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Valitutti, Falasca, Amadio

Chimica:
concetti e modelli
Seconda edizione
Capitolo 7

Le particelle
dell’atomo
Sommario

1. La natura elettrica della materia


2. La scoperta delle particelle subatomiche
3. Le particelle fondamentali dell’atomo
4. I modelli atomici di Thomson e Rutherford
5. Il numero atomico identifica gli elementi

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La natura elettrica della materia

ELETTRICITÀ
•Lo strofinìo di qualsiasi materiale provoca la comparsa
su di esso di una carica elettrica.
•Giornate secche si prende la scossa toccando lo
sportello dell’auto
•Lo strappo di una striscia di nastro adesivo provoca la
comparsa su di esso di una carica elettrica.

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La carica elettrica può essere di due tipi: per convenzione si
distingue in
•positiva (+)
•negativa (−);

Le cariche dello stesso segno, (+) e (+) oppure (−) e (−), si


respingono e si dicono «concordi»;
Le cariche di segno opposto, (+) e (−), si attraggono
e si dicono «discordi».

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editore 2018
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La scoperta delle proprietà elettriche
• Fino alla fine del 1700 l’elettricità era conosciuta solo la forma
di elettricità detta statica.
• Fu Benjamin Franklin il primo a parlare di fluido elettrico,
costituito da particelle repulsive, distinguendo l’elettricità
positiva e l’elettricità negativa.
• Grazie all’invenzione della pila di Volta, nel 1800, si comprese
che l’elettricità è una corrente lenta capace di provocare
trasformazioni chimiche
• Il chimico Berzelius suggerì che ogni atomo possedesse sia la
carica positiva che la carica negativa e che atomi diversi
combinandosi neutralizzassero le residue cariche elettriche.

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La scoperta delle particelle subatomiche
Per studiare gli effetti del passaggio di corrente elettrica in un
gas, si può adoperare un tubo di vetro trasparente, alla cui
estremità sono fissate due placche metalliche, chiamate elettrodi,
collegate a un generatore elettrico.
La placca negativa è chiamata catodo (−) e la placca positiva
anodo (+).

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La scoperta delle particelle subatomiche
Se si riduce la pressione del gas all’interno del tubo,
sulla parete di vetro in fondo al tubo si osserva una
macchia fluorescente dovuta a una radiazione
proveniente dal catodo. A questa radiazione si dà il
nome di raggi catodici.

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La scoperta delle particelle subatomiche
Nel 1897, Joseph John Thomson utilizza tubi di vetro
progettati da William Crookes per dimostrare che la
radiazione catodica è formata da particelle cariche
negativamente a cui assegna il nome di elettroni.
Thomson riesce anche a misurare il rapporto
carica/massa di tali particelle.

Oltre agli elettroni negativi, ci devono essere anche


particelle cariche positivamente, poiché l’atomo, nel suo
complesso, neutro.

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La scoperta delle particelle
subatomiche
Eugen Goldstein, mediante esperimenti con un tubo
di vetro dotato di un catodo forato, identifica particelle
diverse dagli elettroni, che si muovono verso il polo
negativo formando un fascio di raggi anodici.

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La scoperta delle particelle
subatomiche
Si tratta di particelle con carica positiva, che provengono
dal gas rarefatto contenuto nel tubo, e a cui Ernest
Rutherford assegna, nel 1920, il nome di protoni.

Nel 1932, viene scoperta da James Chadwick


una terza particella subatomica denominata neutrone,
che è elettricamente neutra, cioè priva di carica.

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La scoperta delle particelle
subatomiche
Lo strofinìo di un materiale comporta il trasferimento di
cariche da un corpo all’altro ed è sempre legato a uno
spostamento di elettroni.

Il numero delle cariche acquistate deve sempre essere


uguale al numero delle cariche cedute, in base
al principio di conservazione della carica.

