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I MITI MINOCI

Minosse, il Minotauro, Dedalo ed Icaro, Teseo e Arianna


Il ratto di Europa
Nella mitologia greca, Europa era la figlia di Agenore re di
Tiro, antica città fenicia e colonia greca. Zeus, innamoratosi di
costei, decise di rapirla e si trasformò, per questo in uno
splendido toro bianco. Mentre coglieva i fiori in riva al mare
Europa vide il toro che le si avvicinava. Era un po’ spaventata
dall’animale, che si rivelava comunque bellissimo e dotato di
un candore del vello che sembrava indicarne l’origine
sovrannaturale. Zeus, irredimibile seduttore, decise di agire
con prudenza per evitare che la ragazza fuggisse. Il toro si
sdraiò, infatti, ai piedi di Europa, che si tranquillizzò. Poiché il
toro era mansueto e si lasciava accarezzare, Europa sedette
sulla groppa dell’animale che, all’improvviso, si gettò in mare
e la condusse fino a Creta. Zeus si ritrasformò in dio e le
rivelò il suo amore. Ebbero tre figli: Minosse, Sarpedonte e
Radamanto.
Paolo Veronese
Minosse
Secondo i principali miti Minosse fu un re giusto di
Creta: per questo motivo, dopo la sua morte cruenta,
divenne uno dei giudici degli inferi insieme a Eaco e
Radamanto. Anche Dante riprende questa tradizione e
nella Divina Commedia lo pone nel suo inferno come
giudice delle anime dannate. Nei miti attici invece viene
dipinto come estremamente tirannico e crudele.

Il regno di Minosse fu caratterizzato da ampi scontri con i


popoli vicini, che riuscì ad assoggettare.

Secondo il mito Minosse fu ucciso in una vasca da bagno


in Sicilia mentre era ospite nella rocca del re sicano
Cocalo.
In seguito alla morte del re Asterio, suo
padre adottivo, Minosse costruì un altare
in onore di Poseidone in riva al mare per
dimostrare il suo diritto al trono; Minosse
pregò il dio di inviargli un toro da
immolare ma, pur venendo esaudito, alla
fine non sacrificò l'animale poiché era
bellissimo e Minosse preferì tenerlo,
immolando al suo posto un altro toro.
Poseidone, adirato, fece allora
innamorare del toro Pasifae, la moglie
di Minosse, e da questa unione nacque il
mostruoso Minotauro, mezzo uomo e
mezzo toro, che si nutriva di carne
umana.
Dedalo e Icaro

Minosse incaricò dunque


l’architetto ateniese Dedalo
di costruire un labirinto in
cui nasconderlo.

Essendo a conoscenza
della struttura del labirinto,
Dedalo, una volta finita la
sua opera, vi fu rinchiuso
con il fIglio Icaro.

.
Dedalo per scappare costruì per sé e per
il figlio delle grandi ali con penne
d’uccello tenute insieme con della cera;
raccomandò poi al figlio Icaro di volare a
mezz’altezza in modo che l'umidità non
appesantisse le ali e che il sole non
facesse sciogliere la cera

Durante il volo Icaro, eccitato


dall’esperienza di volo, si avvicinò
troppo al sole ed il calore fuse la cera,
facendolo cadere in mare.

Soltanto Dedalo si salvò e potè ritornare


ad Atene.
Il tributo di Atene

Nel frattempo il figlio di Minosse, Androgeo, era


giunto ad Atene per misurarsi con i giovani ateniesi
nei giochi tauromachici, ma era rimasto ucciso dal
toro di Maratona, un animale selvaggio che
seminava morte nella regione (oppure, risultato
vincitore nei giochi, fu fatto assassinare dal re di
Atene Egeo).

Suo padre, pazzo di dolore, accusò gli ateniesi di


quell'omicidio e li obbligò a pagare un orribile
tributo: ogni nove anni Minosse esigeva che
mandassero a Creta quattordici sudditi ateniesi,
sette fanciulli e sette fanciulle, che sparivano
nel labirinto sacrificati al Minotauro.
Teseo

Quando Teseo, figlio del re di Atene


Egeo, vinse il toro di Maratona, erano già
passati diciotto anni e Minosse stava per
richiedere per la terza volta la schiera del
sacrificio. Secondo la narrazione più
antica, Teseo sarebbe andato a Creta
con la sua nave o con quella di suo padre
per evitare un altro inutile sacrificio, ossia
per uccidere il Minotauro. Era partito con
le vele nere, ma suo padre gliene aveva
data anche una bianca che avrebbe
dovuto essere issata se Teseo fosse
ritornato vittorioso.
Arianna

