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Il sistema multilaterale degli scambi

CO M MERCIO INTERNAZ IONALE E DIRIT TI UM ANI

I M PAT TO D EL L E POLITICHE CO M M E RCI A L I SUI


LI V EL L I D I T U T E LA D E I D I R I T T I F O N D A M EN TA L I E
S TR U M E N T I D I S O F T L AW

A S S E N Z A D I U N A C LA U S O LA S O C I A L E N E L G AT T

LA R E S P O N S A B I L I T À S O CI A L E D E LL E I MP R E S E E LA
« D U E- D I L I G E N C E »
P R O F. C A R L A G U L O T TA
LEZIONE V

1
Commercio e diritti umani
L’impatto delle politiche commerciali sui livelli di tutela dei diritti
fondamentali

La delocalizzazione produttiva in Paesi dove il costo del lavoro è più


basso per effetto di una legislazione del lavoro e ambientale meno
protettiva comporta delle ricadute anche sugli scambi
internazionali:
il minor costo di produzione si traduce infatti in un
vantaggio concorrenziale al momento della distribuzione e
della vendita

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Commercio e diritti umani

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Commercio e diritti umani

Gli strumenti di soft law: i codici di condotta


L’interferenza delle attività commerciali /economiche
internazionali con la tutela di alcuni diritti fondamentali e
dell’ambiente non nasce con la globalizzazione.

Codici di condotta degli anni ‘70 del Novecento:

1. Carattere non vincolante


2. Capaci di imporsi per effetto della sanzione sociale e di
meccanismi applicativi

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Commercio e diritti umani

OCSE: Guidelines per le imprese multinazionali (1976, riviste da


ultimo nel 2011)

Oil: Dichiarazione tripartita (1977, rivista da ultimo nel 2015) e


Dichiarazione sui diritti sociali fondamentali del 1998 (libertà di
associazione sindacale e di negoziazione collettiva, divieto del
lavoro forzato, abolizione del lavoro minorile, eliminazione delle
discriminazioni in materia di lavoro)

ONU: tentativo di codice di condotta (……fallito nel 1992)

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Commercio e diritti umani

Nel 1998 l’OIL adotta una Dichiarazione sui diritti fondamentali


del lavoro che diviene il documento di riferimento internazionale
Indipendentemente dall’aver ratificato le convenzioni che li
prevedono, gli Stati membri dell’OIL sono tenuti a rispettare i
seguenti diritti fondamentali:
(a) libertà di associazione e riconoscimento effettivo del diritto di
contrattazione collettiva ;
(b) eliminazione di ogni forma di lavoro forzato o obbligatorio ;
(c) abolizione effettiva del lavoro minorile ;
(d) eliminazione della discriminazione in materia di impiego e professione.

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Commercio e diritti umani
Domanda: il problema deve essere affrontato nel quadro del sistema
dell’OMC?

La stessa OMC, nel 1996 (Conferenza ministeriale di Singapore), ha


detto di no
Allo stato, dunque, manca una clausola sociale nei trattati amministrati
dall’OMC
Eccezione:
- art. XX, lett. e): «misure….attinenti a merci fabbricate
nelle prigioni»

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Art. XX Eccezioni generali
«Sempre che l’applicazione non sia fatta in maniera da essere un mezzo di
discriminazione arbitraria, o ingiustificata, tra i Paesi che sono nelle
medesime condizioni, né da essere una larvata restrizione al commercio
internazionale, nessuna disposizione del presente accordo sarà interpretata
come divieto a una Parte contraente qualsiasi di istituire o d’applicare delle
misure:
a. necessarie alla tutela della morale pubblica;
b. necessarie alla protezione della sanità e della vita delle persone e degli
animali e alla conservazione dei vegetali;
c. attenenti all’importazione o all’esportazione dell’oro o dell’argento;
d. necessarie ad assicurare l’applicazione delle leggi e dei regolamenti che siano compatibili con le
disposizioni del presente accordo, quali, ad esempio, le leggi e i regolamenti che attengono
all’applicazione delle misure doganali, all’esercizio di monopoli in conformità del numero 4
dell’articolo II, o dell’articolo XVII, alla protezione dei brevetti, marchi di fabbrica e diritti
d’autore e di riproduzione e alle misure intese a impedire delle pratiche che possano trarre in
errore;

e. attinenti a merci fabbricate nelle prigioni;»

