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DEGRADO AMBIENTALE,

SOCIALE E CULTURALE

Presentazione PowerPoint di Educazione Civica («Degrado


ambientale, sociale e culturale»)

Francesco Munafò – Classe 2D


IL DEGRADO AMBIENTALE

Il degrado dell’ambiente è un problema che investe tutta l’Europa. Le conseguenze


maggiori sono state l’inquinamento dell’aria dei fiumi e dei laghi, nonché il
deturpamento di paesaggi naturali tradizionali. Questi fenomeni sono specialmente
diffusi in Francia e dal Regno Unito fino alla Russia. Sono molti i provvedimenti
adottati per contenere e ridurre i danni ambientali.
Accanto ai paesaggi del degrado ambientale, in Europa si trovano altri territori in stato
di abbandono e rovina: i Paesi sottosviluppati (come quelli dell’Est). Le infrastrutture
spesso sono degradate a causa della mancanza di lavori di manutenzione e si sono così
create situazioni di miseria e di profondo disagio sociale con la diffusione di
comportamenti illegali, scarsa scolarizzazione, elevata disoccupazione.
LE PIOGGE ACIDE

Il nostro continente è colpito dal fenomeno delle piogge acide, che è dovuto alla
presenza di sostanze tossiche nell’acqua piovana. Le piogge contengono acidi molto
corrosivi, prodotti dai gas della combustione che si fondono al vapore acqueo
nell’atmosfera. L’emissione di sostanze tossiche è in continua crescita in Europa. Le
piogge acide danneggiano le piante, bruciando nelle foglie e provocandone la morte;
inoltre hanno effetti negativi sulla flora e sulla fauna degli specchi lacustri e possono
corrodere edifici ed infrastrutture. Prima di sciogliersi in acqua, le particelle degli
acidi possono essere trasportati dei venti anche molto lontano dal luogo in cui sono
state emesse. Inoltre, le sostanze tossiche si possono depositare a terra con la neve,
nebbia o in forma asciutta. In Europa, le foreste in Germania e Francia sono colpite
dalle piogge acide che determinano la scomparsa di specie animali e vegetali.
LA DEFORESTAZIONE

Le zone rimaste quasi intatte dall’intervento dell’uomo sono quelle meno adatte e grossi
insediamenti umani, come la Siberia, o le aree forestali del Canada e dell’Amazzonia. Oggi
ancora ricoperto di foreste circa il 30% delle terre emerse e l’area forestale mondiale continua a
ridursi con gravi conseguenze per l’ambiente il clima. La deforestazione è dovuta a più cause: la
distruzione della foresta per far posto insediamenti umani terreni agricoli e pascoli;
l’abbattimento degli alberi per ricavarne legname pregiato o da ardere; l’impatto ambientale delle
attività industriali, in particolare i minerali. Gli interessi delle grandi compagnie multinazionali
nazionali e le necessità dettate dalla povertà di miliardi di persone concorrono dunque alla
distruzione delle foreste. Per arrestare questo fenomeno sarebbero necessarie politiche
ambientali, economiche e sociali in grado di incidere sulle sue cause fondamentali. La foresta
amazzonica è la più vasta foresta tropicale pluviale del pianeta e anche l’ecosistema più ricco di
biodiversità sul pianeta. Le maggiori minacce all’integrità delle foreste pluviali provengono dal
taglio degli alberi per produrre legname pregiato, dalla creazione di terreni da destinare al pascolo
o alla coltivazione di prodotti destinati all’esportazione e dalle attività minerarie, svolte senza
alcuna preoccupazione per i danni ambientali che esse producono. La distruzione delle foreste e
degli altri ecosistemi minaccia gravemente la biodiversità, che è alla base della vita sulla Terra.
IL DEGRADO AMBIENTALE IN ITALIA

