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CONTENUTI
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• La produzione di conoscenza di mercato per il
decisore e più in generale per l’organizzazione è
obiettivo essenziale della attività di marketing
strategico
• Ma cosa si intende per conoscenza di mercato? Non si
tratta solo della produzione e dell’utilizzo di dati, di
informazioni analitiche, in quanto nella conoscenza
concorrono altri elementi (obiettivi, impegno,
attitudini riguardo al futuro ecc.)
• La conoscenza si rapporta a vari aspetti:
– interazioni con gli altri attori
– giudizi e scelte individuali
– tipologia di conoscenza nelle organizzazioni
– caratteri dei mercati sui quali si conosce
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Conoscenza di mercato e market
understanding
Knowledge is a weapon. I intend to be formidably armed.”
― Terry Goodkind
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Conoscenza di mercato e market
understanding
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Conoscenza di mercato e market
understanding
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Conoscenza di mercato e market
understanding
Conoscenza di Decisione di
mercato marketing
Conoscenza di Decisione di
mercato marketing
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• Il rapporto tra interazione e conoscenza è rilevante se è
vero che l’interazione tra due attori si accompagna a
processi di apprendimento e quindi ha effetto sulla
conoscenza di cui dispongono in una certa situazione
• La conoscenza nell’interazione è elemento di una concezione
ben precisa del mercato, dove quest’ultimo non viene
definito a partire da merceologie e meccanismi di prezzo ma
a partire dalle relazioni e dalle reti nelle quali le interazioni
sono elemento costitutivo e necessario (Snehota 2004).
• Il superamento dell’approccio di transazione ed il passaggio
ad un approccio di tipo relazionale negli studi di marketing
propone nuove prospettive nella concezione stessa della
conoscenza prodotta attraverso i processi di learning e
teaching nelle interazioni.
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• L’interazione stessa è nella sua essenza legata ad una
evoluzione della conoscenza impiegata nei rapporti con gli
altri attori. Rispetto alla transazione, nell’interazione gli
attori si aprono agli effetti di un apprendimento in itinere,
assumendo una logica di tipo adaptive behavior and
cognition (Gigerenzer 2007).
• È esperienza comune il fare ricorso alla conoscenza per
formare giudizi o formulare scelte da parte dei singoli attori.
• Per quanto siano presenti specificità connesse all’ambito di
produzione e di applicazione, la conoscenza nell’interazione
è comunque sottostante alle valutazioni ed alle riflessioni più
generali sulla conoscenza nei sistemi sociali (Paoli 2009).
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• Su un piano astratto, la conoscenza degli attori
nell’interazione può essere considerata da differenti
prospettive:
– approccio positivista
– approccio realista critico
– approccio del costruttivismo sociale
– approccio del costruttivismo radicale
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• Nell’interazione l’attore si avvale della sua capacità di
modellizzazione (Edelman 1992) e ne traduce
linguisticamente gli effetti in termini di rappresentazione del
mercato, quest’ultima intesa come produzione di
un’immagine necessariamente semplificata a disposizione
dei decisori aziendali per la formazione dei giudizi e la
definizione delle scelte di fondo relative al mercato,
comunque esso sia definito (Marzili 1979).
• La conoscenza dell’attore nell’interazione non si limita però a
comprendere gli effetti di tale capacità, ma risente
direttamente degli elementi che si producono
nell’interazione, e che a loro volta interagiscono con il
sistema di modelli di cui l’attore è dotato.
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• L’attore che necessita di conoscenza per
formare giudizi e scelte nell’interazione
sperimenta limiti di varia natura:
– nella informazione accessibile sul momento;
– nella capacità di elaborazione;
– nel tempo disponibile.
• Gli episodi di interazione con altri attori
(imprese, singoli operatori, enti) non sono
sempre facili da pianificare, presentano
elementi di incertezza e possono generare esiti
inattesi, anche se non necessariamente questo è
da vedere negativamente.
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• Nell’interazione solo la conoscenza che può
essere effettivamente accessibile assume rilievo,
nel senso che diventa conoscenza efficace in
quanto informa l’azione (Kirzner 1979).
• Mentre è diffusa l’idea che la conoscenza
debba informare il comportamento, l’attore
può sperimentare il percorso opposto, per cui è
il comportamento ad informare la
conoscenza in uso nell’interazione
(knowledge-in-use).