L’unità di misura della carica elettrica nel SI è il coulomb (C),


dal nome dello scienziato Charles-Augustin de Coulomb.
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Le particelle fondamentali dell’atomo
Gli atomi di tutti gli elementi sono formati da tre
particelle fondamentali:
•l’elettrone con carica negativa;
•il protone con carica positiva;
•il neutrone privo di carica

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Le particelle fondamentali dell’atomo
• Neutroni e protoni non sono particelle elementari, ma
sono composte da altre particelle: i quark.
• Nel Novecento si è scoperto che l’atomo contiene una
zona piccola e densa, il nucleo, in cui si trovano
neutroni e protoni (i nucleoni).

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I modelli atomici di Thomson e Rutherford
Thomson propone per l’atomo un modello continuo:
la carica positiva occupa, come una nube, tutto il
volume dell’atomo, mentre gli elettroni sono dispersi in
modo regolare, come l’uvetta nell’impasto di un
panettone, il modello viene quindi definito atomo a
panettone.

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I modelli atomici di Thomson
e Rutherford
È possibile studiare la struttura degli atomi bombardandoli con
particelle radioattive.
Rutherford determinò la natura delle particelle  (atomi di elio
privi di due elettroni) con le quali poi bombardò una sottilissima
lamina d’oro:
le particelle  dopo
l’urto con gli atomi
d’oro venivano raccolte
ed evidenziate su un
apposito schermo.

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I risultati dell’esperimento mostrano che:
• gran parte delle particelle α attraversa la lamina senza
subire deviazioni
• alcune particelle sono deviate di angoli più o meno
grandi rispetto alla direzione iniziale;
• una piccolissima frazione viene respinta all’indietro
con violenza.

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Rutherford propone quindi un nuovo modello atomico:

• l’atomo è composto da un nucleo centrale, in cui sono


concentrate tutta la carica positiva e la massa dell’atomo;
• gli elettroni occupano lo spazio vuoto intorno al nucleo;
• il diametro del nucleo deve essere centomila volte più
piccolo (10−15 m) del diametro dell’atomo (10−10 m);
• gli elettroni, carichi negativamente, sono in numero tale da
bilanciare esattamente la carica positiva del nucleo.

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Il modello dell’atomo di Rutherford è simile al
Sistema solare; intorno al nucleo, con carica positiva,
orbitano gli elettroni, più leggeri e con carica
negativa.

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I modelli atomici di Thomson
e Rutherford

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L’atomo di Bohr e i modelli
successivi
Secondo la fisica classica, un elettrone che orbita attorno al
nucleo atomico dovrebbe perdere energia, emettendo onde
elettromagnetiche, e precipitare sul nucleo

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L’atomo di Bohr
Secondo Bohr
•gli elettroni si muovono solo in specifiche orbite attorno al
nucleo
•ogni orbita è caratterizzata da un ben preciso valore
di energia (livello energetico)
•il moto degli elettroni attorno ai nuclei atomici è analogo a quello
dei pianeti lungo le proprie orbite attorno al Sole
•quando gli elettroni di un atomo occupano i livelli
di minore energia, l’atomo è nel suo stato fondamentale
•quando uno o più elettroni passano a livelli maggiori
di energia, l’atomo è in uno stato eccitato

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Nel modello di Bohr gli elettroni si muovono attorno al
nucleo su orbite circolari caratterizzate da un ben
preciso livello di energia, a seconda della distanza dal
nucleo

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Il numero atomico identifica gli elementi
Il numero di protoni presenti nel nucleo di un atomo si chiama
numero atomico (Z).
Se l’atomo è neutro, questo numero è uguale a quello degli
elettroni.
Il numero di massa (A) è uguale alla somma del numero di
protoni (Z) e del numero di neutroni (n) contenuti nel nucleo.

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Il numero atomico identifica gli
elementi
Gli isotopi sono atomi dello stesso elemento aventi
le stesse proprietà chimiche ma masse diverse, perché contengono
un diverso numero di neutroni.

I tre isotopi dell’idrogeno.

Gli isotopi hanno diverse proprietà fisiche.

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