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APAT- Agenzia per la protezione dell’ambiente e dei servizi tecnici

Il Risarcimento del Danno Ambientale


e Problematiche Connesse alle Aree Marine

Ing. G. Di Marco
Servizio Interdipartimentale Emergenze Ambientali
Settore Valutazione del Danno Ambientale
APAT- Agenzia per la protezione dell’Ambiente e dei Servizi tecnici

Il Risarcimento del Danno Ambientale


Strumento giuridico per la tutela dell’ambiente

che stabilisce l’obbligo a risarcire il danno ambientale

causato da un’attività antropica


sulla base di una responsabilità
civile introdotta

A livello nazionale A livello comunitario


Direttiva 2004/35/CE, in materia di prevenzione
Art. 18 L. 349/86 e riparazione del danno ambientale

A livello internazionale
Convenzione IMO, in materia di danni causati alle aree marine da una
fuga o da uno scarico di idrocarburi di una nave
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Il Risarcimento de Danno Ambientale: art. 18 L. 349/86


Comunemente per danno ambientale vengono intese le
conseguenze negative/esternalità indotte nell’ambiente da
un’attività o pratica antropica, ma in accordo ai vari regimi
giuridici solo alcune di queste implicano una responsabilità
civile e quindi un risarcimento a favore dello Stato

Comma 1 dell’Articolo 18 L. 349/86: Danno risarcibile


“Qualunque fatto doloso o colposo in violazione di
disposizioni di legge o di provvedimenti adottati in base a
legge che comprometta l’ambiente, ad esso arrecando
danno, alterandolo, deteriorandolo o distruggendolo in
tutto o in parte, obbliga l’autore del fatto al risarcimento
nei confronti dello Stato”
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Il Risarcimento del Danno Ambientale: art. 18 L. 349/86


Regime di responsabilità civile introdotto dell’Articolo 18 L. 349/86

La responsabilità viene accertata dal giudice ordinario in un


procedimento penale o civile e per essere applicato necessita che:
Il danno sia causato da un fatto doloso o colposo in violazione di una
disposizione di legge o di provvedimenti adottati in base a una legge;
Siano identificati gli autori/responsabili del danno;
Il danno sia determinato e quantificato in termini di alterazione,
deterioramento o distruzione totale o parziale dell’ambiente;
Venga dimostrata la relazione causa effetto tra fatto doloso e danno
ambientale;
Lo Stato o un Ente territoriale competente promuova di fronte al
giudice penale o civile un’azione di risarcimento in forma specifica o
per equivalente a beneficio dello Stato.
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Il Risarcimento del Danno Ambientale: la Direttiva comunitaria

Regime di responsabilità civile introdotto dalla Direttiva 2004/35/CE

Regime uniforme su tutta l’UE fondato su tre tipologie di danno

Danno alla Danno alle Danno al


biodiversità acque suolo

definendo il danno ambientale come mutamento negativo misurabile


di una di queste risorse naturali o di un servizio da queste assicurato
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Il Risarcimento del Danno Ambientale: la Direttiva comunitaria


La Direttiva prevede una sorta di responsabilità oggettiva per
le attività intrinsecamente pericolose, e per quelle diverse da
queste prevede una responsabilità solo nei confronti del danno
alla biodiversità e nel caso di comportamento colposo o doloso.

Non sono previste forme di risarcimento puramente


economiche ma solo misure di riparazione, atte a ricostruire la
risorsa ambientale lesa ovvero a costituire una risorsa
ambientale equivalente a quella lesa e se adottate
dall’amministrazione i costi sostenuti possono essere
recuperati anche attraverso varie forme di garanzie.
Gli operatori sono incoraggiati al ricorso di apposite coperture
assicurative o ad altre forme di garanzia finanziaria.
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Il Risarcimento del Danno Ambientale: la Convenzione IMO


La Convenzione IMO (Organizzazione Marittima Internazionale)
adottata a Londra il 1996, recepisce le Convenzioni di Bruxelles
sulla responsabilità civile per i danni da inquinamento petrolifero
(1969) e istitutiva del Fondo internazionale per i danni da
inquinamento petrolifero (1971)

Il regime di responsabilità, introdotto dalla Convenzione prevede


che i danni ambientali causati da sostanze pericolose trasportate via
mare devono essere risarciti “nei limiti dei costi ragionevoli delle
misure di ripristino effettivamente adottate o da adottarsi”.