• Questo ribaltamento non riguarda solo episodi di
interazione specifici ma può costituire un
elemento che condiziona stabilmente il rapporto
tra conoscenza e interazione
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Conoscenza di mercato e market
understanding
La knowledge in use presenta connotati corrispondenti ad
una visione della conoscenza per molti aspetti diversa da
quella prevalente nella letteratura manageriale, nella
quale si tratta la conoscenza principalmente come insieme
di interpretazioni e rappresentazioni oggettive ed
empiricamente fondate che possono essere trasferite e
messe in uso in differenti contesti. Questa visione della
conoscenza è associata ad una concezione delle imprese
come entità kowledge-based, capaci di realizzare
vantaggio competitivo attraverso l’acquisizione e l’utilizzo
di una conoscenza di frontiera e quindi competitiva (Grant
1996). Di conseguenza la conoscenza, in quanto
“immagazzinabile” e “trasferibile”, diventa un asset che
può essere accumulato e messo a frutto nelle aziende,
secondo una idea rafforzata dal fatto che l’attuale
economia risulta sempre più basata su meccanismi di
utilizzo della conoscenza stessa (Rullani 2004).
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• Sul rapporto tra conoscenza, conoscenza in uso
e interazione si possono formulare varie ipotesi.
• Una prima coppia di ipotesi riguarda il rapporto
tra “conoscenza” e “conoscenza nella
interazione”:
– Hp 1 – la conoscenza disponibile è ridotta dalle
condizioni dell’interazione perché in essa si generano
limiti (di tempo, di informazione, di capacità di
elaborazione) che riducono la conoscenza in uso
rispetto a quella che potrebbe essere disponibile in
altre condizioni;
– Hp 2 - la conoscenza in uso è prodotta dall’interazione,
perché è in essa che la conoscenza assume la forma
nella quale può essere effettivamente efficace per
l’azione.
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• Altre ipotesi riguardano il rapporto tra
“interazione” e “conoscenza nell’interazione”:
– una prima ipotesi è che l’interazione sia indirizzata
nella sua evoluzione dalla conoscenza in uso da parte
degli attori;
– una seconda ipotesi è che sia soprattutto l’interazione
che alimenta la conoscenza in uso, in quanto
caratterizzata da processi di apprendimento e
insegnamento.
Alla luce della ricerca empirica condotta nella
letteratura che segue l’Industrial Marketing and
Purchasing (IMP) approach queste ipotesi possono
verificarsi in condizioni specifiche, suggerendo che
tutte possano trovare conferma in differenti episodi di
interazione.
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Conoscenza di mercato e market
understanding
Questa visione del rapporto tra conoscenza e interazione
mette in discussione una visione per la quale la
conoscenza è intesa come verità certa e raggiungibile
(Paoli 2009). Questa visione corrisponde ad una “vecchia
immagine … che è tuttora alle radici del buon senso
comune di molti individui in molte categorie sociali,
scienziati, tecnologi, intellettuali, ma anche moltissimi
economisti, manager d’impresa, decisori pubblici e
consumatori-utilizzatori” (Paoli 2009, 24).
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• La knowledge-in-use cambia tra un’interazione e un’altra
e nel termpo (La Rocca e Snehota 2011), risultando
essere quindi una conoscenza “situata” (Greeno
1993).
• Nella visione dominante nel management, la conoscenza
degli attori aziendali è presente a prescindere dal fatto
che sia attiva un’interazione.
• L’interazione si sviluppa però attraverso episodi che si
realizzano in momenti e luoghi ben precisi. Questo non è
elemento marginale, in quanto il contesto può avere una
funzione chiave nel processo di richiamo, selezione ed
attivazione della conoscenza.
• Il fatto che l’interazione avvenga in un determinato
momento ed in un determinato luogo nel contesto, in una
particolare relazione e con le sue specificità, ha effetto
sulla conoscenza in uso.
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• La conoscenza in uso (knowledge-in-use) è quella attivata
dagli attori nella interazione nella formazione dei giudizi e
delle scelte. Queste possono emergere oppure risultare
necessarie o essere richieste senza avere il tempo di
accedere ai repertori di informazione, oppure senza avere
oltre che il tempo anche la capacità di calcolo disponibile per
effettuare elaborazioni complesse.
• Per La Rocca e Snehota (2011, p. 89) la conoscenza utilizzata
nell’interazione sia comunque una porzione limitata, un
sottoinsieme di un altro insieme di conoscenza che è
potenzialmente rilevante per orientare i comportamenti
degli attori nell’interazione.
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• La conoscenza in uso è specifica alla relazione, nel senso
che la conoscenza riguardante un attore è specifica alla
controparte che la usa, per cui lo stesso attore potrà essere
oggetto di diverse rappresentazioni da parte di attori diversi
con cui può interagire, e che è soggetta ad una evoluzione, in
quanto comunque mutevole nel tempo (Guercini 2003).
• Il carattere fluido della conoscenza nelle interazioni mette
anche in discussione alcuni concetti maturati dalla stessa
letteratura prodotta dall’IMP Group, come il concetto stesso
di network pictures, aspetto questo che è stato
esplicitamente rilevato (La Rocca e Snehota 2011, p. 90),
proprio in relazione al carattere “fluido” della conoscenza
nell’interazione, e del fatto che il punto di vista espresso
dall’attore potrebbe risentire del divenire della situazione.