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Commercio e diritti umani

Proposte

de iure condendo: inserire un’altra lettera nell’art. XX;

de iure còndito: 1. utilizzare la lett. a) dell’art. XX;

2. escludere la similarità tra prodotti realizzati correttamente e


prodotti fabbricati in violazione dei diritti sociali

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Commercio e diritti umani

Proposte (segue)

3. utilizzare la norma sul dumping (analogia tra dumping commerciale e


dumping sociale):
«Nel valutare l'esistenza di distorsioni significative, si dovrebbero tenere in considerazione,
se ritenuto opportuno, le norme internazionali pertinenti, incluse le principali convenzioni
dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e le pertinenti convenzioni multilaterali in
materia ambientale» (quarto considerando, Regolamento (UE)2017/2321 del 12.12.2017)

4. soluzione interpretativa:
il sistema GATT/OMC va inquadrato nel contesto
dell’ordinamento internazionale, per cui i diritti sociali fondamentali, in
quanto norme internazionali (di ius cogens), vi devono trovare piena
applicazione.

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Commercio e diritti umani

Le clausole nei trattati commerciali «di nuova generazione»


Oggi si registra una tendenza degli Stati ad affrontare il tema
dell’interferenza tra affari e diritti umani nei trattati commerciali

In questo senso si è orientata l’Unione europea (trattato di libero


scambio con la Corea, con il Perù e la Colombia, con il Canada….)

Le clausole possono essere più o meno impegnative ed efficaci


(eventuale presenza di meccanismi di monitoraggio del rispetto
degli impegni )

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Commercio e diritti umani

Le clausole nei trattati commerciali «di nuova generazione»


Nel gennaio 2021 è stata adottata la prima decisione di un panel di
esperti previsto dal capitolo su commercio e sviluppo sostenibile
di un trattato commerciale dell’Unione (l’accordo UE-Corea del
2011): nonostante l’accertamento del mancato adempimento da
parte della Corea all’obbligo di fare tutti gli sforzi per adottare
quattro delle convenzioni fondamentali dell’OIL, il panel non ha
potuto comminare sanzioni
Nella Comunicazione sul riesame della politica
commerciale (COM(2021)66 final del 18/2/2021),uno degli
obiettivi dell’Unione è proprio quello di rafforzare i meccanismi
per ottenere l’applicazione degli accordi commerciali

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….dalla “Shareholder Theory”
La responsabilità sociale delle imprese

(Milton Friedman, The Social Responsibility of Business is to Increase its Profits,


The New York Times Magazine, September 13, 1970)

L’impresa ha un dovere fiduciario solo verso gli azionisti, e deve generare


valore soltanto per loro (in termini di dividendi da distribuire).
L’impresa non ha doveri fiduciari verso altri soggetti

….alla “Stakeholder Theory”


(Edward Freeman, Strategic Management: A Stakeholder Approach, 1984)

L’impresa deve tenere conto, nelle sue strategie e nelle sue operazioni, degli
interessi degli stakeholder, ovvero di quei soggetti che influenzano l’attività
dell’impresa o ne sono influenzati: dipendenti, clienti, fornitori, finanziatori,
comunità, ambiente, istituzioni, …
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La responsabilità sociale delle imprese
Evoluzione del concetto:
Da “integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle
imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti
interessate” (Libro verde, 2001)
a
“responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società”
(Commissione europea, Strategia rinnovata dell’UE …2011)
Non più mera volontarietà ma «smart mix di fonti»:
le imprese sono spinte ad agire in modo responsabile attraverso
strumenti di incentivazione, di condizionalità e, talora, normativi