L’obbligo di corrispondere il risarcimento ricade sul proprietario


della nave nei limiti di un determinato ammontare, oltre il quale un
Fondo internazionale appositamente istituito deve provvedere in
via sostitutiva o integrativa.
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L’Azione di Risarcimento del Danno Ambientale


Il Ministero dell’Ambiente può avviare l’azione di risarcimento in un procedimento
civile (in modo autonomo) o in un procedimento penale (se riconosciuto parte lesa,
ad esempio con l’invio del Decreto di Citazione a Giudizio)

MINISTERO
DELL’AMBIENTE 1. Attivazione
3. Rich. Valutazione
3. Rich. Azione

2. Relazione
4. Valutazione
Avvocatura Distrettuale preliminare
del danno APAT
dello Stato competente ambientale

Azione di risarcimento
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La Valutazione del Danno Ambientale

La Valutazione del danno ambientale

obiettivo è un’istruttoria tecnica, giuridica ed economica

Determinazione del danno ambientale

Quantificazione del danno ambientale

Quantificazione del risarcimento


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La Determinazione del danno ambientale


Fase della Valutazione del danno in cui si accerta:

lo scenario di danno gli affetti alle componenti ambientali


•termine di sorgente •misure/analisi
•vie di esposizione •studi/ricerche
•bersagli •testimonianze/foto

Attraverso un’analisi delle attività/comportamenti/pratiche antropiche


condotte in violazione della disposizione di legge (inquadramento
tecnico e giuridico) e attraverso un’analisi delle componenti ambientali
che possono essere interessate dagli effetti/conseguenze dannose delle
condotte illecite (inquadramento territoriale)
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Note alla Determinazione del danno ambientale

La Valutazione del danno viene in genere effettuata relativamente


ad eventi avvenuti, in media, due anni prima, e ciò spesso comporta
l’impossibilità/difficoltà che, in tempi successivi all’istruttoria dei
PM e/o lontano dagli eventi, si possa effettuare autonome e più
approfondite indagini in grado di migliorare (integrare, chiarire,
completare, quantificare) gli accertamenti effettuati dai PM.

L’istruttoria di un procedimento giudiziario, condotta dai PM per


la formulazione dei relativi capi di imputazione, è essenzialmente
finalizzata ad accertate le violazioni di legge (azione penale) e
trascura l’accertamento degli effetti/conseguenze dannose che le
condotte illecite possono aver arrecato all’ambiente (azione civile).
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La Quantificazione del danno ambientale

Fase della Valutazione del danno in cui si accerta


l’entità dei danni alle componenti ambientali in termini di:

Perdita Perdita
del grado di qualità di tutti gli usi
(alterazione) (distruzione totale)

Perdita
del grado di Perdita
usabilità di uno o più usi
(deterioramento) (distruzione parziale)
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Quantificazione del danno ambientale


Il danno ambientale può essere quantificato sulla base del confronto dei
seguenti Indicatori: Ia= stato della compromissione (conc. di una sostanza
pericolosa); Ir= stato di riferimento; Lmax= limite max ammissibile

Alt = (Ia-Ir)/Ia
Det = (Ia-Ir)/(Lmax-Ir)
Dis = 1 se Ia>Lmax
L max
Lmax -Ir
Ia -Ir Ir
Ia

Ir
0
Ia
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Quantificazione del danno ambientale


Una Tabella che raccolga i dati di questa quantificazione (caso Solvay), per le sostanze e
componenti ambientali danneggiate, fornisce un quadro riassuntivo del danno

Matrici/risorse/beni ambientali Danni del mercurio Danni dei SST

Acqua dell’ambiente marino costiero Non apprezzabile Alt [della trasparenza] = (35-0)/36 = 0,97;
circostante lo scarico a mare Alt [della colorazione] = (21-0)/36 = 0,58
Sedimento dell’ambiente marino costiero Alt [dei sedimenti] = Alt [dei sedimenti] = (85-30)/85 = 0,65
circostante lo scarico a mare (0,5-0,1)/0,5 = 0,8
Fauna dell’ambiente marino costiero Alt [piede Patella] = (0,052- Nelle vicinanze dello scarico:
circostante lo scarico a mare dello stabilimento 0,067)/0,052 ≡ 0; Ia [fauna] = 0; quindi
Solvay Alt [granchio scoglie.] = (0,028- Dis [fauna] = 1
0,03)/0,028 ≡ 0;
Alt [dello Scorfano] = (0,46-
0,12)/0,46 = 0,74