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• La knowledge-in-use cambia tra un’interazione e un’altra
e nel termpo (La Rocca e Snehota 2011), risultando
essere quindi una conoscenza “situata” (Greeno
1993).
• Nella visione dominante nel management, la conoscenza
degli attori aziendali è presente a prescindere dal fatto
che sia attiva un’interazione.
• L’interazione si sviluppa però attraverso episodi che si
realizzano in momenti e luoghi ben precisi. Questo non è
elemento marginale, in quanto il contesto può avere una
funzione chiave nel processo di richiamo, selezione ed
attivazione della conoscenza.
• Il fatto che l’interazione avvenga in un determinato
momento ed in un determinato luogo nel contesto, in una
particolare relazione e con le sue specificità, ha effetto
sulla conoscenza in uso.
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Conoscenza di mercato e market
understanding
• La formazione e l’impiego di conoscenza e il processo di
interazione tra attori nei business network sono fenomeni
tra di loro fortemente connessi.
• Tali connessioni possono dare luogo a tipi di conoscenza
situata negli episodi dell’interazione, in quanto ad essa
specifica. In questo capitolo si è richiamata una visione della
conoscenza diversa da quella dominante nel management
strategico, dove essa viene vista come asset immagazzinabile
e valorizzabile attraverso il trasferimento dal rapporto con un
attore a quello con un altro attore.
• Questa visione può risultare efficace ma non corrisponde
alla natura della conoscenza in uso (knowledge in use),
trovando limiti nelle condizioni di specificità e nel carattere
situato della conoscenza.
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Conoscenza di mercato e market
understanding
Se la conoscenza è situata, basata sulla adozione di regole
che possono essere specifiche a particolari interazioni, la
possibilità di trasferire la conoscenza da una interazione ad
un’altra può passare attraverso la replica di regole
(heuristics) adottate per la formazione di giudizi e scelte,
dipendendo dal grado di convergenza e di specificità che tali
regole possono avere nell’interazione e nel network. Quando
tali regole sono fortemente specifiche e poco convergenti,
per ogni attore la conoscenza in uso cambia più
marcatamente da momento a momento e da interazione a
interazione, trovando differente applicazione
nell’interazione con un attore rispetto a quella con un altro
attore.
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Cenni agli schemi di decisione nel
cognitivismo
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Cenni agli schemi di decisione nel
cognitivismo
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Cenni agli schemi di decisione nel
cognitivismo
x y
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Cenni agli schemi di decisione nel
cognitivismo
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Cenni agli schemi di decisione nel
cognitivismo
z y
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Cenni agli schemi di decisione nel
cognitivismo
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Cenni agli schemi di decisione nel
cognitivismo
y x
u z
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La sequenza segmentation-targeting-
positioning
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La sequenza segmentation-targeting-
positioning
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La sequenza segmentation-targeting-
positioning
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La sequenza segmentation-targeting-
positioning
POSITIONING Combination
of actions to
meet needs
and wants
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Una alternativa alla S-T-P: l’effettuazione
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Una alternativa alla S-T-P: l’effettuazione
CAUSATION EFFECTUATION
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Una alternativa alla S-T-P: l’effettuazione
CAUSATION EFFECTUATION
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Una alternativa alla S-T-P: l’effettuazione
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Strumenti di marketing strategico: la
pianificazione
Piano di marketing come parte della pianificazione strategica
aziendale – comprende piano del prodotto e piano dell’ente
Previsione di vendita come contributo del marketing
strategico (non solo della ricerca di marketing) alla
pianificazione aziendale
Pianificazione in aree specifiche del marketing strategico:
pianificazione di targeting e positioning; pianificazione di
comunicazione.
Integrare nel piano aspetti deliberati e aspetti emergenti della
strategia di marketing (Mintzberg)
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Strumenti di marketing strategico
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Strumenti di marketing strategico
• Le ricerche di marketing costituiscono una delle
componenti preposte alla rilevazione dei dati primari
esterni del SIM. L’obiettivo a cui devono essere orientate
è di accrescere l’efficacia e ridurre il rischio dei processi
decisionali. In base al ruolo che svolgono nei processi
decisionali si può distinguere (Cozzi, Ferrero 2004):
A. Ricerche problem finding: finalizzate a percepire l’esistenza di
problemi o opportunità, a definirne le caratteristiche a
identificare alternative di azione
B. Ricerche problem solving: utilizzate per analizzare l’efficacia
delle alternative d’azione ipotizzate ed assumere le decisioni
C. Ricerche di controllo: rivolte a verificare e monitorare le
conseguenze delle iniziative assunte
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Il processo di pianificazione
• Kotler mette in evidenza come il sistema di marketing per
funzionare ha bisogno di impostare una complessa attività
pianificata (Kotler 1976)
2 Obiettivi
4 Piano commerciale
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ALCUNI ESEMPI DI
LE AREE DI ANALISI
STRUMENTAZIONE
MACROAMBIENTE PIANO DI MKTG
MAPPE POSIZIONAMENTO
POSIZIONAMENTO
ANALISI SWOT
BRANDING
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Piani di marketing
• Il piano di marketing può assumere diverse forme,
secondo una tipologia di piani; inoltre il piano di
marketing presenta elementi quasi sempre presenti
• La tipologia di piani comprende:
• piano di marketing dell’ente
• piano di marketing del prodotto/servizio
• Gli elementi generalmente presenti comprendono:
• studio del mercato (analisi della domanda,
potenziale di mercato della concorrenza,
individuazione attori influenzatori …)
• formalizzazione della sequenza segmentazione-
targeting-posizionamento
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Piani di marketing
• La pianificazione di marketing strategico può richiedere la
soluzione di problematiche anche complesse ma
fondamentali per la più generale pianificazione d’impresa,
quali:
• valutazione del potenziale di mercato di una
nuova tecnologia o di un nuovo prodotto
• previsione di vendita di prodotti esistenti, anche per
il lungo termine e per specifici mercati e segmenti
• pianificazione della domanda per la disposizione
delle commesse di produzione e dei flussi di
distribuzione (demand planning management)
• piani per singola area (media/advertising, vendite
ecc.)
