mangiava spesso le caramelle.
Mentre tu parlavi, io ho scritto scrivevo una lettera.
Per esprimere azioni in svolgimento nel passato interrotte da altre (al passato
prossimo)

 Mentre ero al telefono con te, Mario mi ha mandato un messaggio.


 Nuotava in piscina, quando ha sentito sua moglie chiamare il suo nome. 
Mentre andavo all’università, ho incontrato Luca.
Possiamo notare che, a differenza del presente indicativo, nell’imperfetto dei
verbi in –IRE non c’è alcuna distinzione tra la coniugazione dei verbi come
“partire” e quella dei verbi come “finire“, ma le desinenze sono le stesse.
Rimangono Però Irregolari Anche All’imperfetto I
Seguenti Verbi:
I VERBI MODALI
infine, diamo un’occhiata ai verbi modali italiani all’imperfetto. Anche la loro coniugazione diventa regolare
in questo tempo verbale:
IMPERFETTO E PASSATO PROSSIMO: USI E DIFFERENZE

Iniziamo col dire che entrambi i tempi si usano per parlare del passato, ma da due
prospettive diverse:
• – il passato prossimo si riferisce a eventi circoscritti nel tempo, ossia che hanno un inizio
e una fine
• – l’imperfetto si riferisce ad eventi abituali, di cui non si conosce esattamente l’inizio e
la fine
ATTENZIONE!
– se il tempo è indefinito, però l’azione si è svolta solo una o un numero
determinato di volte, si userà il passato prossimo
Esempi: “Da bambina, ho assaggiato la pizza con i würstel”
“Quando ero adolescente, ho guardato film romantici un paio di volte“.
Con l’avverbio sempre:
– se ci si riferisce ad un’azione avvenuta in maniera continuata, sempre nel
passato, ma che non succede più nel presente, si userà l’imperfetto:
“Da piccoli, io e mio fratello litigavamo sempre” (da adulti, non succede più)
– se si vuole indicare un’azione che è sempre avvenuta nel passato e che
continua tutt’ora,  si userà nuovamente  il passato prossimo
“Ho sempre amato il colore blu!” (ed è amato ancora nel presente)
• NOTA: È possibile che entrambi i tempi compaiano in una frase, ma solo quando
l’imperfetto, introdotto da “mentre”, esprime un’azione in svolgimento che viene in
qualche modo interrotta da un’altra azione espressa al passato prossimo.

• Esempio: “Mentre facevamo colazione, abbiamo ricevuto una chiamata dal nostro


avvocato”
• Vediamo, ora, l’uso del passato prossimo e dell’imperfetto con i verbi modali, che spesso
crea molta confusione quando si parla o si scrive.

Con i verbi dovere, potere, sapere, volere, è possibile usare sia l’imperfetto che il
passato prossimo, in base a quello che si vuole comunicare.
• Si usa il passato prossimo dei verbi modali quando il risultato dell’azione è certo.
Esempi: “Ieri ho dovuto accompagnare mio fratello all’aeroporto” (avevo la necessità di farlo e quindi l’ho
accompagnato)
“Gli ospiti hanno voluto assaggiare il mio limoncello” (avevano il desiderio di farlo e quindi l’hanno
assaggiato)
“Hanno potuto ricevere un rimborso per il biglietto aereo” (avevano la possibilità di farlo e quindi l’hanno
ricevuto)
“Ho saputo gestire la situazione senza problemi” (avevo la capacità di farlo e quindi l’ho gestita)
In questi casi chi ascolta o legge è consapevole che l’azione si è compiuta
Si usa, invece, l’imperfetto quando il risultato dell’azione è incerto.
Esempi: “Ieri dovevo accompagnare mio fratello all’aeroporto” (Non si sa se l’ho
accompagnato)
“Gli ospiti volevano assaggiare il mio limoncello” (Non si sa se l’hanno assaggiato)
“Potevano ricevere un rimborso per il biglietto aereo“(Non si sa se l’hanno ricevuto)
“Sapevo gestire la situazione senza problemi” (Non si sa se l’ho gestita)
 
In questi casi, di solito, si aggiungono delle informazioni per chiarire se l’azione è avvenuta e
in quali circostanze:
“Ieri dovevo accompagnare mio fratello all’aeroporto, ma la mia auto non aveva la benzina”
“Gli ospiti volevano assaggiare il mio limoncello, però poi hanno scelto la grappa”
“Potevano ricevere un rimborso per il biglietto aereo e ne hanno approfittato”
“Sapevo gestire la situazione senza problemi, eppure hanno chiesto i rinforzi”
GLI AGGETTIVI INDEFINITI IN ITALIANO

• Alcuni indicano una singola quantità:


POCO → indica una piccola quantità (esempio: Quando ho poco tempo, cucino un piatto veloce)
PARECCHIO, VARIO  → indicano una quantità più grande di “poco” e più piccola di “molto” (esempio:
Ho provato parecchi ristoranti, ma il vostro è sicuramente il migliore!)
MOLTO → indica una grande quantità (esempio: Quando ho molto tempo, preparo piatti complessi)
TANTO → indica, proprio come “molto”, una grande quantità (esempio: Quando ho tanto tempo, preparo
piatti complessi)
TROPPO → indica una quantità eccessiva, superiore al normale (esempio: In questo periodo ho troppe cose
da fare e sono molto nervosa)
• Altri aggettivi in definiti, invece, indicano una parte di un tutto:
QUALCHE → significa “un certo numero di” ed è sempre seguito da un nome al singolare, anche se si riferisce a
più di una cosa! (esempio: Roberto mangia sempre qualche biscotto prima di cenare)
ALCUNO*  → al singolare si usa solo in frasi negative, come sinonimo di “nessuno” (esempio: Non
ho alcuna voglia di studiare oggi!). Al plurale, invece, significa “un po’ di”, cioè un numero non tanto grande
(esempio: Ho già letto alcune pagine del libro ma non so quando lo finirò)
CERTO → significa “qualche”, “tale” e va messo prima del nome! Se messo dopo, invece, assume un significato
completamente diverso, quello di “sicuro” (esempio: Devo darti certi libri che mi hai prestato il mese scorso MA Il
giudice ha bisogno di fatti certi [= sicuri] per la sentenza)
ALTRO → significa “ulteriore” (esempio: Non ho voglia di un’altra fetta di ciambella)
• Ci sono, poi, degli aggettivi indefiniti che indicano un tutto, una totalità:

TUTTO → indica la totalità in senso generale (esempio: Non mangiare tutta la torta! → sempre seguito
da un articolo!)
OGNI → indica una totalità di cose o persone ma considerate singolarmente, prese in modo individuale.
Perciò è sempre seguito dal singolare (esempio: Ogni adulto oggi possiede un cellulare)
CIASCUNO*→ sinonimo di “ogni” e utilizzato allo stesso modo (esempio: Ciascun candidato deve
presentare il proprio curriculum)
QUALUNQUE, QUALSIASI → considerano ogni elemento di un tutto come possibili scelte, “quale che
sia tra questi” (esempio: Mangia qualsiasi cosa abbia zucchero / Mangia qualunque cosa abbia zucchero)
• Infine, ci sono due aggettivi indefiniti che danno senso negativo alla frase:
ALCUNO* → solo alla forma singolare. Usato in frasi contenenti già un’altra negazione
per rafforzarne il significato (esempio: Non ho alcuna voglia di studiare oggi!)
NESSUNO* → può essere usato proprio come “alcuno” in frasi contenenti un’altra
negazione (esempio: Non ho nessuna voglia di studiare oggi!) MA può anche essere usato
da solo per dare senso negativo alla frase, assumendo significato di “non uno”, “nemmeno
uno” (esempio: Nessuna ricetta è migliore di quella di mia nonna).
• Ho assegnato un compito a __ studente.
• ciascun
• nessun
• ciascuno
• Ho assegnato un compito a __ studente.
• ciascun
• nessun
• ciascuno
• Non sono una persona molto socievole, eppure ho __ amico.
• qualsiasi
• pochi
• poco
• qualche
• Non sono una persona molto socievole, eppure ho __ amico.
• qualsiasi
• pochi
• poco
• qualche
• Ordinate voi per me, per favore. Mi va bene __ cosa.
• nessuna
• qualsiasi
• poco
• Ordinate voi per me, per favore. Mi va bene __ cosa.
• nessuna
• qualsiasi
• poco
• Non ho __ intenzione di litigare con te ora.
• qualcuna
• ogni
• alcuna
• Non ho __ intenzione di litigare con te ora.
• qualcuna
• ogni
• alcuna
• Paolo e Stefania non vogliono __ aiuto da te, mi dispiace.
• nessun
• nessuna
• nessun'
• Paolo e Stefania non vogliono __ aiuto da te, mi dispiace.
• nessun
• nessuna
• nessun'
• Ho consumato __ il mio stipendio per comprare il televisore nuovo.
• qualche
• poco
• nessuno
• tutto
• Ho consumato __ il mio stipendio per comprare il televisore nuovo.
• qualche
• poco
• nessuno
• tutto
• ATTENZIONE!
• * → Gli aggettivi contraddistinti da questo simbolo, al maschile singolare, hanno due forme
possibili, a seconda della prima lettera del nome che segue:
• ALCUNO – CIASCUNO – NESSUNO sono usati, proprio come l’articolo UNO, davanti a
nomi che cominciano per z-, s + consonante, pn-, ps-, gn- (ciascuno psicologo, nessuno zaino…).
• ALCUN – CIASCUN – NESSUN sono usati, proprio come l’articolo UN, davanti a nomi che
cominciano per vocale o consonante, esclusi i casi precedenti
(alcun dubbio, ciascun albero, nessun cane…).
 
Ricorda: Gli articoli DETERMINATIVI indicano nomi di persone, cose o animali BEN DEFINITI
Gli articoli INDETERMINATIVI indicano nomi di persone, cosa o animali NON PRECISATI
 
Если слово начинается на z или s + согласная, то артикль il становится lo
 
lo zucchero – сахар gli zuccheri
lo zio – дядя gli zii
lo sbaglio – ошибка gli sbagli
lo specchio – зеркало gli specchi

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