Prateria di posidonia dell’ambiente marino Ia [della posidonia] = 0; quindi


costiero circostante lo scarico a mare dello Non apprezzabile Dis [della posidonia] = 1
stabilimento Solvay

Biodiversità dell’ambiente marino costiero Non apprezzabile Nelle vicinanze dello scarico:
circostante lo scarico a mare dello stabilimento Ia [biodiversità] = 0; quindi
Solvay Dis [biodiversità] = 1
Salubrità dell’ambiente marino costiero Det [specie ittiche comm. Ia [balneabilità] = 0; quindi
circostante lo scarico a mare Scorfano] =(0,46-0,12)/(1-0,12) Dis [balneabilità] = 1
=0,39

Paesaggio dell’ambiente marino costiero Non apprezzabile Trasformazione totale del paesaggio tipico
circostante lo scarico a mare con parziale perdita degli usi ricreativi
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La quantificazione del
Risarcimento

per equivalente (economico)


o
in forma specifica (ripristino)
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Il Risarcimento per equivalente


(economico)
è valutato sulla base di una precisa quantificazione
economica/monetaria del danno, attraverso l’attribuzione di
un valore/prezzo a tutte le possibili utilità delle componenti
ambientali compromesse (VET).

Tuttavia
una quantificazione economica precisa e oggettiva delle
componenti ambientali danneggiate è, ad oggi, tecnicamente
difficile da realizzare, le informazioni necessarie sono difficili da
reperire e i risultati non sono sempre condivisi e quindi deboli ad
essere utilizzati in sede giuridica in quanto si prestano a varie
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Il Risarcimento per equivalente (economico)

Nel caso in cui non sia possibile una precisa quantificazione


economica

Risarcimento economico in
VIA EQUITATIVA

Il costo L’illecito profitto La gravità


per il ripristino dello del trasgressore della colpa
stato dei luoghi
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Il Risarcimento per equivalente (economico)

L’illecito profitto del trasgressore


tiene conto dei costi di gestione, ottimizzazione,
ristrutturazione e ammodernamento tecnico-gestionale
dell’impianto che, se attuati, avrebbero evitato il danno
ambientale contestato ma che non sono stati sostenuti dai
responsabili del danno (altre interpretazioni ipotizzano come
profitto del trasgressore quello maturato dai responsabili
durante e a seguito delle condotte illecite contestate)

La gravità della colpa

tiene conto delle situazioni aggravanti/attenuanti che


specificano le circostanze in cui sono maturati gli illeciti
(colpa, dolo, continuità, associazione, ecc.)
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Il Risarcimento per equivalente (economico)


Il costo per il ripristino dello stato dei luoghi

Spese necessarie per il monitoraggio, la messa in


sicurezza, la bonifica e la rinaturalizzazione dei luoghi
compromessi.

L’azione di ripristino viene ipotizzata indipendentemente dalla


reale/opportuna fattibilità dell’intervento in quanto mira a
fornire un quadro ipotetico per effettuare una stima dei costi
sulla base delle estensioni dei luoghi compromessi (in termini di
volumi, superfici, pesi, ecc.) e dei prezzari relativi alle attività
necessarie per il ripristino.
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Il Risarcimento in forma specifica


ovvero
il ripristino dello stato dei luoghi
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Il Risarcimento in forma specifica (ripristino)

Il Giudice, su richiesta dello Stato, dispone il risarcimento in


forma specifica ovvero l’obbligo al ripristino dello stato dei
luoghi a spese dell’obbligato.
Il ripristino non esaurisce l’azione di risarcimento
Il ripristino richiede, per essere applicato, la reversibilità del
danno e la fattibilità (tecnica ed economica) dell’azione di ripristino

In caso di inquinamento ai sensi del DM 471/99, l’obbligo di


messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale prescinde
dalla colpevolezza e grava su chiunque abbia violato le
disposizioni del D.lgs 22/97 e/o del D.lgs 152/99 ed è
presidiato da apposita sanzione penale. Si tratta di una forma di
responsabilità oggettiva: basta il nesso di causalità tra
comportamento ed effetto, non occorre che il fatto sia colpevole
Problematiche connesse alle
aree marine
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Problematiche connesse alle aree marine