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Piani di marketing
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Piano di marketing dell’ente
• Analisi dell’ambiente (domanda diretta, domanda
intermedia, concorrenza nel settore, concorrenza
allargata, influentials e influencers)
• Valutazione di risorse e obiettivi, problemi e opportunità
(obiettivi di vendita, compresa la definizione del mercato
obiettivo e degli obiettivi di marketing)
• Posizionamento e strategie di marketing (definizione
e principali processi posti in essere – matching, mapping,
relazione emotiva)
• Politiche di marketing (leve della comunicazione,
distribuzione, prodotto/marca/packaging, prezzi) e
budgeting
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Piani di marketing
• Per posizionamento si intende la creazione di un’immagine
del prodotto nella mente dei consumatori a cui si
rivolgono
• Il posizionamento tramite matching consente di
verificare la qualità uniche ed intrinseche del prodotto e i
suoi vantaggi sulla concorrenza, adattandosi ai bisogni e
alle caratteristiche del mercato obiettivo (Hiebing and
Cooper, 1997)
• Posizionamento tramite mapping consiste nella
visualizzazione di una mappa quali sono gli attributi chiave
del prodotto ritenuti importanti dal mercato- obiettivo e
classificare prodotti di tutti i principali concorrenti su cui il
mercato ha avuto una visione 50
Un modello di piano per le imprese di servzi
1
COMPANY ANALISYS PROFILO IMPRESA
2
CUSTOMER ANALISYS PROFILO CLIENTE
3
PIANO DEL PRODOTTO
SERVICE ANALISYS
1. Piano degli attributi
2. Piano delle ricerche
3. Piano della comunicazione
4. Piano della distribuzione
5. Piano delle vendite
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Company analysis
PROFILO IMPRESA
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Company analysis (esempio)
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Customer analysis
PROFILO CLIENTI
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Customer analysis (esempio)
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Service analysis: il piano del prodotto
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Service analysis: il piano del prodotto
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Piano degli attributi: l’offerta di servizi
incrementata
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Piano degli attributi: il pacchetto di servizi di base
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Piano degli attributi: l’offerta di servizi
incrementata
Per considerare anche come il servizio viene erogato, il pacchetto di
servizi di base deve quindi essere sviluppato in un modello più completo,
chiamato offerta di servizio incrementata.
