contava intorno ai 26 milioni di abitanti, distinti in tre ordini: clero, nobiltà e terzo stato. Il paese era la seconda potenza mondiale dopo l’Inghilterra. Tuttavia lo Stato era in deficit: nel 1788 le uscite superavano del 20% le entrate e le condizioni di vita del terzo stato, che rappresentava il 98% della popolazione, erano disastrose. La convocazione degli Stati Generali
Per far fronte alla crisi finanziaria francese,
Luigi XVI decise di imporre tasse anche alle classi sociali privilegiate ma il suo intento fallì e decise perciò di convocare gli Stati generali, un’assemblea straordinaria alla quale i re assoluti di Francia non avevano più fatto ricorso da quasi due secoli. Dopo le votazioni risultarono eletti un migliaio di deputati, di cui poco più della metà rappresentava il terzo stato. Tutti i rappresentanti del terzo stato erano borghesi, in prevalenza avvocati. Nessun contadino, nessun artigiano era fra loro. Assemblea Costituente
Gli Stati generali si riunirono a Versailles il 5
maggio 1789. Subito però sorsero contrasti sul sistema di votazione così i rappresentanti del terzo stato decisero di procedere per proprio conto votando per “ordine” o per “testa” e si proclamarono Assemblea nazionale cominciando poi a deliberare come se fossero i rappresentanti di tutta la nazione. Il re e i nobili cercarono di ostacolarli ma i deputati del terzo stato giurarono di non sciogliere l’assemblea detta ormai Assemblea costituente in quanto aveva il compito di dare al paese nuove istruzioni. La presa della Bastiglia
Il 14 luglio 1789 una folla di parigini
prese d’assalto il carcere della Bastiglia, uno dei simboli del potere assoluto. Con quest’episodio ebbe inizio la vera e propria Rivoluzione. La Rivoluzione si trasferì anche nelle campagne portando la Grande Paura dove i contadini si armarono e presero d’assalto le proprietà feudali. La fine del regime feudale e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino
L’Assemblea costituente proclamò la fine del regime
feudale e abolì le servitù personali. Il 26 agosto approvò la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, in cui si proclamava che tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge, tutti pagano le tasse, uffici e cariche sono aperti a tutti e tutti hanno diritto alla proprietà privata, alla sicurezza e alla libertà di parola, di stampa e di opinione. Da monarchia assoluta la Francia si trasforma in monarchia costituzionale
L’Assemblea continuava a discutere gli
articoli della nuova costituzione, che fu approvata definitivamente nel settembre 1791 e con essa la Francia diventò una monarchia costituzionale. Il sovrano cessò di essere un monarca assoluto, a lui rimase soltanto il potere esecutivo, il potere di votare le leggi venne affidato ad una Assemblea detta legislativa, il diritto di voto era concesso in base al reddito. I club politici
Nel Settecento i club erano diventati importanti centri
di diffusione delle nuove tendenze illuministiche. I più importanti club rivoluzionari erano: • La Società del 1789 di orientamento monarchico- costituzionale; • I girondini rappresentavano l’alta borghesia; • I giacobini, invece, erano schierati su posizioni repubblicane ma democratiche. Uno fra i suoi fondatori fu Maximilien de Robespierre. La Francia rivoluzionaria depone il re e proclama la repubblica
Il 10 agosto 1792 la rabbia popolare scoppiò. I
popolani di Parigi e molti volontari diedero l’assalto al palazzo reale delle Tuileries, massacrarono le guardie e costrinsero il re a cercare scampo presso l’Assemblea legislativa. Dopo l’assalto alle Tuileries, la Comune insurrezionale divenne la più grande autorità di Francia, mentre l’assemblea legislativa fu sostituita da una nuova assemblea, detta Convenzione che il 21 settembre 1792 dichiarò decaduta la monarchia e proclamò la repubblica. Il terrore e le vendette: dal governo rivoluzionario alla rivincita borghese
Il 21 gennaio 1793 Luigi XVI fu decapitato. La sua
esecuzione allarmò i sovrani d’Europa che decisero di formare una coalizione contro la Francia. La situazione critica dettata dalle guerre e dalla crisi economica spinsero i francesi ad attribuire a un gruppo ristretto di uomini, denominato Comitato di salute pubblica e guidato da Maximilien Robespierre, poteri straordinari. Il Comitato guidò il Paese con metodi dittatoriali e in un regime di terrore tanto che nella Convenzione si formò un gruppo ostile a Robespierre che lo fece arrestare il 27 luglio 1794 e ghigliottinare il giorno successivo. Il potere passò ai borghesi, ovvero ai nuovi ricchi. Il Termidoro
Alcuni membri della Convenzione e del Comitato
organizzarono un colpo di stato detto Termidoro, in cui Robespierre fu ghigliottinato insieme ai suoi collaboratori. Iniziò un nuovo periodo della Rivoluzione, detto fase termidoriana. Prese il potere la borghesia benestante. I provvedimenti economici furono favorevoli a mercanti, banchieri e affaristi, ma contrari alle esigenze dei ceti popolari. Sul fronte della guerra vennero riconquistati il Belgio e la Renania e occupata l'Olanda. I giacobini vennero rimossi da ogni incarico politico e il club venne sciolto per decreto. Vennero perseguitati e vi furono anche dei veri e propri massacri. La Costituzione dell’anno III
Il governo termidoriano nell’agosto 1795 diede vita a una
nuova Costituzione detta dell'anno III: • venne eliminato il suffragio universale e ripristinato il criterio censitario, ovvero, cittadini maggiorenni che pagavano una determinata imposta; • fu ristabilita la divisione dei poteri: potere legislativo a un sistema bicamerale e potere esecutivo a un Direttorio di 5 membri. Napoleone in Italia
Il regime del Direttorio cercò di ottenere successi sul campo di
battaglia attaccando l’Austria dal fronte italiano. La campagna d'Italia venne affidata al giovane generale Napoleone Bonaparte (1769-1821): • conquistò Nizza e Savoia e occupò Milano; • si impadronì di Venezia e minacciò di entrare a Vienna. L'Austria firmò il Trattato di Campoformio il 17 ottobre 1797 e Napoleone lasciò Venezia all'Austria. Napoleone ridisegnò l’assetto politico dell’Italia centro- settentrionale costituendo una serie di Repubbliche, le cosiddette Repubbliche giacobine che comprendevano: la Repubblica Cispadana che si unì alla Lombardia nella Repubblica Cisalpina, la Repubblica Ligure, le Repubbliche Romana e Partenopea. Napoleone in Egitto
Il nuovo direttorio organizzò una campagna
d'Egitto contro l'Inghilterra per ottenere il controllo del Mediterraneo. La spedizione guidata da Napoleone partì il 19 maggio 1798 dal porto di Tolone. Nel gennaio 1799 una spedizione francese contro il Regno di Napoli diede vita alla Repubblica Partenopea. La maggior parte del territorio italiano era ora in mano ai francesi. Non durò a lungo: un esercito austro-russo costrinse i francesi ad abbandonare l'Italia.
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