Nel caso di rilasci accidentali di inquinanti in un recettore esteso come il mare, la
Determinazione del danno deve essere effettuata a fronte di uno scenario dinamico
caratterizzato da un inquinante che si diffonde in un mezzo non confinato
sottoposto a una forte diluizione dovuta a fenomeni di dispersione e diffusione.
In questi casi le estensioni dei luoghi compromessi diventano difficile da perimetrare e
la valutazione del grado di alterazione, deterioramento o distruzione delle varie
componenti ambientali, diventa incerta. In ogni caso, l’immissione nell’ambiente di
una certa quantità di inquinanti comporta una diminuzione, seppure temporanea e/o
locale, della capacità di carico del recettore e una compromissione degli usi e/o delle
funzioni da esso assicurato
La Quantificazione del danno può essere effettuata in base al carico
dell’inquinante immesso, al peggioramento massimo raggiunto/raggiungibile dagli
indicatori dello stato e al confronto temporaneo e/o locale con i livelli massimi
ammissibili.
La Quantificazione del risarcimento può fare riferimento ai costi di ripristino del
recettore quantitativamente valutato attraverso il prodotto dei quantitativi delle
sostanze rilasciate per la loro capacità di inquinamento valutata in base alle
concentrazioni massime ammissibili.
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Problematiche connesse alle aree marine

Nel caso di rilasci di sostanze inquinanti in ambienti marini, i costi


di ripristino dello stato originario del recettore (il mare) non riesce
ad esprimere la complessità del danno causato alle varie componenti
ambientali che costituiscono un’area marina.

In alcuni casi, tali costi possono essere integrati con la valutazione


degli interventi di mitigazione e compensazione che sono in grado di
favorire la ricostruzione delle varie componenti ambientali lese
ovvero a costituire una componente ambientale equivalente a quella
lesa.
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Problematiche connesse alle aree marine


Una ricerca dell’Università di Padova, promossa dall’APAT, ha
illustrato gli aspetti teorici e operativi di una metodologia (approccio
duale) finalizzata a stimare il valore economico delle utilità
pubbliche delle componenti ambientali che influenzano il mercato
(valori d’uso), a partire dalle modificazioni che un loro
danneggiamento induce nella funzione di spesa dei consumatori
(balneazione, pesca, ecc.). 
Un altro approccio interessante che può essere applicato per stimare
il valore economico degli usi passivi (lascito, esistenza, ecc.), ed
utilizzato nell’incidente alla Exon Valdez del 1989, è basato sulla
costruzione di un mercato virtuale realizzato con interviste che
raccolgono la somma di quanto i membri della “comunità
interessata” sono disposti a pagare per mantenere/ripristinare
integra e disponibile la risorsa ambientale danneggiata (valutazione
contingente).
Stato di Applicazione della
Responsabilità Civile
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Stato di applicazione delle azioni di risarcimento


A fronte di innumerevoli fatti lesivi all’ambiente, APAT dal 2000 al 2005 è
stata chiamata a fornire un supporto tecnico all’azione di risarcimento dello
Stato in circa 200 procedimenti giudiziari (di cui solo 7 in sede civile)

Aree
interessate da
procedimenti
di Danno
Ambientale
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Stato di applicazione delle azioni di risarcimento


TIPOLOGIE DANNO AMBIENTALE
3%
ACQUA
2%
4% RIFIUTI

7%
EMISSIONI
37%
TRASFORMAZIONE
18% TERRITORIELE
CONSERVAZIONE
NATURA
SUOLO
29%
ALTRO

A riguardo possiamo sottolineare che il danno alle acque (73 casi) costituisce la
tipologia più frequente e comprende 23 casi relativi alle aree marine, gran parte dei
quali fanno riferimento a una serie di procedimenti penali (vongolari,
petrolchimico, scarichi industriali, ecc.) in cui vengono contestati il danno alle
componenti ambientali della laguna di Venezia.
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Stato di applicazione delle azioni di risarcimento