Tre elementi fondamentali costituiscono il processo:
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Piano degli attributi: l’offerta di servizi
incrementata
OFFERTA DI SERVIZI INCREMETATA
ACCESSIBILITA’ INTERAZIONE PARTECIPAZIONE
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L’offerta del servizio incrementata
Il concetto di servizio
Servizio di base
Accessibilità del
servizio Interazioni
S. Facilitazione S. ausiliari
62
Processo di produzione/consumo del servizio
[fase 1]
Processo Pacchetto Contatto Risorse da identificare
di consumo di servizi con il cliente
Visibile Non visibile
Accessibilità
Fase di Interazione
consumo
Partecipazione
intensivo
Accessibilità
Fase di Interazione
distacco Partecipazione
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Service analysis: il piano del prodotto
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Piano ricerche: sistema informativo per il
lancio nuovo servizio e gestione servizio
• Il piano delle ricerche può essere definito come la combinazione dei vari tipi
di ricerca necessari per rispondere ad obiettivi conoscitivi
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Programma ricerche (1)
Tipo e natura
della ricerca Obiettivi Informazioni sulle ricerche
Alta
70
Piano ricerche: un esempio di questionario di
un Town Center Manager
IV - SODDISFAZIONE
Esprima il livello di soddisfazione intorno ai seguenti elementi del centro storico di riferimento: (1= molto ridotta; 2=ridotta; 3=
media; 4= consistente; 5= molto consistente)
Centro storico
Qualità del tessuto economico 1 2 3 4 5
Ambiente urbano (cura e pregio delle aree pubbliche) 1 2 3 4 5
Dotazione infrastrutturale 1 2 3 4 5
Servizi erogati dalla Amministrazione Comunale (in particolare delle facilitazioni per il parcheggio concesse all’esercente) 1 2 3 4 5
Servizi erogati dalla Amministrazione Comunale (in particolare degli incentivi per l’ammodernamento del punto vendita) 1 2 3 4 5
Servizi erogati dalla Amministrazione Comunale (in particolare della viabilità urbana e del rispetto delle norme stradali) 1 2 3 4 5
Altre iniziative di investimento pubblico e privato per la rivitalizzazione commerciale e sociale (es.: Teatro, Carnevale ) 1 2 3 4 5
Costo della vita 1 2 3 4 5
Qualità della vita 1 2 3 4 5
Occasioni di shopping 1 2 3 4 5
Luoghi di ritrovo e socializzazione 1 2 3 4 5
Eventi culturali/spettacoli e manifestazioni 1 2 3 4 5
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Service analysis: il piano del prodotto
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Piano comunicazione: la comunicazione
integrata del servizio
• Elementi della comunicazione integrata:
– comunicazione personale
– comunicazione in serie
– comunicazione diretta
– comunicazione interattiva
– assenza di comunicazione
– comunicazione orale (passaparola)
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La comunicazione pianificata e non pianificata
Pianificata Non pianificata
Comunicazione Buoni consigli Abiti trasandati
personale
Comunicazione in Pubblicità diretta al Lettera di accompagnamento
serie (impersonale) pubblico alla fattura poco gentile
Opuscoli informativi
74
Esempio di comunicazione pubblicitaria: un
confronto tra Audi e DHL
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Pianificazione di marketing del territorio
Fase 6B. Piano del prodotto territoriale
Fase 6.5B. Piano della comunicazione
di prodotto
Obiettivi:
Evidenziare le caratteristiche del prodotto ritenute idonee a soddisfare le esigenze dei soggetti
radicati e non sul territorio, attraverso messaggi che valorizzino i fattori positivi distintivi e che
compensino gli elementi di debolezza
Costi stimati
Costi stimati 2001 Costi stimati 2002 Costi stimati 2003 TOTALI
Azioni
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Piano della distribuzione: i canali per l’erogazione del
servizio
78
Piano della distribuzione: i canali per l’erogazione del servizio
IMPRESA
CLIENTE
80
I CANALI DI DISTRIBUZIONE IN UNA COMPAGNIA AEREA
SPAZIO
FISICO
Self Kiosks
Sito dell’impresa
GSM-WAP
Cliente
CALL
CENTER
ATM
Portali
81
Service analysis: il piano del prodotto
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Piano delle vendite
• Nel piano delle vendite occorrono stabilire i fabbisogni
con riferimento a:
- obiettivi di vendite per canale di distribuzione del
servizio;
- obiettivi di copertura del mercato;
- profili e consistenza del personale (front office e
back office);
- supporto fisico;
- sistemi.
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Piano delle vendite
Qualifica Numero
Organizzazione
Front
attività di vendita office
Back
office
Descrizione Quantità
Supporto fisico S1
S2
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Pianificazione di marketing del territorio
Fase 6B. Piano del prodotto territoriale
Fase 6.4B. Piano della forza vendita
Obiettivi:
Individuare il fabbisogno ed il costo delle risorse umane per la vendita
Tempo Anno 2001 Anno 2002
Azioni Totale
biennale
Organico Organico Fabbisogno Assunzioni Organico Organico Fabbisogno Assunzioni dei costi
Costi Costi
esistente 1/1 ottimale 2001 o surplus o trasferimenti esistente 1/1 ottimale 2001 o surplus o trasferimenti
Ufficio permanente
- Dirigenti
- Quadri
- Impiegati
Potenziamento
organico fuori sede
TOTALI
Costi Costi
TOTALE COSTI
85
Attributi di un buon piano di marketing
FASE 1
Company analysis
FASE 2
Customer Analysis
• Alcuni attributi:
– Coerenza con i profili assegnati
FASE 3 – Chiarezza, completezza, sinteticità
Piano del prodotto
dell’elaborato
– Aspetto grafico
FASE 3.1 Piano degli
attributi del servizio – Verosimiglianza
– Stile dello scritto
FASE 3.2 Piano delle
ricerche
– Originalità
– Chiarezza espositiva in sede di presentazione
FASE 3.3 Piano della
comunicazione di
prodotto
86
Marketing manageriale e marketing
imprenditoriale – il decisore di marketing
87
Marketing manageriale e marketing
imprenditoriale – il decisore di marketing
– progettazione/pianificazione (arrangements)
– volontà/impegno (willingness)
– abilità/struttura della conoscenza (ability)
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Marketing manageriale e marketing
imprenditoriale – il decisore di marketing
90
Marketing manageriale e marketing
imprenditoriale – il decisore di marketing
91
Marketing manageriale e marketing
imprenditoriale – il decisore di marketing
nella prospettiva antropologica, la cultura rappresenta una
conoscenza mentale collettiva sviluppata ed espressa
attraverso la comunicazione da un gruppo di persone
esposte ad un contesto simile (Geertz 1973)
92
Marketing manageriale e marketing
imprenditoriale – efficacia e decisore
94
Marketing manageriale
(a) immagine
(b) modello
(c) rappresentazione
96
Marketing manageriale
97
Marketing manageriale
coscienza primaria
“stato di consapevolezza mentale delle cose del mondo, in cui si hanno
immagini mentali del presente”, non si accompagna necessariamente
alla “sensazione di essere una persona con un passato e un futuro”; ad
essa si associa il concetto di “immagine”
categorizzazione percettiva
“non è conscia e può essere effettuata da coppie di classificazione ...