• Negli ultimi decenni il massiccio sfruttamento delle risorse naturali e l’occupazione


crescente di suoli agricoli hanno determinato gravi danni all’ambiente italiano. Per anni
molte industrie appartenenti ai settori più inquinanti, in assenza di leggi specifiche, hanno
scaricato in modo incontrollato i loro rifiuti solidi e liquidi nelle acque, nell’atmosfera e nel
suolo. In tali zone si sono spesso verificati dei veri e propri disastri ambientali che hanno
causato gravi danni alla salute. Un esempio è l’allevamento zootecnico e le coltivazioni
agricole intensive che immettono nelle acque dei fiumi residui di mangimi, escrementi
animali e fertilizzanti chimici.
• L’aumento della produzione di rifiuti urbani provoca gravi problemi per il loro smaltimento
ed accompagnato dal fenomeno delle discariche abusive. L’incuria e l’irresponsabilità della
comunità umana hanno accelerato il degrado di area a rischio idrogeologico cioè rischio di
frane, terremoti e alluvioni. In molte di queste aree ci sono state catastrofi ambientali dalle
conseguenze tragiche, come nel caso della frana di Sarno (1998) o del Vajont (1963).
I L DEGRADO AMBIE NTAL E P ERCHÉ È UNA
CONS EGUENZ A DEL DEGRADO S OCIALE E
CULTURALE

Con sostenibilità ambientale si fa riferimento alle condizioni biofisiche della Terra e all’uso che viene fatto
delle sue risorse. Il concetto principale che sta alla base dell’idea di sostenibilità è che le risorse del pianeta
non possono essere utilizzate, sfruttate e danneggiate all’infinito: la sostenibilità ambientale si verifica
perciò quando si ha un’interazione responsabile con l’ambiente che permetta una qualità ambientale alta e a
lungo termine.
Per sostenibilità sociale si intende la capacità di garantire condizioni di benessere
umano equamente distribuite per classi e genere. Si verifica perciò quando i processi e i sistemi formali e
informali e le relazioni sostengono attivamente la capacità delle generazioni attuali e future di creare
comunità sane e vivibili, eque e diversificate e democratiche. In pratica quando si forniscono la migliore
qualità della vita e i migliori servizi.
La sostenibilità economica è la capacità di un sistema economico di dare vita ad una crescita stabile e
continua. Si verifica perciò con la produzione e il mantenimento, all’interno del territorio, di condizioni
favorevoli per la crescita economica attraverso un corretto ed efficace sfruttamento delle risorse. In pratica
quando si valorizzano prodotti e servizi del territorio e si genera reddito e lavoro a sufficienza per sostenere
la popolazione.
essere costanti nel tempo nella prospettiva di lasciare alle generazioni future una qualità della vita non
inferiore a quella attuale.
IL RICICLAGGIO

Per riciclo dei rifiuti si intende l'insieme di strategie e metodologie volte a recuperare materiali utili


dai rifiuti al fine di riutilizzarli anziché smaltirli direttamente in discarica. Nel 2005 la Commissione europea
ha avviato il processo di riforma della disciplina sui rifiuti, che ha portato alla Direttiva 2008/98/CE e nel
2014 al Regolamento 2014/955/UE.
L’Unione Europea ha contribuito a definire un quadro giuridico volto a controllare tutto il ciclo dei rifiuti,
dalla produzione allo smaltimento, ponendo particolare attenzione alle attività di recupero e di riciclaggio.
L’Italia, pur essendo uno dei Paesi europei che ricicla di più, ha avuto ed ha numerose difficoltà nello
smaltimento dei rifiuti nei centri specializzati. A volte, la cattiva gestione delle discariche o degli impianti
tecnici causa numerosi problemi ai cittadini. In molti paesi viene effettuato il ritiro porta a porta dei rifiuti,
mentre in altri esistono delle zone («isole ecologiche») dove la popolazione può gettare la spazzatura. La
sensibilizzazione sul fenomeno del riciclaggio dovrebbe essere trattata, esporre ai bambini, educandoli, i
principi di società e di ambiente.
ALLEVAMENTI INTENSIVI

L'agricoltura industriale e l'allevamento sono responsabili di circa l'80% della


deforestazione a livello mondiale osserva Greenpeace ricordando che "ogni anno,
attraverso la Pac, miliardi di euro di fondi pubblici vengono spesi per finanziare il
sistema degli allevamenti intensivi (allevamento e produzione di colture destinate
alla mangimistica). L’impatto dell’allevamento intensivo va molto al di là dei
confini del capannone in cui sono allevati gli animali; un enorme superficie di
terreno è dedicata alle monocolture chimiche di cereali e soia per il mangime
degli animali.Alcuni dei nostri uccelli più amati sono scomparsi, specie una volta
comuni nella campagna inglese come l’allodola, la tortora e, la pavoncella sono
diminuite sensibilmente. Questo a causa dell’allevamento intensivo e dei
cereali.L’industria scozzese di allevamento intensivo di pesce ha prodotto
emissioni di azoto paragonabili alla produzione di liquami di 3.2 milioni di
persone. La popolazione della Scozia è di poco superiore a 5 milioni di persone.
L’AGRICOLTURA INTENSIVA

