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La potabilizzazione dell’acqua

Powerpoint scritto da
Bruno Belviso
La superficie del nostro pianeta e ricoperta al 70% da
acqua ma quanta di questa acqua è effettivamente
potabile?
Solo il 3% dell’acqua sul pianeta risulta essere potabile
e solo una piccola percentuale di quest’ultima e
direttamente accessibile all’uso poiche la maggior
parte si trova sottoterra o nelle calotte glaciali quindi
l’uomo a dovuto trovare altri
modi per poter aumentare la
quantità di acqua accessibile.
La potabilizzazione dell’acqua (o purificazione
dell’acqua) consiste nella rimozione delle sostanze
contaminanti dall’acqua grezza per ottenere un’acqua
che sia idonea al normale consumo domestico.
Le acque superficiali normalmente sono contaminate.
Sono presenti contaminanti di origine naturale come
alcuni solidi sospesi (torbidità), sostanze organiche e
microinquinanti di origine antropica oltre ad una
elevata carica microbica.
La normativa vigente (Art. 80 D.Lgs n. 152/06 e s.m.i.)
regola le acque dolci superficiali destinate alla
produzione di acqua potabile. In tal senso le acque
superficiali vengono classificate in tre categorie,
secondo le loro caratteristiche fisiche, chimiche e
microbiologiche (allegato 1/A del suddetto D.lgs) –
A1, A2, A3.
Per ognuna di queste categorie vengono stabiliti i
trattamenti specifici di potabilizzazione da effettuarsi:
A1 – trattamento fisico semplice e disinfezione;
A2 – trattamento fisico e chimico normale e disinfezione;
A3 – trattamento fisico e chimico spinto, trattamento di
affinamento e disinfezione. I trattamenti fisici e chimici
normali: sono articolati in più fasi ed eliminano i solidi
sospesi non sedimentabili (chiariflocculazione) e
correggono le caratteristiche chimiche delle acque grezze
eliminando quelle sostanze disciolte che risultano
incompatibili con l’uso a cui l’acqua è destinata.
fasi del trattamento:decantazione
Le acque prelevate dal corpo idrico naturale e sottoposte al
trattamento sono inizialmente caratterizzate da un livello
significativo di torbidità, a causa di argilla, limo, e altre
particelle in sospensione in forma colloidale Le particelle
colloidali possiedono infatti una carica elettrostatica che le
mantiene in continuo movimento, evitando che si
aggreghino e precipitino Un primo trattamento di
potabilizzazione dell’acqua è generalmente di tipo fisico o
fisico-chimico: per eliminare la torbidità, l’acqua viene
lasciata riposare in grandi vasche in modo che le particelle
solide più pesanti in sospensione si depositino sul fondo,
cioè sedimentino (decantazione)
Le fasi del trattamento: flocculazione
Per facilitare la rimozione delle particelle più leggere
(particelle ‘colloidali’, con un diametro da 0.001 a 1
mm) vengono aggiunte sostanze che reagiscono con
l’acqua, formando dei “fiocchi” che intrappolano le
particelle trascinandole sul fondo o mantenendole a
galla sullo specchio d’acqua: essi prendono il nome di
agenti flocculanti (flocculazione)
Le fasi del trattamento: addolcimento
La durezza di un'acqua esprime il suo contenuto di ioni
metallici bivalenti, essenzialmente Ca2+ e Mg2+ La
durezza non crea problemi per l'uso potabile ma è
all'origine della formazione di incrostazioni e può
danneggiare tubazioni, lavatrici, caldaie, etc.