essa tratta segnali provenienti dal mondo esterno, i segnali che
provengono dagli organi di senso”
98
Marketing manageriale
99
Marketing manageriale
PERSONAS FRAMMENTAZIONE
100
Marketing imprenditoriale
101
Marketing imprenditoriale
102
Marketing imprenditoriale
103
Marketing imprenditoriale
104
Marketing imprenditoriale
105
Marketing imprenditoriale
106
Marketing imprenditoriale
107
Marketing imprenditoriale – elementi
sensibili del profilo
108
Marketing imprenditoriale – elementi
sensibili del profilo
110
Marketing imprenditoriale – rete di
contatti personali
111
Marketing imprenditoriale – rete di
contatti personali
112
Marketing imprenditoriale – rete di
contatti personali
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Marketing imprenditoriale – rete di
contatti personali
l’adozione di un processo di marketing basato sul passa-parola
all’interno di una comunità commerciale e industriale presenta
comunque alcuni limiti in quanto:
– “auto-limitante”
– “non controllabile”
il carattere “auto-limitante” deriva dal fatto che l’affidamento alle reti di
comunicazione informale restringe le possibilità di crescita
dell’organizzazione; infatti la mancata formalizzazione restringe l’ambito di
diffusione dei contenuti della comunicazione inoltre i decisori aziendali sono
in questo caso dipendenti per la loro visione dalla base di contatti con
clienti, fornitori ed altri referenti del network, risultandone in qualche modo
“prigionieri”; il carattere “non controllabile” si ha dal momento che gli
esponenti del vertice d’impresa non dispongono di strumenti diretti per
controllare le comunicazioni passa-parola che riguardano la propria impresa
114
Marketing imprenditoriale – rete di
contatti personali
115
Marketing imprenditoriale – rete di
contatti personali
Personal
contact
network
116
Marketing imprenditoriale – rete di
contatti personali
117
Marketing imprenditoriale – rete di
contatti personali
Personal
contact
network
118
Marketing imprenditoriale – rete di
contatti personali
Due coniugi 11/12 anni in Costituita da Cucitura c/terzi 16 di vari tipi 5 stabili; fino ad 3 committenti
Confezioni Joyce Chi trentenni Cina sette anni per confezione altri 7 stagionali da 3/7 anni
Due coniugi 5/6 anni in Cina Costituita da tre Cucitura c/terzi 13 per la 2 stabili; alcuni Unico
Confezione Cheng trentenni anni per confezione cucitura stagionali committente
Due fratelli 8/9 anni in Cina Costituita da tre Cucitura e >30 da stiratura 8 stabili; fino a 3 committenti di
Tao Huang quarantenni e anni stiratura c/terzi e cucitura 20 stagionali cui uno da 3
loro familiari per confezione anni
Ragazza di 28 8/9 anni; viaggi Costituita da tre Cucitura c/terzi 11 macchine da 7 stabili (tutti 2 committenti
anni e suoi in Olanda e anni per confezione cucire familiari); fino a nell’ultimo anno
Confezione Lü
familiari Francia 2 stagionali
Due coniugi 9 anni (marito) Costituita da Cucitura e >20 macchine 4 stabili; fino a Alcuni, di cui
Confezioni Lan quarantenni e 5 (moglie) otto anni ‘bottonatura’ c/ da cucire; una 8 stagionali uno stabile da 2
terzi ‘bottonatrice’ anni
Titolare >10 anni di tipo Costituita da In passato >10 macchine Dato non 4/5 nell’ultimo
Confezione Qing cinquantenne artistico otto anni cucitura, oggi per la stiratura disponibile anno
(pittura) Stiratura c/terzi
Fonte: Guercini S., Profilo del vertice, processi di sviluppo e politiche di mercato dell’impresa cinese a
Prato, in Colombi M. (a cura di) L’imprenditorialità cinese nel distretto pratese, Leo Olshki, Firenze, 2002,
p. 46
119
Marketing imprenditoriale – rete di
contatti personali
120
Marketing imprenditoriale – rete di
contatti personali
121
Marketing imprenditoriale – rete di
contatti personali
Comportamento di Comportamento di
relazione offerta
finalizzazione: finalizzazione:
struttura di relazioni offerta proposta
potenzialmente stabile normalmente variabile
122
Marketing imprenditoriale – rete di
contatti personali
123
Euristiche e marketing strategico
125
Euristiche e marketing strategico
128
Euristiche e marketing strategico
simulazione
129
Euristiche e marketing strategico
130
Euristiche e marketing strategico
131
Euristiche e marketing strategico
Il giudizio nella disponibilità dipende dalla facilità di recupero dei dati
dalla memoria, e la valutazione dipende dalla facilità di attivazione di
specifiche operazioni mentali. Si consideri i giudizi che le persone
mediamente esprimono sulla sicurezza del trasporto aereo; nonostante
gli standard di sicurezza, dopo la notizia di un disastro aereo viene
spesso espresso da molti il giudizio che si tratti di un modo di trasporto
decisamente rischioso.
