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La trasformazione del concetto in

indicatori
Percorso della ricerca quantitativa
Le fasi della ricerca empirica

1. il disegno della ricerca (dove si definisce qual è l’oggetto di


studio);
2. la costruzione della base empirica (dove si spiega con quali
dati l’oggetto viene analizzato);
3. l’organizzazione dei dati (dove si decide come organizzare e
sistematizzare le informazioni raccolte);
4. l’analisi dei dati (dove il ricercatore sceglie la modalità con cui
estrarre informazioni da dati raccolti);
5. l’esposizione dei risultati (dove si definiscono i collegamenti tra
gli esiti del processo di ricerca e le domande di ricerca).
Dal concetto alla variabile
Operativizzazione: fissare l’insieme di atti, regole e convenzioni
che permettono di trasformare una proprietà di alcuni oggetti di
un certo tipo in una variabile nella matrice dei dati (Marradi,
2007)
L’operativizzazione
• Il processo che lega l’indizio ad un fenomeno non direttamente
osservabile prende il nome di operativizzazione; esso è definibile come:

• “I diversi passaggi attraverso cui si attribuisce un contenuto empirico a


concetti non immediatamente osservativi. (A. Bruschi, 1999)”

• Il prodotto finale del processo di operativizzazione si concreta nella


individuazione di un insieme di indicatori che definiscono ed individuano
il concetto.

• Gli indicatori devono essere oggetti e/o comportamenti reali ed


osservabili in modo tali da consentire di determinare la presenza o
l’assenza del concetto in ragione della loro presenza o assenza in sede
di rilevazione.
Le proprietà degli oggetti

• Quando si parla di proprietà degli oggetti, si fa riferimento alle caratteristiche delle


unità.

• Infatti, il rapporto tra le proprietà degli oggetti e le unità di analisi è molto stretto al
punto che si possono identificare diversi tipi di proprietà a seconda del tipo unità di
analisi considerata. Si avranno, così, proprietà individuali, proprietà aggregate,
proprietà contestuali, proprietà comparative, proprietà relazionali e proprietà globali (P.
F. Lazarsfeld 1967).
Tipi di proprietà
• Proprietà individuali: si ottengono quando l’unità è l’individuo e le
informazioni raccolte (le proprietà) si riferiscono direttamente all’individuo
• Proprietà aggregate: si ottengono aggregando informazioni (le proprietà)
raccolte su un’unità di tipo diverso da quelle a cui vengono riferite. La
caratteristica è di essere rilevate sulle parti e riferite all’intero
• Proprietà contestuali individuali: si ottengono quando le informazioni
riguardano l’individuo ma si riferiscono al “contesto” in cui è inserito e
direttamente riferito al soggetto. Rientrano in questa categoria anche le
proprietà del contesto dell’individuo non direttamente collegabili ad esso
• Proprietà comparative: si ottengono quando la proprietà dei ciascun caso
viene rilevata comparandola con quella posseduta da un altro caso
• Proprietà relazionali: si ottengono quando la proprietà dei ciascun caso
viene rilevata rapportandola con quella posseduta da un altro caso
• Proprietà globali: si ottengono quando l’unità è il collettivo e le proprietà
relative allo stesso caso sul quale sono rilevate ovvero quando le
caratteristiche esclusive del gruppo non derivano da proprietà dei membri
che lo compongono; esse sono attribuite a organizzazioni, comunità e
istituzioni
Matrice dei dati
Esempi di proprietà
• Proprietà individuali dei soggetti: genere, età, titolo di studio,
residenza
• Proprietà aggregate del comune: reddito medio degli abitanti, % dei
voti ottenuti dal partito X alle elezioni A
• Proprietà del contesto del soggetto: (I tipo) n° membri della sua
famiglia, dimensioni del suo comune di residenza, prestigio della sua
occupazione. (II tipo): occupazione del padre, partito preferito dalla
madre, titolo di studio della moglie
• Proprietà comparative: posizione nel profitto dell’alunno A rispetto alla
posizione del profitto dell’alunno B
• Proprietà relazionali: posizione del caso A nella rete amicale del suo
gruppo
• Proprietà globali delle industrie: tipo di società, sede legale, settore
industriale
Rapporto di indicazione
• Per tradurre i concetti concreti e osservabili, ricorriamo all’uso di
indicatori. Gli indicatori sono sempre dei concetti, ma più semplici,
specifici, traducibili in termini osservativi, e sono legati al concetto
generale da quello che è chiamato rapporto di indicazione
• Selezionare gli indicatori che definiscono il concetto significa istituire un
rapporto di indicazione (di rappresentazione semantica) tra un
concetto generale e un indicatore più specifico
Esempi:
Concetto di lavoro
mercato del lavoro tasso di occupazione; tasso di disoccupazione,
ecc…
Instabilità lavorativa tipologia contrattuale: lavoratori a tempo
determinato o indeterminato; lavoratori autonomi o professionisti
Dalla proprietà alla variabile
Dalla proprietà alla variabile
Un esempio di indice complesso. La misurazione della qualità del
lavoro

LE DIMENSIONI DELLA QUALITÀ DEL LAVORO

Dimensione Dimensione Dimensione della Dimensione della


economica ergonomica complessità conciliazione
vita/lavoro

INDICATORI

Soddisfazion
e del salario Soddisfazione Autovalutazione su Valutazione rispetto
Presenza di rapporto colleghi coerenza tra lavoro e alla flessibilità
aiuti Soddisfazione studio dell’orario
economici rapporto superiori
familiari

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