Le fasi del trattamento: flottazione e
filtrazione
La rimozione della schiuma e del precipitato generati dalla
flocculazione e del sedimento è piuttosto semplice da eseguire
Nel primo caso, una sorta di raschiatore sfiora la superficie
dell’acqua allontanando le sostanze “flottate” (flottazione) Per
eliminare il sedimento precipitato, invece, l’acqua viene filtrata
con speciali filtri a sabbia, disposti a strati di granulometria
crescente dall’alto verso il basso, grazie ad un sistema in
pressione (filtrazione): le parti solide vengono trattenute e il
percolato esce dal fondo Per completare la filtrazione può
esserci un ulteriore passaggio attraverso elementi filtranti a
carbone attivo, materiali che, se attivati da particolari
condizioni di temperatura e pressione, aumentano la porosità e
il potere assorbente
Le fasi del trattamento: disinfezione-1
Se si considera il rischio di malattie (e, addirittura, della possibilità di
morte), i contaminanti di natura biologica sono più importanti di
quelli chimici Per questo motivo viene attuata la disinfezione, vale a
dire l’eliminazione dei microrganismi patogeni (spesso presenti in
seguito alla contaminazione da parte delle feci e delle urine umane e
animali):
 Batteri, fra cui quelli del genere Salmonella a cui appartiene anche
l’Escherichia coli
Virus, fra cui quelli della poliomelite, dell’epatite A e il virus Norwalk
 Protozoi, tra cui il Cryptosporidium (che nel 1993 ha ucciso a
Milwaukee 100 persone e che ha causato gravi epidemie di diarrea nel
1989 a Oxford e nel 2001 a Saskatchewan, in Canada) e la Giarda
lamblia
Le fasi del trattamento: disinfezione-2
È possibile liberare l’acqua da gran parte degli ioni,
molecole e piccoli organismi contaminanti (come virus
e batteri), facendola passare sotto pressione attraverso
una membrana, con pori di dimensioni uniformi,
microscopiche e più piccole di quelle dei contaminanti
Si parla di microfiltrazione, ultrafiltrazione e
nanofiltrazione a seconda delle dimensioni dei pori
Le fasi del trattamento: disinfezione-3
L'osmosi inversa (RO, Reverse Osmosis) è il processo
in cui si forza il passaggio delle molecole di solvente
dalla soluzione più concentrata alla soluzione meno
concentrata ottenuto applicando alla soluzione più
concentrata una pressione maggiore della pressione
osmotica In pratica, l'osmosi inversa viene realizzata
con una membrana (formata da un materiale
polimerico come il triacetato di cellulosa o un
poliammide) e richiede l’uso di energia per annullare
l'effetto della pressione osmotica
Dissalazione dell’acqua salata: l’osmosi
inversa
L'osmosi inversa (RO, Reverse Osmosis) è metodo di
dissalazione, cioè di produzione di un’acqua dolce da
una salata, mediante rimozione degli ioni disciolti Nel
mondo esistono oltre 15 000 impianti di dissalazione
in più di 125 paesi. Questi impianti hanno però un
costo di costruzione e di funzionamento elevato
tendono a sprecare acqua (infatti una quantità di acqua
pari al 30-50% di quella utiliizata viene scartata)
Dissalazione dell’acqua salata: distillazione
termica
La distillazione-evaporazione termica dell’acqua di
mare o salmastra sfrutta il fenomeno l’evaporazione
dell’acqua ed è la tecnica più adatta per acque che
contengono livelli elevati di sali disciolti
 Il costo energetico è ancora più elevato dell’osmosi
inversa
 L’acqua viene fatta bollire e poi ricondensare a
pressione ridotta
 Il problema più grande per questi impianti è la
corrosione causata dall’acqua salata
Dissalazione dell’acqua salata: dissalazione
termica a bassa temperatura
In India è stata sviluppata una tecnologia innovativa che può essere
impiegata nei climi caldi, ovvero la dissalazione termica a bassa
temperatura
L’acqua calda della superficie oceanica (ca. 26-30 °C) viene sottoposta
alla bassa pressione di una camera sottovuoto per facilitare
l’evaporazione di una parte di essa
 Il vapore, incanalato in una seconda camera, viene raffreddato con
acqua fredda (ca. 13 °C), attinta dal mare a centinai di metri di
profondità, e condensato in appositi condensatori
 La creazione del vuoto e il pompaggio dell’acqua dalle profondità del
mare richiedono un elevato dispendio di energia, per cui gli impianti
che utilizzano questa tecnologia consumano una quantità di energia per
litro molto maggiore di quella richiesta per l’osmosi inversa
Le fasi del trattamento: disinfezione-4
Per disinfettare e purificare l’acqua può essere impiegata la luce
ultravioletta (UV) La luce ultravioletta è una radiazione elettromagnetica
con una lunghezza d'onda (l) compresa tra ca. 100 e 400 nm che agisce a
livello cellulare sul DNA dei microrganismi impedendone la replicazione La
radiazione ultravioletta è generata da lampade al mercurio che emettono con
una lunghezza d'onda di 254 nm che coincide con quella di assorbimento del
DNA Rispetto agli altri metodi di disinfezione, la radiazione UV presenta
notevoli vantaggi: ha un'energica azione battericida, non dà problemi di
sovradosaggio, non implica la presenza di sostanze chimiche pericolose da
maneggiare o monitorare, non altera organoletticamente l'acqua attraverso la
formazione di sottoprodotti indesiderati, ed è facile da installare e
mantenere Gli svantaggi sono: la radiazione UV non presenta la persistenza
necessaria per impedire la ricontaminazione a valle del trattamento, la
presenza di specie chimiche in grado di assorbirla (come il Fe) possono
ridurre l’efficacia del trattamento e il costo è relativamente alto

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