L’impiego della disponibilità può comunque (o forse meglio non
sorprendentemente) essere fonte di errori. Si consideri la seguente
situazione. Secondo voi è più probabile che la lettera “R” compaia alla
prima posizione o alla terza posizione nelle parole del vocabolario? La
frequenza della terza posizione nel vocabolario inglese risulta
significativamente superiore rispetto alla posizione iniziale, ma la facilità
con cui coloro che venivano interrogati si ricordavano parole che
iniziavano per “R” rispetto a quella con cui si ricordavano parole che
avevano la “R” alla terza lettera sembra essere all’origine della stima che
dava una prevalenza delle parole con la consonante alla prima posizione
rispetto che alla terza in ricerche condotte su campioni
significativamente ampi di soggetti.
132
Euristiche e marketing strategico
133
Euristiche e marketing strategico
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Euristiche e marketing strategico
135
Euristiche e marketing strategico
136
Euristiche e marketing strategico
Bassa Elevata
Fonte: Guercini S., La conoscenza di mercato del vertice d’impresa. Casi di produttori di tessuti, Franco
Angeli, Milano, 2003, pp. 253-254
137
PRIMA Evoluzione dei rapporti impresa-mercato
AMBIENTE/MERCATO (con le
IMPRESA RAPPORTI componenti politiche, istituzionali,
sindacali, finanziarie ecc..)
139
L’ambiente/mercato come arena di
focalizzazione delle decisioni strategiche
140
Il concetto di marketing strategico
• Il marketing strategico non coincide semplicemente con
un orientamento alla propria clientela ed ai suoi
bisogni, ma enfatizza l’attenzione sull’analisi delle forze
ambientali, sulla soddisfazione della clientela, sulla
dinamica concorrenziale in atto, per fornire dati,
informazioni e orientamenti da integrare con altri input
strategici e per concorrere a definire una condotta di
mercato che integra le diverse funzioni aziendali in una
logica volta al perseguimento di un vantaggio
competitivo significativo e sostenibile
142
Evoluzione dei contenuti e dei modelli delle
principali decisioni strategiche (i)
Le analizzeremo in termini storico-evolutivi. Con
l’affermarsi del cosiddetto “nuovo concetto” che di fatto
ha introdotto il marketing strategico queste hanno
riguardato:
143
• In un primo momento l’attenzione prevalente è
ancora sui prodotti da fabbricare anche se da
destinare a particolari categorie di consumatori
(mercati e segmenti)
• Il modello strategico prevalente era il modello di
Ansoff (1968)
PR
ME ODO ATTUALI NUOVI
RC TTI
AT
I
Sviluppo
ATTUALI Espansione
prodotti
Sviluppo
NUOVI mercati Diversificazione
144
Evoluzione dei contenuti e dei modelli delle
principali decisioni strategiche (ii)
• Già Kotler nel 1974 aveva formalizzato le principali
strategie di espansione affiancando alle strategie
prodotto-mercato le strategie di integrazione
Gruppi di acquirenti
“Chi” soddisfare
Gruppi di acquirenti
Funzioni o bisogni
Tecnologie Tecnologie
“Come” soddisfare
Industria
Gruppi di acquirenti
Tecnologie
146
Evoluzione dei contenuti e dei modelli delle
principali decisioni strategiche (iv)
• Con gli studi sulle strategie competitive di Porter (1982)
nell’ambito delle strategie di marketing si inseriscono le
strategie competitive di base
VAN
OB T. C DIFFERENZIONE
IET OM COSTO
T. S P.
TR A PERCEPITA
T.
