L’era spaziale
• Nel 1961, il presidente degli Stati Uniti John Kennedy annunciò che la sua nazione avrebbe
mandato degli astronauti sulla Luna, entro la fine del decennio, facendoli tornare sulla Terra in
sicurezza. La NASA lavorò intensamente per raggiungere questo obiettivo attraverso diverse
tappe, prima con i voli dei programmi preliminari Mercury e Gemini e poi con il programma
Apollo. L'obiettivo venne raggiunto con la missione Apollo 11, allunata il 20 luglio 1969, in cui
gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin camminarono sulla superficie lunare mentre il
collega Michael Collins orbitava attorno alla Luna nel modulo di comando e servizio Columbia. La
missione tornò sulla Terra il 24 luglio 1969, raggiungendo il traguardo posto da Kennedy.
• Per raggiungere l'obiettivo, la NASA aveva stipulato un contratto per quindici razzi vettore Saturn
V in un momento in cui nessuno sapeva quante missioni sarebbero state necessarie. Quando nel
1969 venne colto il successo grazie al sesto Saturn V utilizzato nella missione Apollo 11, nove
missili erano rimasti disponibili per un totale di dieci sbarchi complessivi possibili. Dopo il grande
entusiasmo suscitato da Apollo 11, il grande pubblico iniziò a provare disinteresse nei confronti
del programma spaziale e il Congresso degli Stati Uniti continuò a tagliare il bilancio della NASA,
arrivando a cancellare la missione Apollo 20.
• Ancor prima che il primo astronauta americano andasse nello spazio nel 1961, era iniziata la
pianificazione di una struttura centralizzata per comunicare con il veicolo spaziale e dove
monitorarne le prestazioni, in gran parte ideata da Christopher C. Kraft, che divenne il primo
direttore di volo della NASA.
• Nel 1965 fu aperto il Centro di controllo missione, a Houston, in parte progettato dallo stesso
Kraft. In esso, ogni controllore di volo, oltre al monitoraggio della telemetria del veicolo spaziale,
si trovava in comunicazione con gli specialisti in una stanza di supporto del personale, e si
concentrava su specifici sistemi dei veicoli spaziali.
• L'Apollo 13 doveva essere la seconda missione H, destinata a dimostrare la capacità di eseguire
allunaggi di precisione ed esplorare siti specifici sulla Luna. Con l'obiettivo di Kennedy già
raggiunto da Apollo 11 e Apollo 12 si poté attribuire, per Apollo 13, un ruolo maggiore per la
scienza, specialmente per la geologia, un aspetto enfatizzato dal motto della missione, Ex luna,
scientia (Dalla Luna, conoscenza).
Le missioni Apollo
• Apollo 13 è stata una missione spaziale, parte del programma statunitense Apollo decollata l'11
aprile 1970 alle ore 13:13 CST dal Kennedy Space Center. Doveva essere la terza missione a
sbarcare sulla Luna dopo quelle di Apollo 11 e Apollo 12, ma è diventata celebre per il guasto che
impedì l'allunaggio e rese difficoltoso il rientro sulla Terra. Un'esplosione nel modulo di
servizio danneggiò molti equipaggiamenti, riducendo notevolmente la disponibilità di energia
elettrica e di ossigeno. Con il Modulo di Servizio seriamente danneggiato dall'esplosione, i tre
astronauti furono costretti a trasferirsi nel Modulo Lunare "Aquarius", utilizzandolo come
navicella per il ritorno anziché come mezzo per atterrare sulla Luna.
• Sfruttando una traiettoria di rientro libero attorno alla Luna volò a una distanza di 254 chilometri
dalla superficie della faccia nascosta della Luna, stabilendo così il record, tutt'oggi detenuto, della
massima distanza raggiunta da un essere umano dalla Terra: 400 171 km. Dopo avere affrontato
numerose difficoltà la navicella rientrò sulla Terra il 17 aprile. Durante il rientro in
atmosfera il blackout radio durò per 86 secondi più del previsto, uno dei blackout radio più lunghi
del programma Apollo.
Gli astronauti
• Venne designato comandante dell'Apollo 13 l'astronauta James Lovell, in sostituzione di Alan
Shepard. Per Lovell, che aveva già volato su Gemini 7, Gemini 12 e Apollo 8, si trattò del quarto
volo nello spazio, primo uomo a raggiungere tale traguardo. Shepard fu poi comandante della
missione Apollo 14.
• Pilota del modulo di comando fu nominato Ken Mattingly, mentre l'incarico di pilota del
modulo lunare venne conferito a Fred Haise. Sia Haise sia Mattingly facevano parte del quinto
gruppo scelto dalla NASA e tale incarico significò per entrambi la possibilità del primo volo
nello spazio.
• L'equipaggio principale dell'Apollo 13 è stato sottoposto a oltre 1 000 ore di addestramento
specifico per la missione, più di cinque ore per ogni ora prevista nei dieci giorni della missione.
Ogni membro dell'equipaggio principale ha effettuato oltre 400 ore nei simulatori del modulo
di comando e del LEM, in alcune di queste simulazioni hanno partecipato anche i controllori di
volo del centro di controllo, permettendo la simulazione di problemi che sarebbero potuti
accadere durante la missione, insegnando agli equipaggi di reagire in caso di emergenza.
Dopo l’incidente
• Dopo questa missione si svolse una lunga indagine sulle cause dell'incidente e la navicella Apollo
venne modificata per evitare lo stesso problema in seguito. L'inchiesta ricostruì chiaramente la
catena di eventi che portò all'incidente (nessuno dei quali, preso singolarmente, era grave). Dai
registri di manutenzione risultava che il serbatoio di ossigeno n. 2, durante alcuni lavori eseguiti
due anni prima, aveva subito un leggero urto che apparentemente non aveva provocato danni.
• Per Apollo 14 e le successive missioni del programma, vennero effettuate diverse modifiche e
migliorie per salvaguardare la sicurezza degli astronauti e della missione.
• Nessuno degli astronauti dell'Apollo 13 volò nuovamente nello spazio. Lovell si ritirò dalla NASA e
dalla Marina nel 1973, passando al settore privato. Swigert avrebbe dovuto prendere parte nel
1975 alla missione Apollo-Sojuz test project (la prima missione congiunta con l'Unione Sovietica)
ma venne rimosso; nel 1973 si congedò dalla NASA per entrare in politica, venendo eletto
alla Camera dei rappresentanti nel 1982, ma morì di tumore prima di prendere l'incarico. Haise
doveva essere il comandante della missione Apollo 19, poi cancellata, e volò nell'Approach and
Landing Tests del programma Space Shuttle prima di ritirarsi dalla NASA nel 1979.