Giunto a Creta, Teseo voleva entrare


spontaneamente nel labirinto; allora Arianna
(figlia di Minosse e Pasifae) ebbe pietà di lui
e, per amore del giovane ateniese, tradì il
proprio fratellastro, il Minotauro. Non ci sono
narrazioni di come Teseo riuscì ad ottenere
da Arianna il dono che doveva assicurargli
l'uscita dal labirinto; un disegno molto antico
la rappresenta mentre fila e mentre gli
consegna il fuso col filo. L'astuta ragazza
suggerì a Teseo di fissare il capo del filo
all'architrave dell'entrata del labirinto e di
tenere il gomitolo in mano senza perderlo
mai, poiché gli sarebbe servito a trovare la
via di uscita.
Il duello col Minotauro

Il Minotauro dormiva nella parte più


interna del labirinto. Teseo doveva
afferrarlo per le corna e sacrificarlo a
Poseidone. Per un po’ i due
combatterono a mani nude, ma infine
Teseo trafisse mortalmente il
Minotauro con la sua spada ed uscì
dal labirinto senza portare con sé il
mostro ucciso, accolto festosamente
dai fanciulli e dalle fanciulle ateniesi
scampati al sacrificio e nel frattempo
segretamente liberati.
Teseo salì subito sulla sua nave ma
dovette portare con sé Arianna, che
per amor suo aveva tradito la sua
terra e la sua famiglia e alla quale
aveva promesso di sposarla.
Durante la notte presero la via del
ritorno, portando con loro anche i
giovani ateniesi.
Ma prima dell'alba Teseo, forse
su richiesta del dio Dioniso,
innamorato della fanciulla, la
abbandonò mentre dormiva
sulla spiaggia dell’isola di
Naxos (nelle Cicladi) e riprese
il viaggio senza di lei (la
giovane verrà poi salvata dal
dio Dioniso che ne farà la sua
sposa).
Mentre navigava alla volta di
Atene, Teseo dimenticò la
promessa fatta al padre, oppure
la sua nave fu sorpresa da una
tempesta che squarciò la vela
bianca che Teseo aveva issato
in segno di vittoria; si dovette
allora montare la vela nera, ma
Egeo, che attendeva il ritorno
del figlio dall'alto delle mura, vide
dall'Acropoli le vele nere che la
nave portava alla partenza e,
temendo che il figlio fosse morto
nella spedizione, disperato, si
uccise gettandosi in quel mare
che da lui prese il nome.
Piritoo e Teseo
Pirito (figlio di Issione e di Dia)
venne a conoscenza delle
grandi imprese di Teseo,
decise allora di sfidare il
giovane eroe rubando tutti i
buoi del re. Tra i due nacque
così un duello nel quale
mostrarono le loro abilità, il
loro coraggio, ma soprattutto la
loro lealtà, infatti i due si
stimavano a vicenda si tesero
la mano e da quel giorno
divennero grandi amici.
Piritoo sposò la figlia di
Adrasto e di Anfitea,
Ippodamia. Un centauro
durante le loro nozze insultò la
sposa e volle addirittura
rapirla. Teseo prendendo la
difesa della sposa tagliò il
naso e le orecchie del
Centauro. Ne nacque poi una
battaglia che vise Teseo,
Piritoo e i Lapidi contro i
centauri, i quali vennero uccisi
e messi in fuga.
Fedra e Ippolito
Fedra (figlia di Minosse e di
Pasifae) divenne la prima
moglie di Teseo. Fedra presa
dal folle amore verso il
figliastro Ippolito, che aveva
deciso di essere devoto ad
Artemide piuttosto che a
Afrodite, così la dea della
bellezza decise di punirlo con
l’amore di fedra verso di lui.
Fedra venne poi respinta e si
uccise incolpando Ippolito di
averla provata a sedurla.
Teseo credette a Fedra, lui
invocò il dio Poseidone per
punire il figlio.
Un giorno in cui Ippolito si
trovava alla guida di un
cocchio in riva al mare,
Poseidone fece sbucare dalle
onde un toro che spaventò i
cavalli, Ippolito fu travolto dal
cocchio e morì.
Fedra però si uccise dopo aver
confessato l’inganno al marito
essendo presa dai rimorsi.

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