Concentrazione Concentrazione
RISTRETTO con con
differenziazione dominio di costo
147
Evoluzione dei contenuti e dei modelli delle
principali decisioni strategiche (v)
• Successivamente Kotler (1997) affronta le strategie
competitive specifiche
A. Strategie del leader
- Sviluppo domanda primaria
- Strategie difensive (proteggere la quota di mercato)
- Strategie aggressive (aumentare la quota di mercato)
- Strategie di demarketing (ridurre la quota di mercato)
149
I principali presupposti per l’efficacia delle
decisioni strategiche
In ogni caso per usare le parole di Kotler (1976)
si devono verificare i seguenti presupposti:
150
La risposta strategica dell’impresa alle
dinamiche ambientali
E’ ovvio anche che non tutte le imprese reagiscono allo
stesso modo alle dinamiche ambientali e non tutte si
trovano a fronteggiare gli stessi cambiamenti:
152
Principali aree di analisi del marketing
strategico (ii)
153
Altre aree di analisi del marketing
strategico
• Si tenga conto poi che anche le decisioni più ampiamente
operative mantengono nelle decisioni fondamentali, di
primo livello, una dimensione strategica rilevante anche
se in armonia con le decisioni guida; ciò vale per le
decisioni sul prodotto, sulla distribuzione, sulla
comunicazione e sul prezzo
MARKETING STRATEGICO
MARKETING OPERATIVO
154
La segmentazione: da attività a processo (i)
155
La segmentazione: da attività a processo (ii)
Anche su questo aspetto del marketing strategico abbiamo
rilevato una notevole evoluzione che ha coinvolto:
• le variabili, in funzione delle dinamiche del consumo
• il modo di affrontare la concorrenza all’interno di ogni
segmento
• la stessa attività: Kotler (1976) parla di “attività” di
segmentazione, mentre lo stesso autore nelle edizioni più
recenti parla di “processo” di segmentazione e inserisce il
posizionamento tra le strategie di copertura e le scelte
commerciali
• la consistenza dei segmenti sempre più limitata e sempre
più raffinata. Rapp e Collins parlano di segment of one
156
La nascita della segmentazione
157
La nascita della segmentazione
158
La nascita della segmentazione
159
Il concetto di segmentazione
• La segmentazione offre una base teorica e tecnica al processo
di rappresentazione del mercato da parte del vertice
aziendale, in qualche modo caratterizzando le conseguenti
scelte strategiche, tanto che di segmentazione non si parla
solo come "teoria" o "tecnica/processo", ma anche come
"strategia", qualifica che le è stata associata fin dalla sua
comparsa in letteratura [Smith 1956].
• Le riflessioni sviluppate in questo paper si basano sull'assunto
che la categoria concettuale del "segmento di mercato“ sia
solo una fra quelle cui è possibile fare riferimento da parte
dei decisori aziendali nella definizione di una
rappresentazione del mercato intesa quale funzione di
marketing strategico e come anello di partenza della catena
per la definizione del terget e del posizionamento.
160
Segmentazione e differenziazione
161
Segmentazione e differenziazione
163
Il posizionamento come forma più evoluta
di differenziazione
164
Rappresentazione strategica del mercato e
segmentazione in rapporto a nuove tendenze
• Nel corso degli anni novanta, definizione del mercato e
segmentazione hanno continuato ad essere indicati dalla
letteratura di marketing come una delle principali aree
tematiche di ricerca
165
A. Tendenze caratterizzanti l’ambiente di
marketing
166
Nuove tecnologie telematiche, a livello di
connessione e di standard di comunicazione (I)
167
Nuove tecnologie telematiche, a livello di
connessione e di standard di comunicazione (II)
168
Nuove tecnologie telematiche, a livello di
connessione e di standard di comunicazione (II)
169
Nuove tecnologie telematiche, a livello di
connessione e di standard di comunicazione (III)
171
Centralità acquisita dal tema della relazione nel
raccordo degli operatori con la domanda (I)
172
Centralità acquisita dal tema della relazione nel
raccordo degli operatori con la domanda (II)
173
Centralità acquisita dal tema della relazione nel
raccordo degli operatori con la domanda (II)
174
Natura, direzione dei flussi di informazione tra impresa
e clienti e corrispettivi richiesti dai clienti (I)
175
Natura, direzione dei flussi di informazione tra impresa
e clienti e corrispettivi richiesti dai clienti (I)
176
Natura, direzione dei flussi di informazione tra impresa
e clienti e corrispettivi richiesti dai clienti (II)
177
Sviluppi sociologici e culturali postmoderni (I)
178
Sviluppi sociologici e culturali postmoderni (I)
179
Sviluppi sociologici e culturali postmoderni
(II)
180
Sviluppi sociologici e culturali postmoderni
(II)
181
Sviluppi sociologici e culturali postmoderni
(III)
182
Sviluppi sociologici e culturali postmoderni
(III)
183
B. Tendenze evolutive nella segmentazione
186
Archetipi alternativi
187
Archetipi alternativi
188
Archetipi alternativi
189
Archetipi alternativi
190
Archetipi alternativi
191
Archetipi alternativi
192