e licenziamento
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Il recesso: Aspetti Generali
Il recesso di una delle parti del rapporto
• Se il recesso proviene dal lavoratore,
assume la denominazione di dimissioni; se
proviene dal datore di lavoro, quella di
licenziamento.
• Il recesso è un atto unilaterale recettizio con
cui si manifesta la volontà di porre fine al
rapporto di lavoro.
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Il recesso: Aspetti Generali
• Art.2119 c.c. Recesso per giusta causa
• Nel rapporto a tempo determinato ad entrambe le
parti non è consentito recedere dal rapporto prima
del termine stabilito, a meno che si verifichi giusta
causa
• Nel rapporto a tempo indeterminato per il
lavoratore continua a valere la libera recedibilità,
con l’unico limite di rispettare il periodo di
preavviso, mentre per il recesso del datore di
lavoro è necessaria una causa giustificatrice 4
Il recesso: l’obbligo di preavviso
Periodo di preavviso (contratto a tempo
indeterminato): art. 2118 c.c.
La durata del periodo di preavviso è stabilita dai
contratti collettivi di categoria.
Durante il periodo di preavviso deve essere
eseguita la prestazione e pagata la retribuzione.
L’obbligo di preavviso non sussiste se le
dimissioni o il licenziamento avvengono per
giusta causa.
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Recessione dal contratto
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Il D.Lgs.151/2015
Le dimissioni volontarie e le risoluzioni
consensuali del rapporto di lavoro per la generalità
dei lavoratori devono essere effettuate
esclusivamente in via telematica.
Il lavoratore può esercitare il diritto al
ripensamento entro 7 giorni dalla data di
trasmissione del modulo
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Il licenziamento individuale
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Il licenziamento individuale:
requisiti
• Giusta causa (art. 2119 c.c.)
• Giustificato motivo soggettivo (Art.3 L.604/1966)
• Giustificato motivo oggettivo (Art.3 .604/1966)
• La gravità delle ragioni legittima l’interruzione immediata
del rapporto di lavoro senza onere di preavviso
(licenziamento in tronco)
• L’onere della prova della sussistenza della giusta causa o
del giustificato motivo spetta al datore di lavoro (art.5 L.
604/1966)
• Licenziamento disciplinare
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I divieti di licenziamento
• Il recesso del datore di lavoro è vietato nei
seguenti casi:
a. Matrimonio della lavoratrice;
b. Stato di gravidanza e di puerperio;
c. Infortunio o malattia;
d. Richiamo alle armi
• E’ inoltre vietato il licenziamento:
e.Dei dirigenti delle rappresentanze sindacali aziendali,
f.Dei candidati e dei membri di commissione interna;
g.Dei lavoratori eletti a svolgere pubbliche funzioni;
h.Dei lavoratori che partecipano a scioperi
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I requisiti formali
• Il datore di lavoro deve comunicare per iscritto il
licenziamento al lavoratore e deve specificarne i motivi.
• In ipotesi di licenziamento per giustificato motivo
oggettivo e lavoratore non soggetto alle disposizioni del
D.Lgs. 23/2015, il datore di lavoro deve attivare una
specifica procedura conciliativa.
• Il licenziamento produce effetto dal giorno della
comunicazione con cui il procedimento medesimo è
avviato.
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L’illegittimità del licenziamento
• Il licenziamento intimato in violazione dei requisiti
sostanziali e formali prescritti è illegittimo:
La mancanza della giusta causa o giustificato motivo rende
il licenziamento annullabile;
La mancanza di un requisito formale determina l’inefficacia
del recesso (es. in caso di comunicazione orale, mancanza
dei motivi che lo hanno determinato).
• Il licenziamento per motivi discriminatori o altro motivo
illecito è nullo ed è sottoposto a un regime sanzionatorio.
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Le conseguenze sanzionatorie
Per i lavoratori soggetti a vecchio regime:
• Art. 18 L.300/1970:
- tutela reale piena;
- tutela reale limitata;
- tutela risarcitoria forte;
- tutela risarcitoria debole.
• Art. 8 L. 604/1996:
- tutela obbligatoria
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Le conseguenze sanzionatorie
Per i lavoratori soggetti a nuovo regime:
• D. Lgs. 23/2015:
- tutela reale piena;
- tutela reale limitata;
- tutela risarcitoria forte;
- tutela risarcitoria debole
• Art. 9, co. 1, D.Lgs. 23/2015 per le imprese di piccole
dimensioni:
- esclusione della tutela reale limitata;
- dimezzamento dell’importo delle indennità risarcitorie
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L’impugnazione ed il regime
sanzionatorio
• Il lavoratore può impugnare il licenziamento entro il termine di
decadenza di 60 giorni dalla ricezione della comunicazione;
• Entro i successivi 180 giorni: deposito del ricorso giudiziale;
• Se il lavoratore opta per la conciliazione: deposito del ricorso
giudiziale entro 60 giorni dal rifiuto o mancato accordo.
• D.Lgs. 23/2015: nuova modalità conciliativa per i lavoratori assunti
con CATUC.
• Revoca del licenziamento: art.5 D.Lgs. 23/2015.
• Regime sanzionatorio dei licenziamenti illegittimi: D.Lgs.23/2015
art.1
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