Tra i risarcimenti più significativi possiamo citare le provvisionali ottenute


dall’Avvocatura dello Stato di Venezia (il cui ammontare superano i 2
milioni di Euro) in oltre dieci procedimenti, la provvisionale di 400.000
Euro ottenuta nel procedimento riguardante gli sversamenti di Formaldeide
in un immissario del Lago Maggiore (Verbania) e la provvisionale di 5
milioni di Euro ottenuta nel procedimento riguardante una contaminazione
da amianto a Bari. 
Il danno ambientale è stato più incisivamente quantificato in occasione delle
definizioni transattive di alcuni contenziosi. Tra questi l’inquinamento del
mare provocato dal naufragio della petroliera Haven (100 miliardi di lire) e
all’inquinamento provocato dallo stabilimento del Petrolchimico di Porto
Marghera (550 miliardi di lire da parte di una delle due Società coinvolte). 
Accanto a questi risultati, vanno ricordati i procedimenti che hanno
sentenziato l’obbligo del ripristino dello stato dei luoghi a carico dei
responsabili, come nel caso dell’inquinamento di DDT di Pieve Vergonte
(Verbania), assicurato da una garanzia fidejussoria di 53,700 miliardi di lire.
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Stato di applicazione delle azioni di risarcimento


Le azioni di risarcimento hanno permesso il recupero di somme
significative utilizzate per finanziare interventi urgenti di bonifica e
ripristino ambientale per i luoghi per cui si è avuto il risarcimento e per
altri luoghi/siti inquinati.

Infine si sottolinea il ruolo propulsivo che il principio della


responsabilità civile ha avuto nei confronti degli operatori economici che
eserciscono attività potenzialmente inquinanti. Infatti tale istituto ha
sicuramente favorito la convergenze tra proprietari/responsabili degli
stabilimenti (chimici, industriali, ecc.) e istituzioni (Comune, Provincia,
Regione e Ministero) intorno a un Accordo di programma, al fine di
impegnare l’impresa al raggiungimento di una serie di obiettivi relativi
alla qualità/risanamento/bonifica ambientale per migliorare la qualità
ambientale mediante l’adozione delle migliori tecnologie disponibili
nonché per la riduzione degli impatti ambientali. Tra questi ricordiamo il
caso dello stabilimento Solvay di Rosignano Marittimo (Livorno).
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Iniziative in corso
il Ministero dell’Ambiente ha promosso una serie di iniziative riguardo
all’azione di risarcimento del danno ambientale

Decreto del Ministero dell’Ambiente e del Territorio del 14 ottobre 2003


(G.U. n 99 del aprile 2004) di Disciplina sulle modalità di funzionamento ed
accesso al fondo di rotazione istituito ai sensi del comma 9.bis dell’Art. 18
della L. 349/86

Legge delega sull’ambiente promossa dal Governo che, tra i Decreti attuativi
di riordino, prevede anche la materia del risarcimento del danno ambientale e
il recepimento della Direttiva 2004/35/CE.

Finanziaria 2006, che ha anticipato (commi 439-443) una parte del regime
previsto nella suddetta Direttiva e ha introdotto, in alternativa/affianco all’Art.
18, lo strumento dell’ordinanza per ingiungere al responsabile il ripristino
della situazione ambientale o il pagamento dei costi per il ripristino se il
responsabile non provveda o il ripristino risulti in tutto o in parte impossibile
oppure eccessivamente oneroso.
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Iniziative in corso
APAT ha promosso ed avviato, in accordo con il Ministero dell’Ambiente, una serie
di azioni per rafforzare l’efficacia dell’azione di risarcimento dello Stato:

ha stipulato apposite convenzioni (con APAT/ARPA/APPA , CFS, ecc.) per


promuovere un’azione sinergica nell’istruttoria tecnica economica necessaria
per la valutazione del danno ambientale

sta sviluppando con ARPAV e con l’Università di Padova uno studio sugli
aspetti teorici e operativi, utili per la redazione di un manuale operativo per la
valutazione del danno ambientale
ha assicurato il supporto all’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Venezia
nei procedimenti di danno ambientale rilevanti per la salvaguardia della
Laguna
ha avviato un’azione di supporto nei confronti dei Parchi Nazionali che
intendono esercitare un’azione di risarcimento nell’ambito del loro territorio

ha avviato una collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività


Culturali, per sviluppare un’adeguata valorizzazione dei beni paesaggistici
nell’ambito della valutazione dei danni ambientali.

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