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Commercio e diritti umani:
l’ONU
1999: Global Compact
(approccio volontaristico)

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Commercio e diritti umani: l’ONU
2003: UN Norms on the Responsibilities of
Transnational Corporations (approccio massimalista)
Elaborate nell’ambito della Sottocommissione delle NU per i diritti umani, con
l’obiettivo di estendere la vincolatività degli obblighi di tutela dei diritti
umani direttamente alle imprese multinazionali

Oggetto di forti critiche, nel 2004 la Commissione (oggi


Consiglio delle NU per i diritti umani) ne afferma il carattere non
vincolante e declina la competenza ad assicurarne
l’applicazione
2014: avvio dei lavori per un trattato vincolante su imprese e diritti umani
nell’ambito di un Gruppo di lavoro Intergovernativo delle Nazioni Unite
(nel 2019 presentata la seconda bozza)

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La responsabilità sociale delle imprese: l’ONU
2011: Principi Guida ONU su affari e diritti
umani
Fondati su tre pilastri (Framework Ruggie 2008) :
I. L’obbligo dello Stato di proteggere i diritti umani;
II. La responsabilità delle imprese di rispettarli;
III. La predisposizione di rimedi alle violazioni
e sul processo di due diligence
Procedimentalizzazione della diligenza dovuta dall’impresa
attraverso la previsione di una preventiva identificazione e
valutazione dei rischi; l’adozione delle misure idonee a prevenirli
o minimizzarli e la predisposizione dei rimedi per il caso di
violazione

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La responsabilità sociale delle imprese
La convergenza della Comunità internazionale sui meccanismi
della diligenza dovuta

Le nuove Linee Guida dell’OCSE del 2011

La politica dell’Unione europea (regolamento 2017/821


su minerali provenienti da zone di conflitto)

Le misure statali

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La responsabilità sociale delle imprese

L’evoluzione rispetto al concetto di responsabilità sociale a livello globale


Atteggiamento più favorevole da parte dei Paesi emergenti/in via di sviluppo:
art 12 Model BIT India 2015 (gli investitori e le loro imprese operanti negli Stati
parti «shall endeavour to voluntary incorporate internationally recognized
standards of CSR»)

Leggi nazionali che estendono responsabilità della capogruppo: legge francese


sul dovere di vigilanza della società madre (l. n. 2017-399 del 27 marzo 2017)

Sentenze: caso Vedanta UK (il 10 aprile 2019 la Corte Suprema del Regno Unito
afferma la competenza del giudice inglese a conoscere di una causa intentata
da 1826 cittadini dello Zambia per i danni loro causati dall’inquinamento
provocato dalla filiale di una multinazionale inglese)

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La responsabilità sociale delle imprese e il
Marketing

20
Is Apple cleaning up its act on labour rights?
Tough production schedules and slim margins lead to poor labour conditions in the
electronics industry. Duncan Jefferies asks if progress is being made (The Guardian, 5
marzo 2014)

21
La responsabilità sociale delle imprese e il Marketing
Il rischio di «greenwashing»

necessità di competenza nel comunicare la


sostenibilità, sia sociale, sia ambientale

Trasparenza nelle politiche aziendali


(direttiva 2014/95/UE, in Italia: D.Lgs. 254/2016 :
dichiarazione sulle attività non finanziarie)

Nuovi sistemi di certificazione del prodotto


finale e dell’organizzazione (controllo delle catene di
fornitura)

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I Sustainable Development Goals delle Nazioni UnitE
(Agenda 2030 Programma d’azione dell’ONU per lo sviluppo
sostenibile - 2015)

Master SiLFiM https://www.diseade.unimib.it/it/offerta-formativa/master


https://silfim.b4m.unimib.it/

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