La continua crescita dei fabbisogni alimentari mondiali, la necessità di mantenere bassi i


prezzi degli alimenti, la riduzione della superficie coltivabile, l'esigenza di coltivare anche in
zone nettamente sfavorevoli (talvolta anche per inquinamento) e di poter ottenere prodotti di
qualità nutrizionale elevata, pongono gli operatori davanti a scelte limitate. L'agricolura
intensiva è quella caratterizza da metodi e strumenti molto lontani dalla
cosiddetta "agricoltura biologica" cioè da un'agricoltura in cui non si utilizzano sostanze
chimiche di sintesi; è molto lontana anche dai principi basilari della permacoltura  che
prevedrebbe di limitare il consumo alle reali necessità; qui ci si avvale di metodi moderni e si
impiegano attrezzature specializzate: si usano sementi selezionate, fertilizzanti, antiparassitari,
impianti di irrigazione, macchinari di vario genere, coperture antigrandine, serre.
Alle origini, la coltura intensiva si basava sulla fertilità di alcuni suoli, associata a climi
favorevoli; questo rendeva possibile ottenere elevate rese, e un esempio classico di coltura
intensiva si è avuto fin dai tempi degli antichi Egizi nella valle del Nilo, dove non si praticava
più un’agricoltura di sussistenza cioè con il solo scopo di ottenere il cibo sufficiente per nutrire
esclusivamente la propria famiglia. I numeri in continua crescita preoccupano, però,
L’ALIMENTAZIONE COME CAUSA DEL
DEGRADO AMBIENTALE

Degli oltre 200 milioni di tonnellate di soia prodotti in Brasile, solamente il 6% è


destinato al consumo umano, il 3% al combustibile biodiesel, il restante 91% è
destinato a mangimi e farine destinate al consumo animale. Non è solo la produzione
di soia colpevole della deforestazione: il Brasile, infatti, è anche il primo esportatore di
carne bovina al mondo e anche in questo caso la domanda continua a crescere. Per
allevare bovini destinati all’industria della carne è necessario fare spazio, ed ecco perché
gli allevatori bruciano parti di foresta da destinare a terreni da pascolo per gli animali. 
Secondo il Carbon Footprint, agnello, manzo e formaggio occupano in questo ordine le
tre posizioni più inquinanti. La lista procede poi includendo carne di maiale, salmone
d’allevamento, tacchino, pollo, tonno in scatola, uova per poi terminare con patate, riso,
burro di arachidi, noci, broccoli, tofu, fagioli secchi e le lenticchie.
CONSIDERAZIONE

Purtroppo, il degrado ambientale non è un argomento che preoccupa tutti gli abitanti del nostro
pianeta. Secondo alcuni dati recenti, i tassi d’inquinamento sono in continua crescita. Il nostro
pianeta, seppure abbia sopportato numerosi e drastici crisi ambientali, è riuscito a combatterle; ma
fino a quando riuscirà a farlo? Il rispetto del nostro pianeta, a partire dai singoli abitanti, è
essenziale per una collaborazione! Se ogni abitante della Terra svolgesse la raccolta differenziata
correttamente e costantemente, l’emissione di CO2 e l’inquinamento dei terreni e delle acque
diminuirebbe notevolmente. Anche se, adesso più che mai, l’uomo preferisce incrementare
l’inquinamento attraverso aziende che salvaguardare l’ambiente, esistono numerose associazioni e
organizzazioni che cercano di proteggerlo. Dobbiamo ricordare che noi lasceremo il nostro pianeta
ai nostri figli e nipoti e, per farli vivere al meglio facendogli ammirare le bellezze della natura.
FINE

Presentazione PowerPoint di Educazione Civica («Degrado


ambientale, sociale e culturale»)

Francesco Munafò – Classe 2D

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